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Economia di prossimità: collaborazione, condivisione, sostenibilità

Partire dalle esigenze della comunità e restituire valore al territorio: queste le basi di un nuovo tipo di economia locale. L’esempio di Roma e della sua “food policy”.  

di Rossella Sobrero 

L’attenzione a un’economia che parte dalle esigenze delle comunità e restituisce valore al territorio, l’impegno per rigenerare interi quartieri, il desiderio di rendere più fruibili gli spazi pubblici: questi alcuni segnali di quella che molti definiscono “economia di prossimità”.

In questo scenario si colloca anche una nuova sensibilità delle istituzioni per il miglioramento della vivibilità urbana e una maggior integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 in molti progetti di dimensione locale.

Uno scenario che vede anche la decisione di alcune grandi città di dotarsi di una food policy per armonizzare le attività di produzione, trasformazione, distribuzione, acquisto, consumo e smaltimento del cibo.

Dopo Milano anche Roma – che ricordiamo è il più grande comune agricolo d’Italia – ha deciso di dare vita a un progetto per sensibilizzare e coinvolgere i diversi attori sociali. Nell’area metropolitana sono presenti molte aziende agricole che rappresentano una risorsa fondamentale per l’approvvigionamento dei cittadini da filiere corte.

Il percorso verso la definizione della food policy di Roma è stato gestito attraverso un programma aperto e partecipativo: 50 realtà tra enti, associazioni, cooperative e singoli cittadini hanno dato vita nel 2019 a un Comitato promotore che ha definito un documento di food policy approvato lo scorso aprile dall’amministrazione comunale. Un esempio di collaborazione e condivisione che ha gettato le basi per una nuova politica del cibo nella capitale.

di Rossella Sobrero, presidente Ferpi

lunedì 20 dicembre 2021