La crisi climatica minaccia il mercato immobiliare, chi pagherà il conto?
Un decimo del valore delle proprietà residenziali del mondo è minacciato dal riscaldamento globale, con conseguenze enormi sul mercato finanziario mondiale. Una questione che investe risorse personali, sistema assicurativo e governi.
Entro il 2050, il cambiamento climatico e i suoi effetti potrebbero ridurre del 9% il valore delle abitazioni nel mondo, ha scritto l’Economist lo scorso 13 aprile. Una perdita equivalente a circa 25mila miliardi di dollari che rappresenta una sfida significativa per le persone e per il sistema finanziario globale.
Il mercato immobiliare è un pilastro fondamentale dell'economia ed è cruciale valutare attentamente l’impatto che la crisi climatica avrà su di esso. Una questione, secondo l’Economist, ancora troppo sottovalutata e che non vede, al momento, i suoi riflessi sul mercato. Infatti, sembra non si stia rispondendo adeguatamente alla minaccia. Ad esempio, i prezzi delle case a Miami, in Florida, una zona sempre più colpita da eventi meteorologici estremi e dal rischio di innalzamento del livello del mare, sono aumentati dell'80% nell'ultimo decennio.
Le soluzioni: far fronte a un costo maggiore per le riparazioni, investire nella protezione e modificare le case per limitare i cambiamenti climatici. Ma il principale problema riguarda la questione di chi debba effettivamente sostenere questi costi: i proprietari? Le assicurazioni? Lo Stato?
In teoria, i proprietari dovrebbero vedere una diminuzione del valore delle loro proprietà se si trovano in zone ad alto rischio climatico. Ma per ora, come si è visto a Miami, i prezzi delle case mostrano pochi segni di adattamento al cambiamento climatico e spesso reagiscono solo dopo che un disastro ha colpito, rendendo impossibile effettuare investimenti preventivi. Inoltre, molti proprietari potrebbero non aver valutato il rischio quando hanno acquistato le loro case, date le incertezze sull'impatto del cambiamento climatico.
Le compagnie assicurative rappresentano un'altra parte interessata, ma affrontano sfide significative. “Con il peggioramento del clima e l’aumento della frequenza delle catastrofi naturali, l’assicurazione sulla casa diventa sempre più costosa”, scrive il giornale inglese, “in alcuni luoghi, potrebbe diventare così cara da far crollare i prezzi delle case; alcuni esperti avvertono di una “bolla assicurativa climatica” che colpisce un terzo delle case americane”. Alcune aree infatti, stanno diventando “inassicurabili”, con costi ormai troppo alti sia per chi deve risarcire i danni che per chi deve pagare le polizze.
I governi possono svolgere un ruolo cruciale nell'affrontare questi problemi, costruendo infrastrutture resilienti e fornendo incentivi per l'adattamento delle case. Tuttavia, avverte l’Economist, devono evitare di sovvenzionare eccessivamente gli assicuratori o garantire esplicitamente i rischi climatici, poiché ciò potrebbe indebolire gli incentivi per gli investimenti privati nella resilienza delle proprietà e comportare rischi finanziari per i contribuenti.
“Il conto di 25mila miliardi di dollari", conclude il settimanale, "porrà problemi in tutto il mondo. Ma non fare nulla oggi renderà solo più doloroso il domani. Sia per i governi che per i proprietari di case, la risposta peggiore al problema degli alloggi sarebbe quella di ignorarlo”.