Festival dello sviluppo sostenibile, una grande occasione per discutere di futuro e di Europa
Scenari al 2030 e al 2050 che mettono in evidenza i vantaggi economici e sociali per l’Italia di una transizione ecologica accelerata; il nostro volume “Mille schegge di futuro” e tanti altri eventi sulle scelte di oggi per un mondo di domani più giusto.
a cura della redazione
# Guardiamo al futuro è la scritta che campeggiava dietro gli oratori nella conferenza stampa di presentazione dell’ottava edizione del Festival dello sviluppo sostenibile, inaugurato il 7 maggio a Ivrea e che proseguirà fino al 23 con oltre mille eventi su tutto il territorio nazionale. E il comunicato di annuncio si apriva con queste parole: “Guardare a un futuro migliore per agire con consapevolezza nel presente”.
Fin dalla sua nascita nel 2017 il Festival ha rappresentato la più grande occasione di mobilitazione della società civile sui temi dell’Agenda 2030 dell’Onu. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile lo organizza con una formula innovativa, stimolando la nascita di numerosi eventi sul territorio, promossi da associazioni, scuole, università ed enti locali, ma anche imprese e singoli cittadini, che si affiancano alle principali iniziative promosse dalla stessa ASviS.
Nel tempo, mentre cresceva la percezione dei cittadini sull’importanza della sostenibilità, è apparso sempre più chiaro che discutere di sviluppo sostenibile voleva dire parlare di scenari futuri e di scelte individuali e collettive necessarie oggi per determinare un futuro che non lasci nessuno indietro e che rispetti il pianeta, come indicato dall’Agenda 2030, tuttora unica bussola condivisa da 193 Paesi per convergere su obiettivi comuni di sviluppo sostenibile.
In questi anni però la pandemia, le guerre, l’accelerarsi del cambiamento climatico, la tendenza alla polarizzazione sia nel dibattito interno a molte nazioni sia nel contesto geopolitico, hanno reso molto più complessi i temi della collaborazione multilaterale e provocato gravi ritardi, tanto da spingere il segretario dell’Onu Antonio Guterres a convocare per settembre un Summit sul futuro per sondare le effettive intenzioni dei leader mondiali. È sempre più chiaro, insomma, che è necessario spingere lo sguardo almeno fino a metà secolo, perché ormai molte decisioni si proiettano con impegni ed effetti nei prossimi decenni, dalla salvaguardia della biodiversità al disegno di un mondo “climate neutral” per il 2050. Ed è proprio per parlare di orizzonti a medio e lungo termine che l’ASviS, insieme ad altri centri di ricerca sugli scenari, ha costituito quattro anni fa il sito futuranetwork.eu, che collabora al Festival con una propria iniziativa.
Come costruire un futuro sostenibile: le raccomandazioni di Guterres
Ridurre il divario digitale, regolare la diffusione della disinformazione online e ripensare a un nuovo multilateralismo sono alcune delle proposte contenute nei policy brief pubblicati in vista del Summit sul futuro.
Ma andiamo con ordine. Dopo la conferenza stampa del 3 maggio, la visione del futuro nel Festival è stata discussa lunedì 6 ad Alta sostenibilità, la trasmissione ASviS in onda su Radio radicale, con Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, Anna Colombo, esperta ASviS e già funzionaria del Parlamento europeo, e Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore esecutivo di Ecco think tank.
Nel convegno di inaugurazione che si è svolto a Ivrea il 7 maggio, è stato presentato il rapporto “Scenari per l’Italia al 2030 e al 2050. Le scelte da compiere ora per uno sviluppo sostenibile” che mette a confronto, tra l’altro, i programmi delle forze politiche in vista delle elezioni europee e contiene un’inedita analisi realizzata dall’ASviS con Oxford Economics sugli scenari futuri dell’Italia al 2030 e al 2050. In particolare, vengono valutati quattro scenari per il futuro del Paese, da quello più auspicabile della “Net Zero transformation”, a quelli insoddisfacenti del “business as usual” e della transizione tardiva, fino a quello catastrofico derivante dall’inazione.
L'Associazione dei futuristi italiani organizza il 10 maggio a Roma, nell'ambito del Festival dello sviluppo sostenibile, il convegno annuale dal titolo “Salute e benessere - Tra futuro umano e digitale”. Tra i temi trattati, con un formato interattivo e aperto, le nuove sfide in tema di salute mentale, gli impatti dell’intelligenza artificiale nel settore, innovazione tecnologica e nuove professionalità.
Quello stesso giorno FUTURAnetwork presenterà il volume “Mille schegge di futuro”, che sintetizza i quattro anni di lavoro del nostro sito: 35 schede per argomento, con un QR Code che permetterà di accedere all’edizione online con i link a numerosi articoli. Nella seconda parte sono riportate le “interviste dal futuro”, dialoghi virtuali con personaggi del passato interrogati attraverso l’intelligenza artificiale. Da Keynes a Garibaldi, da Marilyn Monroe a Martin Luther King, crediamo si tratti di un esperimento interessante di cui vi offriamo una valutazione nello stesso volume.
Il giorno dopo al Salone del libro di Torino, nell’ambito del cartellone del Festival, si terrà l’evento “I futuri secondo FUTURAnetwork”, un dialogo tra esperti per indagare gli scenari possibili e quelli desiderabili che caratterizzeranno il nostro futuro.
Ma anche tanti altri eventi della manifestazione di quest’anno parlano di futuro: l’8 a Roma l’evento “Verso il Summit del futuro - Cooperazione internazionale, multilateralismo, società civile”; il 9 a Torino l’incontro “L’Europa al bivio: quali scenari in vista delle elezioni”, che affronterà il ruolo chiave giocato dall’Unione europea rispetto alle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile. Qualche giorno dopo, il 21, Palermo ospiterà l’evento “Una e (in)divisibile? Scenari per orientarsi nei futuri della scuola”: sul tavolo i divari territoriali di apprendimento, la qualità degli ambienti scolastici, ma anche il ruolo dell’orientamento e le competenze di cittadinanza.
Infine, il convegno conclusivo alla Camera dei deputati, giovedì 23 maggio, raccoglierà le proposte dell’ASviS alla vigilia delle elezioni europee per arrivare davvero a un mondo di domani “che non lasci nessuno indietro”, come indica l’Agenda 2030.