Presentato a Futuradio il Museo dei futuri, per gli oggetti di domani
Un progetto virtuale che vuole raccontare e condividere prodotti e soluzioni che preparano il futuro. L’iniziativa, ideata da Enrico Giovannini e Luca De Biase in collaborazione con Rai Radio 3, partirà all’inizio del 2024.
di Maddalena Binda
“Il Museo dei futuri sarà un luogo, per ora non fisico, in cui proveremo a far entrare in contatto gli ascoltatori con i ricercatori che stanno lavorando a nuove soluzioni per il futuro” ha spiegato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. Il progetto, ideato in collaborazione con il giornalista Luca De Biase e con il coinvolgimento di Rai Radio 3, è stato presentato a Bolzano all’interno del Festival “Futuradio”.
A partire dal 2024, il Museo dei futuri racconterà, con cadenza settimanale, idee, oggetti e soluzioni sui futuri possibili. Grazie a una piattaforma digitale sarà possibile riascoltare le puntate del podcast, osservare immagini e consultare il materiale fornito dalle ricercatrici e dai ricercatori. “Il museo è un importantissimo tassello di un progetto più ampio che vorremmo realizzare nei prossimi anni, ovvero la creazione di un Istituto sul futuro” ha dichiarato Giovannini.
Coinvolti nell’iniziativa anche diversi musei del territorio nazionale che hanno risposto con entusiasmo, come ha sottolineato Michele Lanzinger, direttore scientifico del Muse di Trento e presidente di Icom Italia, network italiano di musei e professionisti museali associato al Consiglio internazionale dei musei.
“Il Museo dei futuri può essere una strada per l’alfabetizzazione allo studio dei futuri” ha affermato il giornalista Luca De Biase. D’accordo anche Roberto Poli dell’Università di Trento: “è uno strumento che serve per documentare e conoscere i futuri verso cui stiamo andando. Sviluppando conoscenza forse potremmo prendere decisioni migliori”. Roberto Poli ha anche ricordato l’importanza che lo studio dei futuri ha in altri Paesi: a livello europeo, ad esempio, c’è il Commissario che si occupa di strategic foresight il segretario generale delle Nazioni unite ha invitato tutti i Paesi a fare esercizi di futuro.
Una nuova idea di museo
Negli ultimi anni il concetto di museo è cambiato significativamente, passando da luogo di conservazione ed esposizione del patrimonio culturale a spazio per l’approfondimento, l’inclusione e la sostenibilità. Questa trasformazione è evidente nella nuova definizione di museo approvata nel 2022 dall’Icom.
Un museo è una istituzione non profit e permanente a servizio della società che ricerca, raccoglie, conserva, interpreta ed espone l’eredità materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente, professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo una varietà di esperienze per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione della conoscenza.
Il museo diventa così un “luogo dell’anima”, come ha affermato Antonio Lampis, direttore del dipartimento Cultura italiana, ambiente ed energia della Provincia autonoma di Bolzano, perché il visitatore può trarre piacere e benessere dall’apprendimento e dalla conoscenza. I musei devono quindi imparare a raccontare le proprie collezioni, collaborando con la televisione, il cinema e il teatro. “Spero che questa iniziativa abbia anche un luogo fisico” ha commentato Lampis, suggerendo Bolzano come sede per il Museo dei futuri.
Durante l’evento di presentazione si è parlato anche di come potrebbero essere i musei nel futuro. “Potrebbero essere riorganizzati per grandi temi: ci sarà il Museo del tempo, il Museo dell’amore, e tutte le componenti, dalla letteratura alla scienza, saranno insieme” ha ipotizzato Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d'arte contemporanea.
Per Lampis, sarà inoltre necessario esplicitare i valori e le motivazioni di alcune scelte museali e i modi in cui le mostre possano essere utili alla comunità. Solo in questo modo si potranno coinvolgere le nuove generazioni.
L’incontro si è concluso con la testimonianza di Sara Segantin, giornalista scientifica e scrittrice, tra le fondatrici di Fridays for future Italia, che ha raccontato il dialogo e il confronto tra i musei e alcune associazioni ambientaliste italiane.
Riascolta l’evento di presentazione
Fonte dell'immagine di copertina: Radio3scienza