Kurzweil: raggiungeremo l’immortalità biologica entro il 2030
Secondo il futurista, il progresso sanitario, genetico, le nanotecnologie e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale potrebbero sconfiggere l’invecchiamento entro la fine del decennio. Con conseguenze sconvolgenti.
di Maddalena Binda
“Non abbiamo ancora raggiunto la longevity escape velocity, ma credo che ci siamo vicini e che ci arriveremo entra la fine di questo decennio” ha dichiarato il futurista e inventore Ray Kurzweil nel video podcast di Lex Fridman, informatico e ricercatore al Mit del Massachuttes, riferendosi alla situazione in cui l’aspettativa di vita di una persona si allunga più del tempo che sta passando (longevity escape velocity).
A permettere il raggiungimento dell’immortalità biologica, che comporta anche l’arresto dell’invecchiamento delle cellule, saranno, secondo Ray Kurweil, i progressi ottenuti in ambito sanitario e genetico e lo sviluppo di nanotecnologie e di nuovi sistemi di Intelligenza artificiale (Ia).
In ambito di sistemi di Ia, in particolare, si osserverà un una crescita esponenziale: Kurzweil ritiene che nel 2029 un modello linguistico di grandi dimensioni (large language model) riuscirà superare il test di Turing, utilizzato per determinare se una macchina possieda un comportamento umano, e che nel 2045 si potrà verificare la singolarità tecnologica, definita come “un punto, congetturato nello sviluppo di una civiltà, in cui il progresso tecnologico accelera oltre la capacità di comprendere e prevedere degli esseri umani”.
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Le tecnologie saranno accessibili?
Alcuni dubbi riguarda l’accessibilità economica. Secondo Kurzweil i nuovi sistemi di Intelligenza artificiale inizialmente saranno accessibili solo a un limitato gruppo di persone per poi diffondersi tra la popolazione. “È come per gli smartphone: oggi ce ne sono circa quattro miliardi al mondo, ma quando sono stati messi in commercio per la prima volta erano abbastanza costosi, non funzionavano molto bene e non avevano nemmeno tante funzioni”, ha affermato Kurweil, “Anche i nuovi sistemi di Ai diventeranno economici e accessibili”.
Quali conseguenze dell’immortalità biologica?
Vivere per sempre, almeno biologicamente, può portare a scenari futuri molto diversificati, a partire dall’impatto sull’economia e sulla società. Come evidenzia David Shapiro in un video analisi, l’immortalità biologica potrebbe portare a una sorta di “paralisi generale” in cui il potere e la ricchezza rimangono concentrate nelle mani di un’élite, senza la possibilità di ridurre le disuguaglianze, di cambiare il sistema politico e di realizzare nuove scoperte scientifiche.
Dall’altra parte una “eterna giovinezza” potrebbe favorire il progresso: rimanendo giovane la società potrebbe essere innovativa, reattiva e aperta al cambiamento. Non solo, ricercatori, ricercatrici, studiosi e studiose, che sarebbero appartenute a periodi storici diversi, potrebbero invece incontrarsi e collaborare.
Incerta potrebbe essere anche la reazione della società, divisa tra chi accoglierà l’immortalità biologica e chi la respingerà, tra chi sceglierà di vivere in modo passivo e chi cercherà di cogliere ogni opportunità offerta. Alla base rimane una domanda: è la morte a dare significato alla vita?
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