Academy aziendali: buone pratiche per una formazione inclusiva
Contrasto agli stereotipi e genitorialità, ricerca di soluzioni innovative per migliorare la quotidianità del lavoro, lotta contro la violenza di genere e leadership fra i temi affrontati.
Nell’anno europeo delle competenze le imprese provano a rispondere al divario tra domanda di profili specializzati e offerta troppo spesso non adeguata puntando sulla formazione in proprio. Uno sforzo che vede impegnate le aziende e le rispettive Academy, nate per formare i propri dipendenti e i lavoratori dell’indotto ma sempre più aperte al territorio e ai giovani, spesso in rete con le scuole, gli istituti tecnici superiori (Its) e le università.
In questo quadro proiettato verso un futuro più sostenibile, quale lo spazio che le Academy riservano in modo specifico alla componente femminile della forza-lavoro o ai temi che più la riguardano come la conciliazione tra vita privata e vita lavorativa e il contrasto alle molestie e alla violenza di genere?
Per rispondere alla domanda ci siamo avvalsi della fotografia realizzata dal Sole 24 ore, provando ad approfondire laddove le informazioni risultavano troppo sintetiche.
Diciamo subito che tra le imprese che hanno percorsi o progetti dedicati poche si sono dimostrate disponibili a fornire informazioni.
Partiremo dunque da quelle poche che con la loro solerzia dimostrano avere più a cuore questo aspetto provando a smentire, almeno per quanto le riguarda, il sospetto di utilizzare questi temi solo per tingersi di rosa come spesso denunciato dalle organizzazioni femministe e anche di recente da un articolo di openonline.
Tra le più accessibili si colloca Reale Group, che dal 2021 porta avanti il progetto Reale Equality in collaborazione con l’associazione valore D.
“Come Academy", spiega la responsabile Lucia Borini, "abbiamo l’obiettivo di sviluppare una cultura organizzativa che, in coerenza con i nostri valori e con i nostri obiettivi, si prenda cura delle persone, a partire proprio dai dipendenti del Gruppo. Tale cura non può prescindere dal promuovere una leadership e comportamenti inclusivi, anche attraverso iniziative di formazione che consentano di prendere consapevolezza delle “trappole mentali” a cui siamo tutti soggetti (bias) e sensibilizzare su tutte le tematiche anche critiche, purtroppo di attualità nella nostra epoca, per evitare che si manifestino. La nostra natura di assicurazione mutualistica ci fa sempre tenere a mente il tema della prevenzione e siamo certi che creare consapevolezza e cultura su temi attuali, anche se non costituiscono fortunatamente una particolare criticità per il nostro Gruppo, sia una forma di prevenzione. Nell’ambito di questa progettualità internamente abbiamo ampliato la nostra offerta formativa a partire dal management con dei momenti ispirazionali sottoforma di digital breakfast e proseguendo con iniziative formative d’aula rivolte a tutta la popolazione aziendale sul caring management e sui bias cognitivi, oltre a corsi online sulle molestie di genere. Abbiamo proseguito un percorso già intrapreso con momenti d’aula legati alla genitorialità, dove apprezziamo una grande presenza dei colleghi papà, e alle neuroscienze, che aiutano a capire come funziona il nostro cervello e come allenarlo a superare gli automatismi e accogliere punti di vista diversi”.
Le attività, tuttora in corso, si rivolgono a tutta la popolazione aziendale e hanno finora coinvolto 1.200 persone.
Un’iniziativa interessante e che si rivolge alle studentesse di facoltà Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) di otto università di Campania e Puglia è quella promossa dal Philips Morris Institute for Manufacturing competences (Imc), il Centro di Philip Morris per l’alta formazione delle competenze legate a Industria 4.0, in collaborazione con il Centro di Competenza Meditech e Codemotion e con il patrocinio delle amministrazioni regionali di riferimento.
Si tratta di un hackathon per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili con cui migliorare la quotidianità di lavoratori e aziende: guidate da mentor esperti, le studentesse avranno tempo fino al prossimo 5 maggio per presentare i progetti. Saranno premiate le due squadre che presenteranno i progetti più innovativi sui temi di smart mobility, digital training e benessere professionale.
L’obiettivo della sfida è quello di valorizzare i migliori talenti femminili sul territorio per realizzare progettualità il cui scopo è migliorare gli ambienti in cui le persone si muovono, lavorano e vivono: soluzioni di mobilità sostenibile per i dipendenti volte a limitare l’impatto delle aziende sull’ambiente; sistemi per incrementare lo scambio di competenze all’interno del contesto lavorativo, per implementare il senso di appartenenza e la produttività; o, ancora, nuovi modelli che favoriscano parità e inclusione per ridurre lo stress e migliorare l’esperienza professionale di ognuno.
Punta al contrasto della violenza di genere il programma di Italo, società che fra i suoi 1.500 dipendenti vanta il 50% di forza-lavoro femminile di cui una quota rilevante ricopre incarichi di responsabilità (il 60% dei capotreni è di genere femminile).
Con il progetto TRAINing girls-Sicure in partenza sono già state formate 700 donne, tra cui anche familiari dei dipendenti e ospiti nei rifugi creati dall’associazione Telefono Rosa per le donne vittime di violenza.
Da quest’anno il programma è stato esteso anche agli uomini.
Si tratta di un corso composto da una parte teorica, in cui viene illustrato come prevenire un’escalation di aggressività da parte del potenziale aggressore anche interpretando i segnali verbali e non verbali che lo stesso manifesta, e da una parte pratica in cui gli istruttori di krav maga illustrano alcune tecniche di autodifesa personale.
La scelta di Italo di focalizzare parte della propria formazione su queste tematiche si è inserita in un momento di grande preoccupazione per l’incolumità femminile, acuito anche dalla recente pandemia da Covid-19: secondo i dati Istat, infatti, sono state oltre 15mila le donne vittime di violenza che nel 2020 hanno chiesto aiuto ai Centri antiviolenza aderenti all’intesa Stato-Regioni. Il fenomeno è purtroppo proseguito nel 2021, anno che ha registrato più di 12mila denunce nei primi 9 mesi.
Particolare attenzione alla leadership femminile rivela poi il progetto Empower di Whirpool, dedicato alle donne di talento e future leader nell’organizzazione selezionate attraverso un processo di nomina.
Negli ultimi quattro anni sono state coinvolte più di 29 donne leader provenienti da oltre 13 Paesi.
Il programma offre l'opportunità di partecipare a moduli di formazione e coaching tenuti da leader interni e da esperti esterni di leadership, e a progetti strategici di gruppo, nonché di connettersi con altre future leader e di interagire con modelli femminili all'interno e all'esterno dell'azienda.