Cosa accadrebbe al futuro se il progresso rallentasse?
Negli ultimi 150-200 anni il nostro mondo è cambiato ad una velocità mai vista prima. Cosa spiega questa improvvisa esplosione? Un nuovo movimento intellettuale dedicato al progresso, ne studia le cause e come migliorarlo.
di Tommasto Tautonico
Immaginate di vivere in una fattoria del 1870, di addormentarvi e svegliarvi nel 1940. La vita non è più la stessa: elettricità, gas, telefono, acqua, automobili e persino aerei. Negli ultimi 150-200 anni tutto è cambiato. L’economia globale è cresciuta esponenzialmente, l’aspettativa di vita è passata da 30 a più di 70 anni, povertà estrema, alfabetizzazione e mortalità infantile sono migliorate molto. Anche se i benefici non sono stati equamente distribuiti, la crescita economica e i progressi della scienza e della tecnologia hanno cambiato il modo di vivere di miliardi di persone. Cosa spiega questa improvvisa esplosione di ricchezza e potere tecnologico? Cosa accadrebbe se il progresso rallentasse o ristagnasse? Possiamo fare qualcosa al riguardo? Queste sono le domande fondamentali di un nuovo movimento accademico e intellettuale: gli studiosi del progresso. Fondata da un influente economista, Tyler Cowen, e un imprenditore miliardario, Patrick Collison, il movimento è attivo dal 2019 quando i due hanno pubblicato un articolo sulla rivista “The Atlantic”, in cui si sosteneva la necessità di una scienza del progresso.
Una delle domande attorno a cui ruota questo movimento è: cosa ci riserva il futuro? Vivremo ancora un periodo di scoperte così importanti per la nostra esistenza?
Negli ultimi anni, un certo numero di ricercatori ed economisti ha espresso preoccupazioni sul futuro del progresso. Non possiamo aspettarci che i livelli di crescita visti in passato si mantengano. Secondo lo storico economico Robert Gordon la vera meraviglia è il prolungarsi nel tempo di una forte crescita come quella a cui abbiamo assistito. Nel suo libro “The Rise and Fall of American Growth”, Gordon scrive che la crescita ha rallentato non perché “gli inventori avessero perso la scintilla o fossero privi di nuove idee, ma perché gli elementi base di un moderno tenore di vita erano ormai stati raggiunti lungo tante dimensioni”.
Il progresso rallenta, ma perché? Lo stesso Cowen sostiene che i traguardi più facili, le scoperte rivoluzionarie, sono state raggiunte. Dunque le idee stanno diventando più difficili da trovare? Un team di economisti di Stanford e del Mit si è posto questa domanda in un documento del 2020 e ha scoperto che gli sforzi in ricerca e sviluppo sono aumentati in modo significativo, mentre la produttività per ricercatore è diminuita. In altre parole, stiamo ottenendo meno rispetto al nostro tempo e denaro. I ricercatori stimano che per raddoppiare il numero di scoperte tecnologiche serve il quadruplo del tempo rispetto pochi anni fa. Come mai? Alcuni membri di studiosi del progresso indicano la burocrazia come uno dei motivi che rallentano il lavoro dei ricercatori. Altri sostengono che abbiamo trovato le scoperte facili e diventa più difficile scoprire novità rivoluzionarie. È possibile che l'intelligenza artificiale possa avviare una nuova era di crescita, ma alcuni ricercatori temono che la stessa intelligenza artificiale possa portare altri rischi a danno del progresso.
Un'altra convinzione fondamentale della comunità è che un progresso tecnologico, se è più rapido, è migliore. Ma se così non fosse?
Armi di distruzione di massa come la bomba atomica mettono in luce il lato oscuro del progresso. L'accelerazione dello sviluppo tecnologico può aumentare i rischi di catastrofi che spazzerebbero via l'umanità. Consideriamo ad esempio i progressi nel campo della biotecnologia, come il crollo dei costi della sintesi del Dna, che rende la tecnologia più accessibile alla criminalità, con rischi elevati di diffusione di nuove malattie. Molti studiosi del progresso sono favorevoli a un'ampia accelerazione della ricerca biotecnologica riformando i modelli di finanziamento e allentando le restrizioni sui ricercatori, indicando le malattie che possono essere curate con le nuove conoscenze. Ma i frutti di un progresso più rapido in questo settore potrebbero anche aumentare il rischio di incidenti catastrofici.
Nel loro manifesto, Cowen e Collison, fanno riferimento alla famosa citazione di Karl Marx: “I filosofi hanno solo interpretato il mondo, in vari modi. Il punto, tuttavia, è cambiarlo”. Gli studiosi del progresso non si fermano a livello accademico, puntano ad azioni concrete. Nei prossimi dieci anni lo studio del progresso spera nel riconoscimento accademico come materia interdisciplinare. I seguaci della community sognano un futuro fatto da macchine volanti, energia da fusione, produzione nanotecnologica, esplorazioni galattiche. Ma non dev’essere filosofia o politica, ma un cambio negli atteggiamenti fondamentali delle persone nei confronti dell'umanità e della natura.