Le sfide dell’euro nel contesto della trasformazione socio-ecologica
Dal vertice straordinario di La Hulpebri, l'invito all'integrazione del mercato dei capitali e dell'unione bancaria. Lo sviluppo sostenibile sia la stella polare.
Possiamo discutere di molte cose, ma dovrebbe esserci un comune accordo internazionale su questa semplice frase: "Il denaro fa girare il mondo". L'assioma è antico quanto l'umanità, le cui immagini e bibbie, leggende e canzoni ci parlano di vitelli d'oro, re Mida e Creso, figure faustiane e il gioco della dea Fortuna, e mettono in guardia noi umani cupidi, ingordi e, ahimè, così difficili da istruire.
Tuttavia, il denaro non è nulla di riprovevole, in fondo non è altro che il mezzo di scambio e di pagamento generalmente riconosciuto da una società. Così come l'Unione europea anni fa si è accordata sull'euro, che oggi, a 25 anni dalla sua introduzione, è riconosciuto come mezzo di pagamento in 20 Stati membri della cosiddetta eurozona. Nonostante alcuni difetti di progettazione che ancora oggi causano problemi e tensioni, l'euro ha semplificato e facilitato la vita dei cittadini, delle imprese e delle economie dei Paesi membri. Ha favorito l'integrazione economica in Europa e si è dimostrato un'ancora di stabilità durante le grandi crisi.
Nell'attuale crisi multipla, l'euro è di nuovo alla prova, ma ciò offre anche un'ulteriore opportunità per eliminare gli errori, le debolezze e le carenze esistenti. È auspicabile che le dichiarazioni d'intenti recentemente rilasciate al vertice straordinario dell'Ue a La Hulpe, vicino Bruxelles, su una maggiore integrazione e cooperazione, sul completamento del mercato dei capitali e dell'unione bancaria, siano seguite dall'azione - in linea con gli SDGs, in particolare con il Goal 17 stesso, e l'Agenda2030, che dovrebbe essere la stella polare e il punto di riferimento per tutti i progetti, programmi e le decisioni politiche a livello mondiale.
Draghi, Letta e Giovannini su competitività e investimenti sociali per il futuro dell’Europa
I materiali disponibili sulle relazioni dei tre italiani all’High level conference di La Hulpe. Con un’idea comune: l’Unione europea può sopravvivere nella competizione globale solo con una maggiore integrazione.
Una roadmap esiste già: della sua elaborazione il Consiglio dell’Unione europea ha incaricato Enrico Letta, nella sua attuale veste di presidente dell'Istituto Jacques Delors di Parigi. Nel rapporto sul futuro del mercato unico dell'Ue ora disponibile, Letta parla di "potenziamento del mercato unico per offrire un futuro sostenibile e prosperità a tutti i cittadini dell'Ue". Secondo l'analisi, le principali priorità sono la questione del finanziamento di una trasformazione equa, ecologica e digitale del mercato unico, l'allargamento coerente e ordinato dell'Ue, lo sviluppo e l'espansione delle capacità produttive europee nell'industria della sicurezza e della difesa e l'ulteriore armonizzazione nei settori energetico, digitale e finanziario. In circa 150 pagine, Letta sviluppa numerose idee e proposte su questi temi e conclude con il seguente appello: "The time to act is now. Dobbiamo lavorare tutti insieme per un mercato unico e un'Unione europea più forti". Resta da vedere come le istituzioni europee si posizioneranno e agiranno su questo rapporto e sulle raccomandazioni dopo le elezioni europee di giugno.
Le prossime elezioni europee definiranno il corso dei prossimi anni, politicamente, economicamente e socialmente molto impegnativi, e il futuro dell'Europa. Determineranno il progresso e il successo della trasformazione socio-ecologica. I critici di questa trasformazione asseriscono ripetutamente che i costi di questa riorganizzazione globale siano troppo elevati, ma bisogna chiedersi: quanto costerà a noi oggi e alle generazioni future se non facciamo gli investimenti e i cambiamenti necessari per proteggere il pianeta?
Il denaro non solo comanda il mondo, ma lo modella. I decisori politici ed economici, soprattutto nel settore finanziario, hanno il potere di definire il quadro normativo attraverso misure e regole adeguate e di portare avanti il cambiamento investendo nella trasformazione, in prodotti sostenibili e nelle innovazioni. E questo non dovrebbe essere e non sarà a nostro discapito: Con lo sviluppo sostenibile e con prodotti ecologici si può guadagnare altrettanto bene, si possono creare e garantire posti di lavoro e quindi prosperità per le persone. In definitiva, è solo una questione di come si imposta il business case. Ognuno di noi può dare un contributo attivo in questo senso nella vita di tutti i giorni: come consumatori, creiamo la domanda che configura l'offerta. Ciò significa che, attraverso il nostro comportamento di acquisto e di investimento, possiamo anche noi svolgere un ruolo attivo nel plasmare il mondo e il futuro. E nonostante il disincanto nei confronti della politica, nelle nostre libere democrazie dovremmo rendercene conto e apprezzare: siamo cittadini liberi, possiamo fare delle scelte, non solo dal 6 al 9 giugno alle elezioni europee, ma ogni giorno.
Il tema generale della finanza sostenibile è, ovviamente, molto più complesso e stratificato di quanto si possa discutere in questa sede. Esistono numerosi analisi, metodi, una vasta letteratura e diverse strategie (per la Germania, vi rimando alla Sustainable Finance Strategy, adottata nel maggio 2021, alla piattaforma dell'Agenzia federale per l'ambiente e alla pagina tematica del Consiglio tedesco per lo sviluppo sostenibile e il Green and Sustainable Finance Cluster Germany). Per una discussione più approfondita, vi invitiamo già adesso al dialogo italo-tedesco del 16 maggio 2024 nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Insieme a esperti tedeschi e italiani, affronteremo l'argomento, scambieremo opinioni, chiariremo le esigenze di riforma, svilupperemo soluzioni e prospettive per una cooperazione italo-tedesca sostenibile a livello bilaterale, europeo e internazionale.
Copertina: micheile henderson