Centri per l’impiego e reti antiviolenza insieme contro i femminicidi
La Città metropolitana di Milano promuove l’accordo per favorire la fuoriuscita delle donne da situazioni a rischio.
Contrastare la piaga dei femminicidi favorendo l’emancipazione economica delle donne: è questo in estrema sintesi l’obiettivo del Protocollo tra i Centri per l’impiego della Città metropolitana di Milano e le Reti territoriali antiviolenza nell’ambito di un finanziamento regionale in attuazione della Dgr 5080 del 26 luglio 2021.
La terribile catena degli omicidi perpetrati a danno delle donne per mano di mariti, fidanzati o ex partner non accenna a diminuire, come quasi quotidianamente ci ricorda la cronaca. Secondo l’ultimo report del Viminale, nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 23 luglio 2023, gli eventi classificati come “femminicidi” sono aumentati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno da 177 a 184, con un incremento del 4%.
Che fare dunque? Il problema è complesso e non può avere un’unica soluzione. Accanto ai necessari interventi repressivi nei confronti di uomini violenti e a quelli altrettanto indispensabili di protezione delle potenziali vittime occorre agire in modo ampio e coordinato.
Una delle criticità da cui ha preso le mosse questo Protocollo è infatti proprio la parcellizzazione sul territorio degli interventi di prevenzione a supporto delle donne a rischio e la riaffermazione della necessità di agire in modo sistematico e non soggetto alla pura e semplice emergenza. Una cabina di regia, composta dai referenti della Città metropolitana di Milano, dei Comuni capofila delle Reti antiviolenza, di Afol metropolitana e Ats avrà quindi il compito di coordinare le azioni previste dalla convenzione e di favorire la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti.
Il percorso di empowerment previsto ha inizio con la creazione di un piano personalizzato per ciascuna donna presa in carico, costruito dalla stessa insieme a un’operatrice del Centro antiviolenza: tale piano verrà poi condiviso e implementato dalla figura di riferimento di uno o più soggetti firmatari coinvolti, figura individuata a seconda delle esigenze.
Il percorso si accompagna con una serie di azioni volte alla formazione del personale dei Centri per l’impiego sulla violenza di genere e sugli strumenti per l’inserimento socio-economico delle donne che fuoriescono da un percorso di violenza. L’impegno è di individuare due dipendenti presso ciascuna struttura che, una volta formati, possano diventare punto di riferimento per la ricerca di lavoro per le donne vittime di maltrattamenti.
Sul versante delle aziende si prevedono azioni di sensibilizzazione del personale facente parte del “Tavolo lavoro e violenza di genere” per facilitare la creazione e il mantenimento di un luogo di lavoro sicuro e privo di molestie.
Le singole esperienze permetteranno anche una raccolta di dati utile a realizzare un’analisi più puntuale e dettagliata dei bisogni lavorativi e formativi delle donne in carico ai centri anti-violenza e fuoriuscite da un percorso di violenza di genere.
Afol metropolitana gestisce nove centri per l’impiego (Cpi): Milano, Cinisello Balsamo, Corsico, Melzo, Legnano, Magenta, Rho, Rozzano, San Donato Milanese.
Presenti su tutto il territorio nazionale, i Cpi sono strutture pubbliche istituite allo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta e di promuovere politiche attive del lavoro. Svolgono inoltre attività amministrative come l’iscrizione alle liste di mobilità e agli elenchi delle categorie protette, le cessazioni dei rapporti di lavoro e il rilascio del certificato di disoccupazione.
Negli ultimi dieci anni i diversi enti che agiscono sul territorio della Città metropolitana di Milano a supporto delle donne che fuoriescono da percorsi di violenza hanno istituito delle reti territoriali interistituzionali per collaborare alla realizzazione di interventi integrati nell’affrontare le situazioni di bisogno, per promuovere iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, per diffondere una cultura che valorizzi la differenza di genere e promuova il superamento degli stereotipi che ostacolano la parità.
“Il sostegno all'inserimento lavorativo delle donne maltrattate è un elemento decisivo nei percorsi di uscita dalla violenza, perché troppo spesso questi si arenano nella difficoltà delle donne nel trovare un lavoro”, afferma la consigliera delegata alle Politiche del lavoro e al welfare metropolitano Diana De Marchi. “Questo Protocollo crea un’importante alleanza che somma competenze specifiche per accompagnare al lavoro, per raggiungere l'indipendenza economica, per attivare percorsi di inclusione”.
L’accordo è stato siglato con la dedica a una delle vittime recenti della violenza domestica, Giulia Tramontano, giovane donna uccisa nel Milanese, a Senago, dal compagno e padre del bambino che portava in grembo.