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Stati Uniti: la carenza di manodopera accelera la corsa all’automazione

Mentre milioni di americani abbandonano il loro lavoro, la sostituzione con i robot accelera in diversi settori produttivi. Ma il rischio è che aumentino i divari di reddito.

di Andrea De Tommasi

La carenza di manodopera e l’aumento dei salari stanno spingendo le imprese statunitensi a investire nell’automazione. Come riporta Bloomberg news, un recente sondaggio della Federal reserve sui direttori finanziari ha rilevato che un terzo delle aziende che incontrano difficoltà nell’assumere personale sta implementando l’automazione per sostituire i lavoratori. In una videoconferenza con gli investitori, David Zapico, amministratore delegato della società di robotica Ametek, che produce tra l’altro apparecchiature automatiche per le aziende, ha affermato in maniera piuttosto netta che la sua azienda si sta espandendo in modo efficace perché “l’obiettivo dell’industria è rimuovere il lavoro dall’economia”. Anche i dirigenti di Hormel foods corp e Domino’s pizza hanno riferito che stanno adottando tecnologie e attrezzature innovative nel tentativo di ridurre i costi del lavoro e rispondere a “un’offerta ridotta di manodopera”, come l’ha definita il vicepresidente di Hormel Mark Coffey. Ad agosto il ceo di Tesla Elon Musk aveva fatto scalpore presentando un robot umanoide, chiamato Tesla Bot, la cui missione sarebbe quella di eseguire determinati compiti “pericolosi, ripetitivi e noiosi”. In quella occasione l’imprenditore aveva affermato che con la crescita dell’automazione “il lavoro fisico in futuro sarà una scelta. Questo è il motivo per cui penso che a lungo termine sarà necessario un reddito di base universale”.

Secondo l’ultimo rapporto del Dipartimento del lavoro americano, una cifra record di 4,3 milioni di persone nel Paese ha lasciato il lavoro in agosto. Sarebbe questo uno dei motivi per cui i datori di lavoro hanno enormi problemi a trovare personale. Alcuni economisti avvertono però che più a lungo milioni di cittadini americani rimangono ai margini del mercato del lavoro, maggiore è il rischio che l’automazione possa peggiorare i divari di reddito e ricchezza degli Stati Uniti. “Continuando così, la domanda di lavoro crescerà lentamente, la disuguaglianza aumenterà e le prospettive per molti lavoratori con un basso livello di istruzione non saranno molto buone”, ha affermato Daron Acemoglu, professore al Massachusetts institute of technology (Mit), in una recente audizione presso l’House select committee on economic disparity and fairness in growth (Comitato ristretto della Camera sulla disparità economica e l’equità nella crescita). Non è un risultato inevitabile, ha aggiunto Acemoglu: il know-how scientifico potrebbe essere utilizzato “per sviluppare tecnologie più complementari ai lavoratori". Ma, con l’affermazione del modello di automazione delle Big Tech, che serve principalmente a fornire “un modello semplice per ridurre i costi del lavoro”, (…) questa non è la direzione in cui sta andando la tecnologia attualmente”.

di Andrea De Tommasi

 

martedì 23 novembre 2021