A Las Vegas nel 2026 i giochi per atleti potenziati. Ma sono solo la punta dell’iceberg
Gli Enhanced games, senza limiti di doping, stanno muovendo grandi interessi economici e tante critiche. La campagna per il superamento dei limiti biologici riguarda però anche longevità, editing genetico e impianti neurali.
“Live Enhanced”: è sotto questo slogan che dal 21 al 24 maggio 2026 si terranno a Las Vegas gli Enhanced games, i giochi olimpici per esseri umani potenziati. L’annuncio è arrivato a fine maggio: il luogo sarà l’hotel Resorts World, dove per quattro giorni i concorrenti gareggeranno, solleveranno pesi e nuoteranno con accesso completo a farmaci e terapie vietati praticamente in ogni altro contesto sportivo. I Giochi si concentreranno inizialmente su cinque sport storici del circolo olimpionico: atletica leggera, nuoto, sollevamento pesi, combattimento e ginnastica. E per il futuro chissà. Dietro il progetto, l’investitore e avvocato Aron D’Souza, supportato da personaggi noti nella cerchia tecnoutopista come Peter Thiel, miliardario di stampo libertario e sostenitore di controverse iniziative biotecnologiche, e il figlio di Trump, Donald Trump Jr.
Presentato come una rivoluzione copernicana nello sport e nella scienza, l’evento intende portare alla ribalta il concetto di “sovrumanità”, tracciando un futuro in cui il miglioramento farmaceutico e tecnologico sarà la normalità nelle competizioni sportive (e non solo). “Stiamo creando una nuova categoria di eccellenza umana”, si legge sui materiali promozionali degli Enhanced games. “Un mondo in cui i farmaci che migliorano le prestazioni vengono utilizzati in modo sicuro, trasparente e sotto supervisione medica”. Mentre gli organizzatori lo vedono come un cambiamento epocale, i critici mettono in guardia sui rischi per sicurezza, equità e integrità sportive. Per capire meglio di cosa si tratta, vediamo quello che è successo finora.
Perché potenziarsi
Per i sostenitori degli Enhanced games, il corpo umano è un terreno vergine pieno di potenzialità non sfruttate. Invece di penalizzare l’uso delle sostanze proibite, si dovrebbe normalizzarne l’uso in ambienti protetti per capire fin dove ci possiamo spingere. D'Souza sostiene che le attuali politiche antidoping siano obsolete. “Gli Enhanced games stanno rinnovando il modello olimpico per il 21esimo secolo. Nell'era dell'accelerazione del cambiamento tecnologico e scientifico, il mondo ha bisogno di un evento sportivo che abbracci il futuro, in particolare i progressi della scienza medica”.
Gli organizzatori assicurano che ci saranno screening medici approfonditi e la supervisione di commissioni scientifiche ed etiche indipendenti. Gli atleti non saranno però sottoposti ai tradizionali test antidoping. Dovranno dichiarare quali sostanze assumono, e il monitoraggio si applicherà sulla base di quelle dichiarazioni – un approccio non molto trasparente. Ma D'Souza sa che questo è il genere di scetticismo a cui vanno incontro i pionieri.
“Se ci svegliassimo domani e trovassimo una montagna alta solo 30 centimetri più dell'Everest”, ha dichiarato al Guardian in un’intervista, “molti direbbero che è impossibile da scalare; alcuni direbbero che è troppo pericoloso. Chi vende i biglietti per il vecchio Everest direbbe che è immorale. Ma ogni alpinista alzerebbe lo sguardo. E una volta raggiunta la vetta, avremmo imparato qualcosa di nuovo sulla nostra umanità”. Per D’Souza questi giochi non solo un evento sportivo, ma un vero e proprio “viaggio scientifico”.
“Perché dovremmo accettare i limiti della nostra umanità? L’obiettivo del progetto umano è sempre stato di superarli”, ha proseguito, paragonando i giochi allo sbarco sulla Luna, o alla scoperta dell’America. “Furono potenti esplorazioni scientifiche che contribuirono a unificare tutta l'umanità”.
