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Rapporto Coop: tra timori e ottimismo, cosa si aspettano gli italiani dal futuro

Guerre, eventi naturali estremi, intelligenza artificiale, inflazione e riduzione della capacità di spesa: il 2023 è stato un anno di emergenze in ogni ambito. Unica eccezione: l’atteggiamento positivo del sistema Paese.

di Sofia Petrarca

L’aumento dell’inflazione, salari inadeguati, conflitti, eventi climatici estremi, trasformazione del lavoro con gli avanzamenti dell’intelligenza artificiale condizionano le aspettative degli italiani e avranno effetti significativi sulla loro vita quotidiana. Tuttavia, nonostante le difficoltà, le persone mantengono un senso di fiducia e ottimismo, e contano di adottare nei prossimi mesi uno stile di vita più consapevole e sostenibile.

È quanto emerge dal “Rapporto Coop – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio studi con la collaborazione scientifica di Nomisma, di cui è stata pubblicata l’anteprima digitale all’inizio di settembre: un’analisi che fornisce alle imprese conoscenze e riferimenti utili per comprendere i cambiamenti in corso dal punto di vista economico, sociale e ambientale. L’edizione 2023 si concentra su “futuro multiplo e punti di rottura” e, attraverso sondaggi mirati e interviste ai manager italiani, esamina gli effetti di questi cambiamenti sulla vita quotidiana delle persone.

L’emergenza climatica

Il 2023 è stato segnato da un enorme numero di eventi meteorologici estremi in tutto il mondo: solo l’Italia ha registrato un aumento del 64% rispetto all’anno precedente. Entro il 2050 si prevede un incremento della desertificazione pari al 60%, una crescita della domanda di acqua del 20-30% e le persone nel mondo a rischio di emergenza idrica raggiungeranno i cinque miliardi. Sempre entro il 2050 si prevedono 1,2 miliardi rifugiati climatici.

Secondo il Rapporto, i manager italiani sono particolarmente preoccupati per gli impatti che l'emergenza climatica avrà nel prossimo decennio. I principali timori riguardano l'incremento, sia nel numero sia nell'intensità, degli eventi climatici estremi (65%), l'aumento dei flussi migratori (41%), la carenza di risorse idriche (36%) e l'inevitabile aumento dei prezzi dei beni alimentari di prima necessità (35%).

In Italia, si sta verificando una divisione tra i cittadini che sono preoccupati per il cambiamento climatico (85%), coloro che intendono impegnarsi per uno stile di vita sostenibile (1 su 4 adotta tale stile e 14 milioni sono pronti a battersi in prima persona per difendere l'ambiente) e coloro che negano o minimizzano il riscaldamento globale (15%). Anche tra chi riconosce il problema, il 14% crede che sia troppo tardi per fare qualcosa. Gli italiani ritengono che le imprese, l'Asia e il Nord America, oltre alle classi più agiate, siano in gran parte responsabili di questa situazione.

L’intelligenza artificiale

 Il 2023 è stato anche l’anno delle intelligenze artificiali generative, con il lancio di ChatGpt e altri modelli avanzati di Ai. Un’azienda su tre sta già applicando e investendo sull’Ai e si prospetta un aumento del 7% sul Pil globale annuo. Tra scettici ed entusiasti, il 61% dei manager italiani crede si tratti di un “cambiamento di natura epocale”, che produrrà un profondo cambiamento della vita delle persone nei prossimi 3-5 anni.

In particolare, dalla rilevazione emerge che un lavoratore su quattro potrebbe essere sostituito dall’intelligenza artificiale generativa, mentre due su tre potrebbero esserne avvantaggiati. Il cambiamento investirà in primo luogo i lavori d’ufficio, specialmente nell’ambito finanziario, nel settore legale e amministrativo.

L’economia

L'entusiasmo economico post-pandemia del 2021 e del 2022 è ormai esaurito. Nel prossimo futuro, si prevede una significativa riduzione delle intenzioni di spesa degli italiani, con il rischio di una crescita economica modesta nel 2023.

Inoltre, l'eccezionale aumento dell'inflazione negli ultimi due anni ha eroso significativamente il potere d'acquisto, le retribuzioni non sono aumentate in modo adeguato, e la maggior parte degli occupati dichiara di aver bisogno di un reddito aggiuntivo per vivere dignitosamente. Di fronte a questa situazione, molte persone cercano di guadagnare di più con lavori supplementari o coinvolgendo familiari che prima non lavoravano.

Il costo della vita ha portato circa 27 milioni di italiani in uno stato di disagio persistente, con la necessità di rinunciare a uno standard di vita accettabile in vari aspetti come cibo, salute, casa e altro. I manager intervistati prevedono nel 2024 un calo dei consumi pari al 52% rispetto al 2023. Questo disagio è particolarmente evidente nella classe media, dove molte famiglie avrebbero difficoltà a fronteggiare spese impreviste. I giovani, in particolare la generazione Z, affrontano disparità retributive significative rispetto alle generazioni più anziane, il che porta molti di loro a considerare l'idea di trasferirsi all’estero nei prossimi anni.

Cibo e abitudini alimentari

L'inflazione sta minacciando le abitudini alimentari degli italiani. Il costo dei prodotti è aumentato del 21%, e sembra che questa tendenza non si fermerà nei prossimi due anni: il 72% dei manager del settore, infatti, prevede che l'inflazione sui beni alimentari non calerà sotto il 2% prima del 2025. Gli italiani sembrano pronti a modificare il modo in cui fanno la spesa, adottando un approccio per ridurre gli sprechi, evitando prodotti non essenziali e quelli che comportano costi elevati per servizi extra. Otto italiani su dieci ritengono che i discount siano un modo per mitigare l'impatto degli aumenti dei prezzi.

Queste sfide, secondo il Rapporto, stanno mettendo in discussione anche “l'identità alimentare”, con un italiano su cinque che dichiara di aver perso il suo riferimento identitario abbandonando anche il legame con le tipicità e il territorio. Emergono anche nuove tendenze alimentari, tra cui l’aumento delle vendite di prodotti a base vegetale (+9% annuo), il consumo di prodotti senza zucchero (+15% nei prossimi 12/18 mesi). Inoltre, il 49% degli intervistati è disposto a ridurre il consumo di carne nel 2024. Le aspettative riguardo alla dieta italiana nei prossimi dieci anni includono un incremento dei cibi a base vegetale con sapore di carne, carne sintetica e cibi a base di farina di insetti.

Nonostante le numerose sfide, gli italiani stanno dimostrando una notevole resilienza. Il Rapporto Coop 2023 offre uno sguardo su un Paese che, sebbene sia “inquieto” (il 30% lo descrive così, un aumento del 6% rispetto al 2022) e con crescenti preoccupazioni (dal 20% al 32%), allo stesso tempo sta rafforzando sentimenti di fiducia (36%), serenità (29%), accettazione (23%) e aspettativa positiva (28%). In più, gran parte degli italiani si dimostra propositiva, promettendo di migliorare il proprio stile di vita e diventando più consapevole e sostenibile.

martedì 26 settembre 2023