Interviste al futuro: chiediamo all’intelligenza artificiale come cambierà il mondo
Esploriamo le opportunità e le criticità dell’utilizzo sempre maggiore dell’Ai. Con una nuova rubrica che pone domande stringenti ai sistemi di chat intelligenti.
a cura di Maddalena Binda
Quando la redazione di FuturaNetwork ha “intervistato” ChatGpt sugli scenari per l’umanità al 2050, tra i possibili scenari catastrofici è stata citata anche la possibilità che l’intelligenza artificiale (Ai) superi le capacità dell’essere umano, con preoccupazioni legate alla mancanza di regolamentazione e di trasparenza e rischi per l’occupazione e la sopravvivenza stessa degli umani. Dall’intervista e dalla crescente diffusione di sistemi di intelligenza artificiale (Ai) nasce l’idea di “Interviste al futuro”: una serie di domande stringenti poste ai sistemi di Ai, per esplorare l’impatto, le opportunità e le criticità legate a un uso sempre maggiore dell’intelligenza artificiale. E le risposte sono certamente interessanti perché Ai, come quasi tutti gli intervistati umani, comincia con risposte generiche per poi scendere, se costretta dalle domande, a sviluppare concetti più precisi e interessanti.
L’intelligenza artificiale cancellerà la creatività umana? Quale contributo potrà dare alla ricerca scientifica? Potrà diagnosticare più rapidamente alcune malattie? Come cambieranno i sistemi educativi? Queste alcune delle domande che FuturaNetwork porrà ai sistemi di intelligenza artificiale. A partire da ChatGpt, la chat sviluppata da OpenAi e disponibile a tutti da fine novembre del 2022 che, basandosi su articoli di giornale, libri, pubblicazioni scientifiche e testi di canzoni, è in grado di conversare in modo coerente, articolando risposte elaborate. ChatGpt formisce risultati sorprendenti, ma ha anche vari limiti. Il primo è che i creatori hanno caricato informazioni fino al 2021, quindi per esempio non può dirci nulla sulla guerra scatenata dalla Russia. Il secondo è che talvolta sbaglia clamorosamente perché basa la sua valutazione sulla veridicità di un fatto o di una affermazione, sulla sua frequenza statistica con la quale compare in rete. Quindi una fake news molto ripetuta rischia di essere presa come verità. Le risposte dell’Ai in sintesi possono essere considerate come degli ottimi semilavorati, che però richiedono il controllo di una persona esperta per essere finalizzati e resi credibili.
di Maddalena Binda