Dietro gli Enhanced games non ci sono però solo ragioni transumaniste. L'ultimo round di finanziamento della competizione include investitori come 1789 Capital, una società di venture capital guidata da Donald Trump Jr, il banchiere Omeed Malik e il giornalista Chris Buskirk. Tra gli altri co-investitori Apeiron investment group e Karatage, hedge fund con partecipazioni in criptovalute e progetti di intelligenza artificiale. D'Souza si è detto entusiasta del coinvolgimento di investitori vicini al tycoon. “Ho avuto la grande fortuna di lavorare a fianco di molti membri dell'amministrazione e di altre figure di spicco del movimento trumpiano nel corso degli anni”, ha dichiarato. “Sapere che alcune delle figure più significative della vita sociale e politica americana sostengono gli Enhanced games è per noi più importante di qualsiasi investimento".
Il montepremi per gli sportivi è inoltre molto consistente: fino a 500mila dollari per evento, incluso un bonus di un milione di dollari per chi batterà il record mondiale dei cento metri nell’atletica leggera o dei 50 metri stile libero in vasca. Per dare un’idea, in Italia chi vince una medaglia d'oro alle Olimpiadi riceve un premio di 180mila euro lordi dal Coni, mentre l'argento ne vale 90mila e il bronzo 60. Un problema – la scarsità dei premi in denaro – comune a tutte le federazioni nazionali, come fa notare il nuotatore australiano Kyle Chalmers.
L’ipotesi di battere il record mondiale non è già più un’ipotesi. Il nuotatore greco-bulgaro Kristian Gkolomeev ha registrato a febbraio un tempo di 20,89 secondi nei 50 metri stile libero – 0,02 secondi più veloce del primato di César Cielo Filho, imbattuto dal 2009 – seguendo un protocollo di potenziamento. La nuotata si è svolta in una piscina certificata e sotto la supervisione di un ente olimpico, ed è stata filmata per un documentario promozionale prodotto dalla società cinematografica di Ridley Scott e disponibile su YouTube. Alla fine dell’evento, Gkolomeev ha incassato il milione di dollari.
La gara ha attirato l’attenzione dei media anche per altri motivi: Gkolomeev indossava una muta integrale in poliuretano non approvata dalla World acquatics (Federazione internazionale nuoto), rendendo l’esito della prova ancora più dubbio. Nonostante gli organizzatori abbiano risposto che l’indumento non è stato determinante per la prestazione, la facilità con cui gli Enhanced games sono passati sopra questo particolare dice molto dell’approccio applicato alle questioni di etica sportiva.
Inoltre, non era Gkolomeev il nuotatore da battere. L’australiano James Magnussen, ex campione del mondo e argento olimpico nei 100 stile libero a Londra nel 2012, è il volto più noto (al momento) dei giochi per potenziati. Entrato in vasca con tutti i riflettori puntati addosso, ha totalizzato un deludente 22’’73, lontano dai 21’’53 del suo primato personale del 2013 e dai 20,89 secondi di Gkolomeev. Il motivo? Troppi muscoli.
“Ho preso cinque chili di muscoli nella prima settimana. In certi momenti mi sentivo un superatleta: due allenamenti al giorno per 49 giorni di fila. Squat da 227 chili, manubri da 120. Mai stato così forte,” ha raccontato il nuotatore australiano al podcast Hello Sport. Solo che quella forza non si è trasformata in velocità. Il paradosso, ha spiegato Magnussen, è che più si potenziava e più peggiorava in vasca, perdendo esplosività muscolare e fluidità dei movimenti. Persino infilarsi nel costume ha richiesto quattro persone e mezz’ora di lavoro.
“Sono diventato troppo grosso. Non avevo più quella velocità di punta. Stavolta non succederà. Mi preparerò come un atleta naturale e poi ci metterò sopra il protocollo, solo per dare quel 2% in più. Non si tratta di diventare superumani, ma di aggiungere qualcosa in più al lavoro fatto bene”.
