Ferrovie: l’elettrificazione accelera la corsa verso la mobilità pulita
Dalla Gran Bretagna alla Germania, dalla Polonia alla Cina: le aziende tecnologiche puntano su energia solare, sistemi intelligenti e prototipi a levitazione magnetica. Ma restano sfide legate a costi e fattibilità.
A livello globale, oltre la metà delle linee ferroviarie funziona ancora con locomotive diesel. Eppure le innovazioni si moltiplicano: nella stazione di Aldershot, nel sud dell’Inghilterra, i treni ricevono parte della loro energia da pannelli solari installati lungo i binari. È il primo progetto nel Regno Unito a immettere direttamente nella rete ferroviaria l’elettricità prodotta da un impianto fotovoltaico. La Bbc riporta che la start-up Riding Sunbeams ha costruito nel 2019 un piccolo impianto da 40 kilowatt, capace di alimentare in modo parziale, ma diretto la linea elettrificata. Un esperimento di scala ridotta, ma dal grande valore simbolico e tecnico. “È l’elettricità più economica che una ferrovia possa acquistare”, ha spiegato Leo Murray, cofondatore della start-up. Network Rail, la società pubblica che gestisce le infrastrutture, ha già avviato la ricerca di fornitori per ampliare il progetto.
Dal diesel al solare
Nuove tecnologie potrebbero accelerare i progetti di elettrificazione dei Paesi. L’Università di Huddersfield ha sviluppato un software 3D che consente di progettare e testare in modo virtuale i sistemi di elettrificazione, riducendo tempi e costi dei cantieri. In Polonia, la start-up Nevomo sperimenta un sistema di propulsione elettromagnetica che permette ai carri merci di muoversi senza locomotiva, grazie a un cavo d’alluminio inserito tra le rotaie. In Germania e in India partiranno i primi test industriali.
Negli Stati Uniti, invece, la società Parallel Systems lavora a carri merci autonomi alimentati a batteria, in grado di percorrere fino a 800 chilometri con un’unica carica: una visione di trasporto su rotaia, pensata per competere con il trasporto su gomma. Anche la Cina è protagonista della corsa alla trazione elettrica: ha costruito la più vasta rete ferroviaria ad alta velocità del mondo (oltre 40mila km), interamente elettrificata, e attraverso la Belt and Road Initiative finanzia linee elettrificate in Asia e Africa, come la tratta Etiopia–Gibuti, la prima del continente. Tutti segnali di un settore in fermento, dove la decarbonizzazione passa sia attraverso l’elettrificazione convenzionale, sia attraverso una nuova generazione di tecnologie integrate, modulari e più accessibili.
Intanto in Germania l’elettrificazione delle ferrovie è diventato un caso politico. Secondo Environmental Action Germany (Duh), un terzo della rete ferroviaria tedesca dipende ancora dal diesel. L’Ong chiede una roadmap vincolante per completare l’elettrificazione entro il 2030, ma ai ritmi attuali ci vorrebbero due secoli. Il governo ha annunciato un piano straordinario da 500 miliardi di euro per infrastrutture e clima, con una quota significativa destinata alle ferrovie. La Corte dei Conti parla però di uno stato di crisi per Deutsche Bahn, tra ritardi cronici e bilanci fragili. La sfida è duplice: accelerare i cantieri e garantire che l’energia provenga da fonti rinnovabili. Come ricorda la Duh, l’elettrificazione è un obiettivo ambientale e industriale: condizione essenziale per rafforzare la competitività europea e ridurre la dipendenza dal gasolio in un settore che vale milioni di tonnellate di CO₂ l’anno.
Europa digitale: l’Ertms e la rete che parla un’unica lingua
L’elettrificazione, da sola, non basta. Il futuro delle ferrovie passa anche dalla digitalizzazione e dall’interoperabilità dei sistemi. Come già ricordato in un nostro focus, il Green Deal europeo e il piano Fit for 55 puntano a un trasporto su rotaia più integrato e a zero emissioni. Cuore di questa trasformazione è l’Ertms (European rail traffic management system), il sistema digitale di gestione del traffico che consente a treni di diversi Paesi di comunicare in tempo reale, garantendo sicurezza e puntualità. Oggi è già operativo su molte linee ad alta velocità italiane e si sta estendendo alle tratte regionali.
La digitalizzazione viaggia necessariamente di pari passo con la transizione energetica. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, nel 2030 l’elettricità coprirà il 60% della domanda energetica ferroviaria, rispetto al 45% del 2022. Ma il dato più interessante riguarda la direzione della crescita: sempre più energia pulita, sempre più treni interconnessi.
L’orizzonte Hyperloop
Rappresenta la frontiera estrema della mobilità elettrificata. Capsule pressurizzate che viaggiano in tubi a bassa pressione, sospese da campi magnetici e spinte da motori lineari elettrici: una modalità di trasporto che combina la rapidità del volo con l’efficienza del treno. Di hyperloop si parla da tanto tempo: i primi esperimenti risalgono addirittura al 1870, e nel 2013 a riproporre l’idea è stato Elon Musk con il suo Hyperloop Alpha (mai realizzato). Oggi la tecnologia è ancora in fase sperimentale, ma numerosi consorzi europei e asiatici ne stanno valutando la fattibilità. Se le sfide tecniche e normative saranno superate, l’Hyperloop potrebbe trasformare radicalmente la mobilità interurbana, integrandosi con la rete ferroviaria e contribuendo a una mobilità a emissioni quasi nulle.