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Comunità intraprendenti: la risposta della cittadinanza attiva alle sfide dei prossimi anni

Pubblicato il primo rapporto di Euricse sulle economie di prossimità a base comunitaria, forme auto-organizzate di imprenditorialità locale virtuosa. Al momento si contano 687 realtà, ma in futuro potrebbero diventare molte di più.

di Flavio Natale

“La complessità delle sfide economiche, sociali ed ambientali, l’emergenza pandemica prima e la crisi energetica ora, stanno facendo emergere la necessità di un cambio di paradigma verso nuovi modelli di sviluppo. In questo contesto nuove forme di cittadinanza attiva e di imprenditorialità dal basso cercano di dare una risposta”. Queste le parole contenute nel primo rapporto che Euricse, Istituto europeo di ricerca sull'impresa cooperativa e sociale, dedica alle “nuove economie di prossimità su base comunitaria” che si stanno diffondendo in Italia, le cosiddette “Comunità intraprendenti”.

Il Rapporto si concentra su nove tipi di comunità intraprendenti, “ma la ricerca proseguirà con la costruzione di un database nel quale inserire nuove categorie e con l’approfondimento attraverso analisi mirate delle conoscenze fin qui rilevate”. Questo documento è solo l’ultimo passo di un progetto lanciato ufficialmente nel 2020, dal titolo appunto “Comunità intraprendenti”, con cui Euricse ha voluto mappare il fenomeno delle economie comunitarie nel nostro Paese. Il progetto vede, oltre all’impegno scientifico di Euricse, anche il contributo e la collaborazione di Fondazione compagnia di San Paolo, Fondazione Crc, Fondazione con il Sud, Fondo sviluppo Fvg e dell’Alleanza delle cooperative italiane.

Il Rapporto appena pubblicato “è una mappatura generale che aiuta a comprendere la diffusione, l'evoluzione negli anni, i tratti distintivi e le particolarità” di questo fenomeno, oltre a riflettere sulle risorse e le strategie necessarie per renderlo sostenibile sul lungo periodo. Si parla di “Comunità intraprendente”, rileva Euricse, quando coesistono tre elementi fondamentali: l’auto-organizzazione attraverso iniziative imprenditoriali autonome; il beneficio comunitario per affrontare problemi economici, sociali ed ambientali; la partecipazione comunitaria, con un coinvolgimento attivo dei cittadini.

L’obiettivo di queste “Comunità intraprendenti”, prosegue Euricse, è infatti quello di “fungere da ‘agenti di cambiamento’, cioè capaci di innescare, partendo dal basso, un processo di trasformazione culturale, sociale ed economica dei modelli associativi e imprenditoriali esistenti, spingendo verso nuovi percorsi di sviluppo locale, funzionali a migliorare la qualità di vita delle persone”.

Nello specifico, per ora Euricse ha individuato 687 esperienze di “Comunità intraprendenti” in Italia, suddivise in nove tipologie: community hub, imprese di comunità, patti di collaborazione, portinerie di quartiere, empori solidali, comunità che supportano l’agricoltura (Csa), food coop, comunità energetiche rinnovabili e FabLab. A oggi, quelle maggiormente diffuse sono le imprese di comunità (31% del totale) e gli empori solidali (28%), seguite dai FabLab (20%). Queste tre categorie, da sole, rappresentano il 79% delle Comunità intraprendenti individuate.

Il Rapporto è arricchito anche dai “Podcast intraprendenti”, contenuti multimediali che narrano cinque esperienze di nuove economie di prossimità e attivismo civico, e che si possono ascoltare sulle piattaforme Spreaker, Spotify o Google Podcast. Le interviste, accompagnate da una serie di approfondimenti, arricchiscono le riflessioni sui vari modelli di comunità intraprendenti che si stanno diffondendo oggi in Italia.

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fonte dell'immagine di copertina: 123rf

lunedì 31 ottobre 2022