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Un unico obiettivo: la vita, da vivere bene

Alla base della crescita di un cittadino sono due le componenti essenziali: istruzione e senso civico. Necessari maggiori investimenti per il futuro.

di Remo Lucchi, presidente Advisory board Eumetra Mr

Torniamo su un tema trattato molte volte, anche se inutilmente, perché non succede niente, anzi… Forse si è stati poco chiari, poco convincenti, non si è riusciti a far capire la vita, cioè come funziona. Riproviamo.

Le due componenti

Per vivere bene c’è un metodo basico - che non può essere ignorato – che prevede la formazione della persona attraverso uno sviluppo in due momenti successivi, che prevedono forte attenzionalità sia da parte della persona stessa, che del Sistema, che nel caso deve intervenire per aiutare. I due momenti possono essere così definiti:

  1. il momento iniziale è la costruzione di se stessi: è il momento basico, che coincide con il dover diventare un “individuo” – quindi uscire dalle masse – in grado di ragionare con “buona capacità critica”
  2. il secondo momento è l’acquisizione di capacità relazionale positiva con tutti gli altri, attraverso l’assunzione di senso civico ed etica.

Queste due componenti …

- … strutturali: il costruire se stessi

- … e sovrastrutturali: creare le condizioni della relazionalità (senza relazionalità non c’è vita) …

… devono essere presenti in tutte le forme di vita, anche non umana.

Alcuni semplici esempi:

- Un’autovettura: deve essere innanzitutto un veicolo in grado di funzionare in modo efficiente e sicuro (motore ben fatto, telaio solido,…); ma poi deve avere una caratteristica aggiuntiva, che non serve per la mobilità basica, ma per la relazionalità: cioè una interessante carrozzeria. Che non serve per far muovere l’auto, ma per essere scelta, cioè per far scattare la relazione. Se gli investimenti sulla relazione non fossero adeguati, l’auto, per quanto perfettamente funzionante, “non avrebbe vita”

- Una casa: deve avere buona fondamenta, pilastri in cemento armato, … , ma poi esternamente deve essere supportata da un’estetica interessante, altrimenti …

- Un prodotto alimentare: deve essere creato con attenzione alle componenti fondanti (es.: il sapore e la salute), ma deve anche avere caratteristiche esterne che attivano la relazionalità (confezione, distribuzione, prezzo, comunicazione), altrimenti non entra in relazione con nessuno.

Quindi le due componenti sono fondamentali, altrimenti non si realizza nulla, non c’è vita.

La prima componente (strutturale) nello sviluppo delle persone

Entrambe le componenti sono fondamentali, ma per certo la prima è fondativa, ed in sua assenza non si costruisce nulla. Questa fase si avvia con l’adolescenza ed ha come obiettivo la costruzione basica di un ”individuo” dotato di “spirito critico”: cioè, dotato di un pensiero razionale e riflessivo focalizzato a decidere cosa pensare o fare. È ciò che permette di operare scelte anche in assenza di percorsi prestabiliti.

I risultati delle ricerche sociali dimostrano che la metodologia irrinunciabile per raggiungere questo obiettivo è il completamento delle scuole medie superiori. L’assimilazione, attraverso lo studio e la discussione di ciò che si è appreso, è l’ingrediente basico.

Buona parte delle nuove generazioni, diversamente dal recente passato, ha portato a termine le medie superiori, e quindi rispetto a 20-25 anni fa la società gode di individui che hanno una base fondativa più interessante.

Si tratta di una base fondativa fondamentale, ma non sufficiente: hanno scoperto se stessi, e sono primariamente centrati solo su se stessi; ma manca la seconda fase: la relazionalità non si è ancora innescata.

Prima di entrare nella seconda fase della formazione (che porta allo sviluppo della relazionalità), si ritiene interessante richiamare alcuni risultati delle ricerche sociali sull’ottimalizzazione di questo primo periodo.

L'ottimizzazione di questa prima componente

Quello che emerge è che le scuole medio superiori italiane – in media – non hanno una impostazione ottimale.

I destinatari della formazione sono i ragazzi, e non la scuola. In altri termini è la scuola che deve tenere conto delle specificità dei singoli studenti – che peraltro nell’adolescenza si caratterizzano con velocità evolutive momentaneamente diverse – e trovare quindi per ciascuno di essi la migliore soluzione, ad evitare che in caso di difficoltà si rischi che prendano le distanze. Purtroppo, nella generalità dei casi la scuola è impostata nel modo opposto: salvo rarissimi casi, c’è rigidità nella didattica. La scuola è unica, rigida, uguale per tutti, anche se i destinatari – soprattutto in quell’età – hanno caratteristiche e bisogni diversi.

Gli insegnanti dovrebbero avere l’obbligo di cogliere queste specificità, e dare aiuto a chi ha necessità, perché non si sconforti e si avvii una chiusura in se stessi. L’obiettivo deve essere invece di fare ritrovare orgoglio in se stessi, e voglia di impegnarsi. Questa è anche la tecnica perché acquisiscano capacità di resilienza, cioè siano in grado di non deprimersi e non rinunciare anche in caso di difficoltà, e di trovare soluzioni per se stessi.

