Scelte trasformative, per una transizione energetica sostenibile
Il nuovo rapporto dell’Italian institute for the future si concentra sulle tendenze del clima e dell’energia dell’Italia a dieci anni. Poco probabile un ritorno del nucleare, occorre puntare su nuovi vettori energetici quali l’idrogeno.
di Andrea De Tommasi
La realtà della crisi climatica globale è davanti ai nostri occhi, e l’unico rimedio possibile, suggerito da decenni dagli studiosi di tutto il mondo scientifico, è una drastica riduzione delle emissioni di gas serra: cioè dei consumi di petrolio, gas, carbone e altri combustibili inquinanti. Che invece continuano sostanzialmente a crescere ogni anno, con la sola eccezione del 2020, l’anno delle più stringenti misure di lockdown per contrastare il Covid-19. L’Italia, per le sue caratteristiche fisiche e geografiche, rischia molto più di altre nazioni sotto gli effetti dei cambiamenti climatici. Cosa fare allora?
In quest’ottica, il secondo rapporto della serie Megatrends Quarterly Report 2023, pubblicato recentemente dall’Italian institute for the future (Iiif) e dedicato alle tendenze del clima e dell’energia dell’Italia nel 2032, mantiene ben salda una visione d’insieme, perché “la problematica è così ampia, complessa e pervasiva, coinvolgendo praticamente ogni aspetto della vita sociale”, che “è facile perdere di vista il quadro generale”. Non è un caso che nella prima parte il documento affronti gli obiettivi fissati a livello globale con le annuali Conferenze delle parti, quelli definiti a livello europeo con il Green Deal, il programma Fit-for-55 e la strategia Net Zero al 2050, passando poi agli obiettivi stabiliti dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. Un Piano che, secondo l’analisi, “rischia di non essere abbastanza se messo in relazione agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030.
Il Rapporto si basa sull’analisi dei dati pubblicati, tra l’altro, da Terna e Fondazione euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e fornisce un’analisi dettagliata degli effetti dell’aumento delle temperature, con un focus sulla siccità e l’innalzamento del livello di mari, senza trascurare le conseguenze che ondate di calore sempre più intense avranno sulle città.
Nel documento dell’Iiif si parla anche di agrifood del futuro, evoluzione del turismo e andamento demografico delle imprese. Ad esempio, se le alte temperature comporteranno una diminuzione generalizzata della redditività delle aziende, “gli effetti sono negativi solo per le piccole imprese, mentre quelle più grandi sembrano avvantaggiarsi delle temperature più elevate, probabilmente in conseguenza delle loro migliori capacità di adattamento”.
Uno dei punti chiave del Rapporto è la trasformazione del sistema energetico per ottenere una completa decarbonizzazione: lo scenario più ottimistico, in linea con gli obiettivi Ue al 2030, prevede una produzione elettrica da fonti rinnovabili per almeno il 65%, gas verde prodotto da biometano e idrogeno verde pari all’11% del fabbisogno nazionale, e impiego di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (Ccus) per accelerare la decarbonizzazione nei settori di difficile conversione a breve termine.
Se “poco probabile” viene ritenuto dagli studiosi un ritorno al nucleare, tutti gli scenari energetici per l’Europa e per l’Italia fanno riferimento alla crescita del solare e dell’eolico, e allo sviluppo di vettori energetici quali l’idrogeno, sul quale pesano però alcuni ostacoli tecnologici ed economici.
Di certo la realizzazione degli accordi internazionali richiede enormi trasformazioni da avviare adesso. Come scrive Roberto Paura, presidente dell’Iiif nell’introduzione al Rapporto, “questa è oggi la grande sfida che attende anche chi si occupa di previsione strategica: se da un lato possiamo migliorare i nostri strumenti previsionali, non ci serviranno a nulla se dall’altro non miglioriamo la capacità dei sistemi decisionali di assumere scelte lungimiranti e trasformative, che spesso richiedono cambiamenti radicali sul breve-medio termine”.
di Andrea De Tommasi