L’altro motivo per cui Magnussen ha partecipato a questi protocolli di potenziamento ha a che fare con i rimpianti. Il campione del mondo si era ritirato nel 2019 dopo anni di successi, infortuni e qualche delusione: nella finale olimpica di Londra 2012 aveva perso l’oro per 0,01 secondi. Così, sei anni dopo l’addio, ha deciso di tornare in vasca con un fisico rivoluzionato dai farmaci anabolizzanti. “Ogni atleta ha rimpianti, cose che avrebbe potuto fare diversamente, momenti di scarsa preparazione o prestazione”, ha detto. “Col senno di poi tutti vorremmo poter mettere questa testa, tutta la saggezza, la conoscenza e la calma che derivano dall'età, su un corpo più giovane. In sostanza, sto facendo questo: la mia testa sul mio corpo di ventenne, le due cose unite per la prestazione definitiva”.
Perché non potenziarsi
Come era prevedibile, gli Enhanced games hanno ricevuto una pioggia di critiche da parte della comunità sportiva. Senza le dovute restrizioni gli atleti potrebbero doparsi in quantità maggiori, causando rischi seri per la salute. I test antidroga furono introdotti alle Olimpiadi di Roma del 1960 dopo la morte del ciclista danese Knud Jensen, che perse conoscenza durante la gara – la causa fu inizialmente dubbia, ma anni dopo si scoprì che il suo corpo conteneva anfetamine.
“Nel corso della storia, i farmaci per migliorare le prestazioni hanno avuto un impatto fisico e mentale terribile su molti atleti. Alcuni sono morti”, ha commentato l'Agenzia mondiale antidoping in una nota. “È chiaro che questo evento metterebbe a repentaglio [la salute e il benessere degli atleti] promuovendo l'abuso di sostanze e metodi potenti che dovrebbero essere prescritti solo per specifiche esigenze terapeutiche”. Travis Tygart, Ceo dell'Agenzia antidoping statunitense, ci è andato giù più pesante: “È un pericoloso spettacolo di clown, non è vero sport”. Al sogno di Magnussen – avere una testa matura su un corpo più giovane – ha risposto il dottor Michael Sagne del King’s College di Londra: “Non puoi tornare al tuo corpo di vent'anni. Nessun farmaco può farlo”.
Per quanto riguarda la sicurezza e il monitoraggio dei regimi di doping, il divulgatore e autore scientifico Alex Hutchinson ritiene gli organizzatori degli Enhanced games “incredibilmente ingenui” se pensano che gli atleti non spingeranno oltre i limiti. “Le persone si dopano perché vogliono ottenere un vantaggio sugli avversari. Ora spostate i blocchi di partenza in modo che tutti si dopino. Come si ottiene un vantaggio? Dopandosi di più”. L'elenco dei possibili effetti negativi delle Ped (performance enhancing drugs) è molto lungo, e va dall'acne alla depressione, dai danni al fegato all'ipertensione fino all'insufficienza cardiaca.
Gli Enhanced games sono visti dagli scettici non solo come una pericolosa rottura con gli standard olimpici, ma come una provocazione calcolata, una sfida alle istituzioni sportive e a quella che D'Souza ha definito la tendenza “antiscientifica” della tradizionale governance sportiva. “Gli Enhanced games non saranno così folli come la gente pensa”, ha dichiarato il patron dei Giochi. “Non puoi semplicemente iniettarti e trasformarti in Superman”. D’Souza ha sottolineato che gli steroidi non portano automaticamente al miglioramento fisico: “Se li assumessi oggi ti sentiresti un po' diverso, ma se non ti alleni, ingrasserai e basta”, ha commentato. “Pensa al bodybuilding. Arnold Schwarzenegger assumeva grandi quantità di steroidi, ma ha sempre detto chiaramente che erano solo la ciliegina sulla torta. C'erano grinta, determinazione, duro lavoro, e poi un po' di miglioramento”. Anche se lo stesso Schwarzenegger, in un’intervista rilasciata a Men’s Health, si è dimostrato molto cauto sull’argomento. “Non fatelo”, ha detto. “Voglio che i giovani sappiano che ho visto persone sottoporsi a trapianti di rene e soffrire enormemente a causa dell'uso di steroidi”. Ma gli organizzatori degli Enhanced games hanno la risposta pronta anche in questo caso: “Ci sono sempre dei rischi nello sport d'élite”, si legge in una delle Faq del sito della competizione. “Riteniamo che il rischio maggiore sia fingere che questi rischi non esistano”.