Con queste attenzioni, l’obiettivo di raggiungere il primo stadio (impossessamento critico della propria persona) verrebbe raggiunto in modo ottimale.

Con questa impostazione l’”io” verrebbe raggiunto. Adesso bisogna aggiungere anche la seconda componente, cioè investire sul senso civico e l’etica per trovare gli “altri”, ed entrare in relazione positiva. Altrimenti non si crea nessuna forma di vita. In assenza si può solo creare contrapposizione, e paralisi.

E ciò che invece sta accadendo a livello sociale è la dimostrazione che la seconda componente non è stata raggiunta, se non da un’esigua minoranza.

La seconda componente (sovrastrutturale) nello sviluppo delle persone 

Come si è già accennato, questa componente coincide con la capacità di avere relazioni con “gli altri”: mai contrapporsi, trovare sempre soluzioni, nel caso aiutando.

Questa capacità relazionale positiva – che è fondamentale ed irrinunciabile - va costruita dando coscienza che “gli altri” sono la realtà complementare della vita, che senza gli altri non esisterebbe. Non ci deve affatto essere rinuncia a se stessi: bisogna solo aggiungere la convinzione che anche gli altri sono fondamentali, per innescare tutti i processi evolutivi, che hanno per definizione origine dalla relazionalità.

In prima istanza si potrebbe ipotizzare che la componente fisica dell’individuo - la sua componente estetica - possa essere un ingrediente importante per favorire una relazione (giusto per fare una comparazione con la “carrozzeria dell’auto”). In realtà sarebbe solo un innesco di breve periodo: sarebbe un investimento su di sé solo parzialmente utile per creare una relazione vera, intensa, duratura e “redditizia”.

La vera seconda componente fondamentale per lo sviluppo delle persone è l’innesco di un valore relazionale con gli altri supportato dal senso civico, dall’etica, cioè da atteggiamenti e comportamenti che attengono al rispetto degli altri e delle regole della vita in comunità, guidati dal buon senso e dalla giustizia sociale.

Come arricchire l’individuo anche di questa seconda componente, fondamentale quanto la prima?

Anche in questo caso la ricerca sociale è stata di grande aiuto, ed ha individuato la soluzione nella prosecuzione degli studi: continuare con l’università (e forse mai smettere di studiare). Lo studio ci fa sempre più capire quanto è indispensabile la complementarità degli altri. Ed il risultato …

-  … oltre all’opportunità di conoscere cose nuove, e quindi trarne vantaggi

- … è la comprensione che gli ingredienti per la migliore relazionalità sono il rispetto, l’accettazione di posizioni differenti, l’aiuto, la mediazione.

Quindi per costruire la vita, ed andare sempre avanti solo relazionalità e mai contrapposizione (che produrrebbe solo paralisi).

L'ottimizzazione di questa seconda componente

L’attuale situazione sociale è nota: gran parte dei giovani concludono le medie superiori, ma non proseguono con l’università. Due sono le possibili cause:

  1. Hanno fatto molta fatica ad arrivare alla maturità: e nella grande maggioranza dei casi la responsabilità va attribuita alla scuola, che non ha saputo investire su di loro, intervenendo con aiuti specifici in caso di necessità
  2. Oppure le famiglie non hanno avuto la cultura o le risorse necessarie per favorire la continuazione degli studi.

Ma stante la rilevanza dell’acquisizione di questo secondo fattore, fondamentale per …

-             … rendere gli individui più attori, più interpreti della vita, più felici

-             … e la società è più felice perché si vive in relazione, che è vita, e non più in contrapposizione, che è paralisi, …

… le due cause sopra indicate vanno obbligatoriamente risolte:

  1. della prima abbiamo già parlato: la scuola deve adottare una diversa metodologia di insegnamento (molto più dalla parte di chi deve essere formato: perché l’obiettivo è formarlo, non punirlo. Ed il metodo di docenza va ottimalizzato)
  2. anche la seconda causa, che è soprattutto connessa alla carenza di risorse, va risolta: i giovani sono l’unica vera ricchezza che ha il Paese, e l’investimento su di essi deve essere un investimento del Paese. Se le famiglie non hanno risorse, lo Stato deve intervenire, e creare le condizioni per favorire il completamento della formazione.
Una considerazione non necessariamente da leggere

Il problema della contrapposizione caratterizza anche la gestione politica dello Stato, che è lenta e tortuosa perché “Destra” e “Sinistra” si oppongono. Ma se – in termini sociologici – la Destra sono “io” (la centratura su di me) e la Sinistra sono gli altri, bisognerebbe fare capire che la vita è il “noi”, e che quindi senza la relazione – condizione per armonizzare il “noi” – non c’è vita.

E quindi le condizioni che sono alla base delle relazioni (le due componenti viste), procurerebbero, anche da questo pdv, la felicità.

Fonte dell'immagine di copertina: Priscilla Du Preez/unsplash

mercoledì 27 settembre 2023