Tra donne e scienza un rapporto difficile. L’importanza dei modelli positivi
Le biografie delle scienziate aiutano bambine e ragazze ad avvicinarsi a un mondo da sempre considerato appannaggio maschile.
di Annamaria Vicini
In tono un po’ minore rispetto ad anni precedenti, l’11 febbraio si è celebrata la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, indetta dall’Unesco per ricordare il ruolo del genere femminile in questo settore così importante per la società presente e futura.
Ma ha ancora senso questa ricorrenza?
Indubbiamente sì, se pensiamo che le donne laureate nelle materie Stem (science, technology, engineering, mathematics) sono solo circa il 30% del totale, con l’unica eccezione dell’ambito chimico-farmaceutico e geo-biologico, dove il rapporto tra maschi e femmine appare rovesciato con rispettivamente il 66,5% e il 66,3% di laureate.
“Si è stimato che per raggiungere la parità di genere in ambito scientifico occorrerebbero 258 anni”, è il commento di Sara Sesti, che con il suo libro Scienziate nel tempo combatte questa difficile battaglia fin dal lontano 1997, quando ha curato per il Pristem dell’Università Bocconi il primo studio italiano sul rapporto delle donne con la scienza. Il libro, che contiene più di cento biografie di donne distintesi in vari campi del sapere scientifico, viene dall’autrice continuamente aggiornato.
Perché, se si vuole che la profezia un po’ sciagurata sull’incapacità di astrazione delle donne non si avveri e che il tempo della riscossa si avvicini, è fondamentale che le bambine e le ragazze abbiano modelli a cui ispirarsi.
“La situazione è in miglioramento, ma c’è ancora molto da fare”, sostiene l’autrice, ex insegnante di matematica alle superiori e attualmente formatrice di insegnanti, oltre che membro dell’associazione Donne e scienza e della Libera Università delle Donne di Milano. “Lo stereotipo secondo cui le donne sarebbero inadatte alle discipline Stem è molto radicato. Bisogna far capire quanta matematica c’è nelle azioni che compiamo nella nostra vita quotidiana, ma devono cambiare anche i modelli trasmessi dalla famiglia e dai media”.
La scuola ovviamente gioca un ruolo importante, perché è diverso insegnare in modo esclusivamente astratto o utilizzando anche esperimenti in laboratorio. E poi prima si inizia e meglio è, a partire dalla materna quando gli stereotipi ancora non si sono sedimentati. “Non ha senso dire che per le materie scientifiche o si è portati o non si può riuscire”, sostiene ancora Sara Sesti. “Ci sono studi in campo psicologico che hanno dimostrato che la mente può essere allenata, come qualsiasi altro organo”.
Per le ragazze più grandi la conoscenza di modelli positivi riveste tuttavia un ruolo fondamentale. “Se ce l’ha fatta lei, ce la posso fare anch’io”, è il meccanismo che scatta conoscendo la vita di scienziate come Fabiola Gianotti, Samantha Cristoforetti o Rita Levi Montalcini. Senza contare che anche l’idea delle scienziate come sante votate alla loro professione e destinate a rinunciare a una vita affettiva sta ormai tramontando.
Sesti racconta che la chimica italo-statunitense Carolyn Bertozzi, unica donna vincitrice di un Nobel scientifico nel 2022, negli anni dell’università ad Harvard suonava le tastiere in una band con il chitarrista Tom Morello che si è esibito a Sanremo con i Maneskin. Inoltre ha una moglie e tre figli. Una Nobel decisamente rock e fuori dagli schemi!
Ma anche il teatro può contribuire ad avvicinare le donne alla scienza. Per celebrare la ricorrenza voluta dall’Unesco sabato scorso al Pacta dei Teatri di Milano si è tenuto con grande successo di pubblico lo spettacolo Scienziate visionarie. Il mondo che vogliamo, con la regia di Maria Eugenia d’Aquino e la partecipazione di Cristina Mangia, fisica ambientale e ricercatrice del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Sabrina Presto, fisica, ricercatrice e divulgatrice Cnr, Sara Sesti, matematica ricercatrice in Storia della scienza. La rappresentazione ha portato alla ribalta le storie di Donella Meadows e Alice Hamilton, due figure chiave nella sostenibilità ambientale, nella salute e sicurezza nel mondo del lavoro.