Cosa succede al di fuori degli Enhanced games
I giochi per potenziati sono solo la proverbiale punta dell’iceberg di un movimento che da anni spinge per superare i limiti biologici umani. Il campo del potenziamento va ben oltre la competizione del 2026: invecchiamento ritardato, impianti neurali, intelligenza artificiale integrata sono solo alcuni degli obiettivi del movimento transumanista. Secondo l’Economist il valore del settore si aggira sui 125 miliardi di dollari all’anno, con un tasso di crescita di oltre il 10% – solo nella prima metà del 2023, le aziende che si occupano di longevità hanno attirato quasi cinque miliardi di dollari di capitale di rischio, sostenute da affermazioni come quelle del ministro della sanità statunitense Robert F. Kennedy Jr., che ha dichiarato di assumere testosterone come parte di un “protocollo anti-invecchiamento”.

Potenziamento umano: un obiettivo sempre più vicino
Si intensifica la ricerca medica per superare i limiti biologici. Dalle multinazionali farmaceutiche, enormi risorse per testare terapie e farmaci per una qualità della vita prolungata. E la politica trumpiana potrebbe accelerare la corsa.
Le ricerche nel settore si concentrano soprattutto in tre campi: integratori, terapie geniche e impianti neurali. Gli integratori vengono usati per aumentare le capacità fisiche e mentali o per ritardare l’invecchiamento, e includono ginseng, fosfocreatina, testosterone, ginkgo e spermidina. Tra i progetti più promettenti dei prossimi anni Tame, il primo programma clinico focalizzato sull’invecchiamento approvato dalla Food and drug administration americana. L’obiettivo: capire se la metformina, un farmaco antidiabetico, possa prolungare la vita umana.
La terapia genica vuole invece curare le malattie intervenendo direttamente sui geni difettosi. È di qualche mese fa la notizia del ritorno di He Jiankui, il biofisico cinese conosciuto per aver sperimentato illegalmente nel 2018 la tecnica di editing genetico Crispr su embrioni umani, con l’obiettivo di renderli meno suscettibili all’infezione da Hiv. Licenziato dall'università nel gennaio 2019 e condannato a tre anni di carcere, si sta preparando per altre ricerche. In un'intervista rilasciata al Wall Street Journal, He ha dichiarato di voler condurre sperimentazioni sugli esseri umani per il suo prossimo grande progetto: codificare la genetica per prevenire l’Alzheimer. Ha aggiunto che il Sudafrica potrebbe essere un buon posto dove cominciare, dato che il governo ha dichiarato di essere aperto al “potenziale significativo” di questi esperimenti. George Church, genetista di Harvard e cofondatore di Rejuvenate bio, ha introdotto geni nei topi per stimolare la produzione di proteine note come “fattori di Yamanaka”, che ringiovanirebbero le cellule e prolungherebbero la vita. Gli effetti sugli animali sono stati positivi, e l’azienda punta a replicare sugli esseri umani.
Infine, c’è lo sviluppo delle interfacce cervello-computer (Bci), cuffie o impianti invasivi inseriti chirurgicamente in testa per raccogliere segnali e amplificare le nostre capacità cognitive. Neuralink di Elon Musk, che la fa da padrone nel settore, ha permesso a un uomo paralizzato di controllare un computer con il pensiero, e sta sviluppando impianti per restituire la vista ai ciechi. In Cina, le Bci progrediscono molto velocemente a cause di normative abbastanza morbide e sperimentazioni sia su animali che su esseri umani. Gli scienziati del Dragone rosso hanno recentemente affermato di aver sviluppato la prima Bci bidirezionale non invasiva al mondo, che consente una comunicazione computer-cervello in entrambi i sensi. Su questi nuovi approcci bisogna comunque andare molto cauti: un conto è utilizzarli per il trattamento di malattie e condizioni debilitanti, un altro applicarli su esseri umani “sani”.
Staremo a vedere come si evolverà questa nuova frontiera. Intanto, occhi puntati sul Resort World di Las Vegas nel 2026.
Copertina: Gentrit Sylejmani/unsplash