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Il futuro delle foreste tropicali passa anche dagli animali

Uno studio del Mit dimostra come la diminuzione della fauna che disperde i semi possa portare a una notevole riduzione dell'assorbimento di carbonio nelle foreste. Ecco come invertire la tendenza.

lunedì 18 agosto 2025
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La biodiversità animale è una leva cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico. Un legame profondo, ma spesso trascurato. Un recente studio del Massachusetts institute of technology (Mit), pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, rivela che la perdita di animali che disperdono i semi (uccelli, scimmie o pipistrelli) può compromettere in modo significativo la capacità delle foreste tropicali di rigenerarsi e assorbire carbonio nell’atmosfera.

La ricerca, coordinata da Evan Fricke del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale del Mit, mostra che le foreste tropicali che ricrescono naturalmente dopo la deforestazione, quando sono ancora abitate da una ricca varietà di animali, possono assorbire fino a quattro volte più carbonio rispetto a foreste simili in cui questi animali sono scomparsi. “Quando perdiamo i nostri animali, perdiamo l’infrastruttura ecologica che mantiene le nostre foreste tropicali sane e resistenti”, ha affermato Fricke.

I ricercatori del Mit hanno analizzato dati relativi a oltre 17mila siti di vegetazione tropicale, integrando informazioni su biodiversità animale, spostamenti, dispersione dei semi e accumulo di carbonio. Hanno quindi creato un vero e proprio “indice di interruzione della dispersione dei semi”, collegandolo all’efficienza delle foreste nella cattura del carbonio. I risultati hanno mostrato che, in media, la perdita di animali che disperdono i semi comporta una riduzione annua di 1,8 tonnellate di carbonio assorbito per ettaro, pari a una riduzione della crescita del 57%, con un impatto maggiore nelle foreste in rigenerazione. “È chiaro come il cambiamento climatico minacci la biodiversità, e ora questo studio mostra come la perdita di biodiversità possa esacerbare il cambiamento climatico”, ha detto ancora Fricke.

Per sostenere gli animali che disperdono i semi, i ricercatori auspicano interventi che proteggano o migliorino i loro habitat e che riducano la pressione sulle specie: dai corridoi faunistici, ovvero spazi che consentono alla fauna di muoversi liberamente, alle restrizioni al commercio di animali selvatici. “Trascurare l'impatto dell'interruzione della dispersione dei semi”, scrivono, “può portare a sovrastimare il potenziale di ricrescita naturale in molte aree e a sottovalutarlo in altre”.

 

Copertina: Unsplash