Stati Uniti: le risorse rinnovabili sorpassano per la prima volta il carbone
Secondo l'Eia, le energie rinnovabili sono la seconda fonte di elettricità del 2020, dopo il gas naturale. Ma attenzione: nel 2021 potrebbe esserci una risalita del carbone.
di Flavio Natale
Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, le energie rinnovabili sono diventate la seconda fonte di elettricità più diffusa nel 2020 dopo il gas naturale, secondo i dati provenienti dalla Us energy information administration (Eia). Nel 2020, le fonti di energia rinnovabile, tra cui eolica, solare, idroelettrica e geotermica, hanno infatti rappresentato il 21% di tutta l'elettricità generata nel Paese. Il carbone è sceso al 19%, mentre l’energia nucleare al 20%.
Nello specifico, le risorse rinnovabili hanno generato un record di 834 miliardi di kilowattora (kWh) di elettricità. Solo il gas naturale (1617 miliardi di kWh) ha fatto di meglio, rappresentando il 40% di tutta la produzione elettrica generata lo scorso anno. Il nucleare si è invece attestato a 790 miliardi di kWh, mentre il carbone a 774 miliardi di kWh. “Questo risultato è dovuto principalmente al consumo significativamente inferiore di carbone nella produzione di elettricità negli Stati Uniti e all'uso costantemente crescente di energia eolica e solare”, ha sottolineato il documento Eia.
“Questa è un’enorme pietra miliare per le energie rinnovabili, che segnala il declino significativo e continuo del carbone nell'ultimo decennio”, si legge su The Byte. La produzione di elettricità dal carbone è diminuita del 20% rispetto al 2019, mentre le energie rinnovabili sono aumentate del 9% nello stesso periodo.
Secondo i dati dell’Agenzia, l'energia eolica è attualmente la fonte di elettricità rinnovabile più diffusa negli Stati Uniti, cresciuta del 14% rispetto al 2019. La generazione solare su scala industriale (progetti superiori a un megawatt) è aumentata del 26% rispetto allo scorso anno, mentre il solare su piccola scala (come, ad esempio, i pannelli solari a uso domestico) è aumentato del 19%.
“La produzione di elettricità da carbone negli Stati Uniti ha raggiunto il picco di 2016 miliardi di kWh nel 2007 e da allora gran parte di quella capacità è stata sostituita o convertita in gas naturale”, riporta il documento. L'energia elettrica nucleare è diminuita invece del 2% – tra il 2019 e il 2020 – perché diverse centrali nucleari sono andate in pensione e altre sono state sottoposte a ingenti operazioni di manutenzione, che ne hanno rallentato i ritmi produttivi.
Ma l’Eia avverte di non cantare vittoria troppo presto. “Prevediamo che la produzione di elettricità a carbone aumenterà negli Stati Uniti durante il 2021, poiché i prezzi del gas naturale saliranno e il carbone diventerà più competitivo dal punto di vista economico”. Sulla base delle previsioni dello Short-Term energy outlook (Steo), si prevede che la produzione elettrica proveniente dal carbone, nel 2021, aumenterà del 18% in ogni settore (rispetto ai livelli del 2020), prima di scendere del 2% nel 2022. Le rinnovabili cresceranno invece del 7% nel 2021 e del 10% nel 2022. “Di conseguenza, prevediamo che il carbone sarà la seconda fonte di elettricità più diffusa nel 2021 e le rinnovabili la seconda fonte più diffusa nel 2022”. L’energia elettrica proveniente dal nucleare, invece, subirà diminuzioni costanti – 2% nel 2021 e 3% nel 2022 – in quanto alcuni generatori verranno ritirati dal mercato.
di Flavio Natale