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Il senso civico e la relazionalità

Per acquisire un senso di comunità il ruolo della formazione, sia scolastica che professionale, risulta essenziale. Le imprese devono investire di più nel “work-life balance” dei dipendenti.

di Remo Lucchi, presidente Advisory board Eumetra Mr

Torniamo su un tema di cui abbiamo parlato parecchie volte: vivere bene. Ci torniamo perché pur essendo il tema più importante della vita, viene sempre più trascurato, anche perché “metodologicamente” non capito. Cioè, non sono chiari gli ingredienti che vanno utilizzati – nelle giuste dosi – per raggiungere il risultato.

Quindi vale la pena di ritornare a fare una doppia analisi:

- sia su quali siano gli “ingredienti” necessari, e come acquisirli;

- sia sulla “ricetta” che li deve mixare.

In realtà la natura da sempre ce lo sta insegnando: non c’è vita se non c’è unione positiva di due parti complementari. Cioè, le due parti complementari hanno l’obbligo di entrare in relazione positiva, altrimenti non succede niente. E se non succede niente di positivo, non c’è vita.

Tutto ciò che la natura offre, a cominciare dalla vita umana, sono le evidenze più ovvie per capire il tutto. C’è la necessità di portare in logica positiva e convincente qualcosa che ci appartiene, e che è parte vera di noi, a entità complementari che hanno elevata disponibilità a ricevere.

Quindi le parti obbligatoriamente sono due, e devono essere diverse, ma complementari.

Sostanza e metodo

Ma attenzione, chi deve portare, deve soddisfare obbligatoriamente due condizioni: disporre di materia prima utile all’obiettivo, ed essere in grado di trasportarla in modo convincente, affinché la parte destinataria sia invogliata a riceverla. Quindi:

- attenzione alla “sostanza”,

-e attenzione al “metodo”.

Questa metafora della natura e della vita umana è l’unica che conduce. E ciò anche nella vita sociale. E la vita sociale è il contesto in cui noi viviamo, in cui accade tutto. Quindi l’“adeguamento sociale” delle regole che abbiamo visto – “sostanza” e “metodo” – ha una rilevanza fondamentale.

La componente basica della vita sociale – perché questa possa svilupparsi – fa perno sulla modalità relazionale fra il sé e gli altri. È questo un tema che coinvolge tutti gli individui, e “obbliga” tutti gli individui – posto che desiderino ottenere un risultato – a ottimalizzare i propri due ingredienti: “sostanza” e “metodo”. Entriamo in questi due ingredienti:

- la “sostanza” è ciò che la propria persona è, è la propria individualità, è la propria capacità critica, cioè di capire, e di generare un adeguato percorso progettuale.

- il “metodo” è la capacità di portare sé stessi agli altri, attraverso il rispetto formale – quindi è il senso civico –, ricordando che senza la relazionalità positiva non esiste nessuna forma di vita.

Si è sempre dato una sorta di priorità alla crescita di sé stessi, quindi alla lievitazione della propria capacità critica: indubbiamente “il sé viene prima degli altri”. Ma in tutte le forme di vita, il tutto nasce solo se c’è una relazione con gli altri, innescata dalla capacità di capirli nel rispetto della loro specificità. Nel caso anche aiutando, nei limiti in cui ci si renda conto che gli altri hanno necessità di aiuti. Sempre in logica positiva: più si tratta bene gli altri, più la relazione è produttiva.

La costruzione di sé stessi, la propria individualità, la propria “capacità critica”, come si diceva ha la precedenza su tutto il resto, e ciò è un fatto naturale. La sua costruzione avviene con il decorso di una buona adolescenza aiutata da formazione scolastica almeno fino a 19 anni, cioè con l’ultimazione delle scuole medie superiori. Non è un fatto matematico, ma nella ricerca sociale si constata che chi sviluppa questo percorso ha alta probabilità di definire una propria individualità, e un buon “senso critico”; quindi definire il “sé stesso”.

Per raggiungere un buon “senso civico” bisogna però proseguire la formazione: certamente quella universitaria, ma anche quella professionale. Tanto più si è formati, tanto più ci si rende conto della indispensabilità degli altri. Il ragionamento peraltro vale sia per gli individui, che per le imprese. Ad esempio, se le imprese non capissero gli altri, cioè il mercato, e non entrassero in relazione commerciale, soddisfacendoli, le imprese non avrebbero vita. La relazione è quindi vita anche per loro.

