Le ingiuste, irrisolte emissioni del trasporto aereo
Una grande parte delle emissioni di CO2 nel mondo avviene in un contesto non regolamentato da accordi internazionali, dice uno studio del Global Environmental Change. La pandemia è un'occasione per ripensare il sistema in termini di governance dell'aviazione e impatti sui cambiamenti climatici.
di Luca De Biase
Stefan Gössling e Andreas Humped ricostruiscono il ruolo dell’aviazione nella produzione di CO2, mostrano come queste emissioni siano collegate a un servizio largamente squilibrato sul piano sociale, discutono della regolamentazione in materia che appare nettamente inadeguata. Prima della crisi del Covid-19, si prevedeva che la domanda globale di trasporto aereo sarebbe triplicra tra il 2020 e il 2050. La pandemia che ha bloccato questa crescita e ridotto radicalmente il trasporto aereo è un occasione, dicono gli autori, per ripensare il sistema.
La popolazione coinvolta è limitata. La quota di popolazione mondiale che ha viaggiato in aereo nel 2018 era dell’11% e la quota che ha fatto viaggi internazionali in aereo quell’anno non superava il 4% della popolazione mondiale. I viaggiatori frequenti, l’1% della popolazione mondiale, hanno causato oltre il 50% delle emissioni totali dovute al trasporto aereo di passeggeri. Una grande parte delle emissioni di CO2 nel mondo avviene in un contesto non regolamentato da accordi internazionali. Si stima che nel 2018 l’aviazione abbia bruciato 320 milioni di tonnellate di carburante e abbia generato un miliardo di tonnellate di CO2, delle quali l’88% a causa dell’aviazione civile (di questi l’81% per trasporto passeggeri e 19% per trasporto merci), l’8% a causa dell’aviazione militare e il 4% a causa dei voli privati.
La risposta che gli umani devono dare al cambiamento climatico non può non tener conto del peso enorme dell’aviazione sulle emissioni di CO2. E non può non tener conto che quelle emissioni non sono regolamentate da nessuna autorità nazionale. La crisi legata al Covid-19 potrebbe aprire la strada a una nuova regolamentazione.
di Luca De Biase, giornalista