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FutureCoal: a cosa punta la coalizione che vuole rendere “sostenibile” il carbone

La World coal association lancia un’operazione di rebranding. Obiettivo: rispondere alle critiche sui livelli di inquinamento. Alcune innovazioni messe in campo, ma per l’Ipcc il consumo di carbone deve diminuire del 70% entro il 2050.

mercoledì 29 novembre 2023
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“Mentre il mondo si sposta verso fonti di energia più pulita, un gruppo che rappresenta l’industria del combustibile fossile più inquinante di tutti prova a ripulire la propria immagine aggiungendo ‘sostenibile’ al proprio nome” scrive Bloomberg, riferendosi alla scelta della World coal association di chiamarsi FutureCoal e definirsi una “alleanza globale per il carbone sostenibile”.

“FutureCoal potrebbe sembrare audace ad alcuni, ma per molti è semplicemente rappresentativo della realtà con cui ci dobbiamo confrontare” ha affermato Michelle Manook, chief executive officer dell’associazione. Tra gli obiettivi di FutureCoal c’è quello di smascherare “le idee sbagliate e le critiche rivolte al carbone”, si legge sul sito. L’associazione vuole modernizzare il settore e ridurre le emissioni, attraverso l’innovazione dei processi precedenti e successivi alla combustione, oltre all’attività di combustione stessa. Le misure da adottare comprendono l’estrazione mineraria di precisione, l’utilizzo dei sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio e la possibilità di esplorare nuove opportunità di applicazione del carbone.

Come sottolinea Bloomberg, a livello globale il carbone è il principale responsabile delle emissioni che riscaldano il Pianeta. Le stime del più recente Global carbon budget, realizzato dal Global carbon project e riportato da BloombergNef, hanno evidenziato un livello record nelle emissioni da combustibili fossili nel 2022, causate per il 40% dal carbone.

La domanda è tuttavia rimasta stabile negli ultimi anni, con un ritorno a seguito della pandemia e dell’invasione russa in Ucraina. In alcuni Paesi, come l’India, si stanno costruendo nuove centrali a carbone per soddisfare la crescente richiesta di energia.

Ma il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite è chiaro: per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto all’era preindustriale l’uso di carbone dovrebbe diminuire di oltre il 70% entro il 2050. L’Agenzia internazionale per l’energia prevede che la domanda di carbone e degli altri combustibili fossili raggiungerà un picco prima del 2030.

Il cambiamento arriva alla vigilia della Cop28, l’annuale Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, che quest’anno si svolge dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Tra i temi da discutere ci sono anche i tempi e le modalità per ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili e accelerare la transizione energetica.

Fonte dell'immagine di copertina: arturnyk/123rf