La relazionalità politica nel Paese

Il tema della relazionalità positiva, e della sua indispensabilità per tutte le forme di vita, vale anche per ragionamenti che riguardano il Paese, e la sua gestione.

Questo significa che per una corretta e produttiva gestione del Paese non deve assolutamente essere prevista la logica di contrapposizione, ma solo la relazionalità positiva.

Cerchiamo di capire perché tutto questo non accade, e che cosa invece bisognerebbe fare.

Innanzitutto diamo una versione della “destra” e della “sinistra” sociologicamente più corretta.  Studiando matematicamente le due posizioni si scopre che le dimensioni fattoriali che spiegano “destra” e “sinistra”, non sono affatto opposte: di fatto non hanno correlazione, né negativa né positiva. Cioè, sono ortogonali, e quindi sono complementari. È come se fossero due ingredienti di una ricetta risolutiva di ogni problema:

  • La “destra” è la centratura su sé stessi, e tende a coincidere con il primo grande risultato della crescita dell’individuo: quando la persona, crescendo anche culturalmente, prende coscienza della propria individualità – cioè, esce dalle masse incolte – e della propria capacità critica, la centratura su se stessi diviene massima, e in modo naturale è come se si assumesse la componente politica di “destra”.

  • La “sinistra” è l’attenzionalità agli altri: in genere la si acquisisce in un momento successivo, quando nell’individuo si innestano anche i valori del senso civico, dell’etica: cioè, si entra nella convinzione dell’indispensabilità degli altri. E abbiamo sopra visto che è solo la formazione che aggiunge il valore del senso civico.

Il valore della “sinistra”, quindi, è aggiuntivo e non sostitutivo del valore della “destra”. Quindi relazionalità, collaborazione, e non certo contrapposizione. Entrambe le logiche devono convivere, cioè imparare a convivere, attraverso equilibrate assunzioni di responsabilità complementare.

Le ragioni dietro l'attuale situazione

In questo periodo stiamo vivendo in forti logiche contrappositive, caratterizzate anche da una forte centratura su di sé e da un forte populismo.

Fino a 20-25 anni fa questa fenomenologia non esisteva. E ciò perché la grande maggioranza degli italiani era in precedenza totalmente incolta (la grande maggioranza – circa l’80% – aveva interrotto gli studi a 10-13 anni): non esistevano individui, ma masse incolte. Non esisteva spirito critico.

L’attuale situazione, come accennato, si è creata perché le nuove generazioni hanno studiato, ma non a sufficienza: hanno acquisito una parte dell’evoluzione (spirito critico), ma non la parte che li avrebbe equilibrati con saggezza (senso civico).

Quindi è cambiata la cultura acquisita, ma non è stata completata, perché non si è capito il valore del completamento della formazione. I giovani hanno studiato molto di più che in passato, ma non hanno completato, non per colpa loro, ma perché le famiglie non avevano le risorse. E soprattutto perché lo Stato non ha capito che l’unica ricchezza futura sono le nuove generazioni, e su di esse bisogna obbligatoriamente investire al massimo: più competenza, più collaboratività, più ricchezza mentale e sociale, più felicità.

Rimedi?

Esistono possibili rimedi? Certamente:

  • nel lungo termine: lo Stato che capisce, e che finalmente decide di intervenire per fare completare gli studi, incentivando e aiutando in vario modo, anche attraverso logiche formative differenti, nel caso più convincenti (più dalla parte dei giovani);
  • nel breve termine le aziende possono davvero fare molto: le imprese possono investire sui dipendenti in logiche formative complete, “work-life balance”, per una migliore prospettiva professionale e per essere più vicine agli individui, anche come consulenti per una migliore vita privata.

Questo è certamente l’investimento più interessante in assoluto, che aiuta molto a eliminare le contrapposizioni, e a creare una vita sociale e relazionale più positiva.

fonte dell'immagine di copertina: yurolaitsalbert/123rf

mercoledì 2 agosto 2023