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Dopo i test, IT-alert è diventato uno strumento conosciuto a livello nazionale

La tecnologia di IT-alert sarà fondamentale per la gestione del rischio, ma deve andare di pari passo con la consapevolezza dei cittadini. Ne abbiamo parlato con Pierfrancesco Demilito, capo Ufficio Stampa del Dpc. 

di Giovanni Peparello

martedì 21 novembre 2023
Tempo di lettura: min

Pochi giorni fa, il 13 ottobre 2023, si è conclusa la prima fase di test di IT-alert, il sistema di allarme pubblico per l'informazione direttache invierà messaggi  alla popolazione in caso di gravi emergenze o di pericolo imminente. Questo sistema si inserisce all’interno della più ampia strategia del Dipartimento di Protezione Civile, che vuole portare avanti di pari passo l’applicazione di nuove tecnologie e la consapevolezza della cittadinanza.

Non è un caso, quindi, che l’ultimo test di IT-alert si sia svolto al termine della Settimana Nazionale di Protezione Civile, appena prima delle giornate dedicate a Io Non Rischio, la campagna di comunicazione del Dipartimento che vuole educare i cittadini alle buone pratiche di protezione civile. Mentre di IT-alert si parlerà anche durante il convegno Anci che inizia oggi, ognuno di questi strumenti e di questi progetti contribuirà a un Paese più resiliente e consapevole, educando alla gestione dell’emergenza. Ne abbiamo parlato con Pierfrancesco Demilito, capo Ufficio Stampa del Dipartimento di Protezione Civile.

Qual è il bilancio della prima fase di test IT-alert?
La prima fase di test IT-alert è andata bene, non abbiamo avuto grandi intoppi nell’invio dei messaggi. Ciò che testavamo era un invio su grandi numeri, quindi abbiamo iniziato con una Regione per volta, poi nel periodo di settembre e ottobre abbiamo allargato a due/tre Regioni contemporaneamente. Siamo soddisfatti di questa fase di test, ma anche del fatto che la popolazione abbia compreso l’importanza dell’allertamento e di un sistema impegnato in quella fase, per esempio nel momento in cui abbiamo dovuto rinviare il test nella Regione Lazio per via dell’allerta meteo che era in atto su quel territorio. 

Quali saranno i prossimi passi IT-alert?
Questo test aveva due momenti importanti: da un lato il test della tecnologia, dall’altro allargare la familiarità delle persone con lo strumento. Dello strumento IT-alert nei mesi passati avevamo parlato molto tra gli addetti ai lavori, non era un tema che era arrivato alla gente. Ora invece, quando poi lo strumento verrà utilizzato davvero, per la popolazione sarà importante conoscerlo e soprattutto, avendoci già avuto a che fare, riconoscerlo. Per esempio abbiamo visto anche numerosi meme su IT-alert: sono la conferma del fatto che It-alert non è più un tema esclusivo degli addetti ai lavori, quindi è importante che la gente inizi ad avere questa familiarità. 


(Screen del falso articolo pubblicato dal giornale satirico Lercio)

La presenza di questo tipo di meme e di battute ci dice che abbiamo allargato la platea di persone che conoscono e che parlano di IT-alert. E questo è uno dei risultati importanti di questa fase sperimentale. Il percorso però non è finito, perché adesso oltre lo strumento c’è tutto un lavoro che prosegue ininterrottamente con la fase di test, con la messa a punto della parte extra tecnologia, con i vari casi di utilizzo, con tutto un percorso che vede coinvolti insieme a noi Anci, tutte le Regioni e le strutture dello Stato che possono essere potenzialmente coinvolte nell’utilizzo della tecnologia, che prevede una sinergia e un’intesa totale con Comuni e Regioni. Ora immaginiamo che IT-alert potrà entrare in funzione tendenzialmente nel 2024, anche se come dicevamo oltre alla tecnologia ci sono altri aspetti da mettere a punto.

Quello di It-alert è quindi anche un discorso di consapevolezza della popolazione, su cui il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile sta insistendo molto. Non è un caso che al termine della Settimana Nazionale siano stati dedicati due giorni a Io non rischio, la campagna di comunicazione che educa la cittadinanza alle buone pratiche di protezione civile. Come è andata la Settimana Nazionale della Protezione Civile?

Siamo molto felici della Settimana Nazionale, perché è un evento che coinvolge tutto il Servizio Nazionale di Protezione Civile che vede il Dipartimento come capofila ma che poi ha sul territorio un numero alto di iniziative che sono organizzate dalle Regioni, dagli ordini professionali e dalle associazioni di categoria. Quindi possiamo dire che a fronte di 14 eventi che sono stati promossi direttamente dal Dipartimento della Protezione Civile all’interno della Settimana, in totale ne abbiamo avuti 170 su tutto il territorio nazionale, quindi un numero molto alto che ha visto tante strutture appartenenti a vario titolo al Servizio Nazionale che hanno organizzato sui territori un numero importante di iniziative tra mostre, incontri tecnici, incontri pubblici, convegni, iniziative nelle scuole, esercitazioni di protezione civile e attività formative. Ricordiamo anche la medaglia d'oro al valor civile che è stata conferita dal presidente della repubblica al dipartimento della protezione civile e che poi abbiamo condiviso con tutto il servizio nazionale, proprio per l’impegno che il dipartimento ha messo nella gestione dell’emergenza Covid-19. 

Per quanto riguarda invece Io Non Rischio, anche questo è stato un anno importante per la campagna, che ha visto oltre 7.000 volontari impegnati sul territorio nazionale, con 800 piazze che hanno interessato 600 comuni. Quindi prosegue l’ottima risposta sia delle associazioni di volontariato che dei cittadini. Questa campagna è importante in termini assoluti, ma è importante anche nella chiave di utilizzo che poi faremo su IT-alert, perché IT-alert è uno strumento che dà l’allarme su un evento imminente o in corso, ma a salvarci veramente in quel caso saranno le buone pratiche di protezione civile e i comportamenti giusti. Questo è quello che fa Io Non Rischio: educa a sapere quello che bisogna fare quando l’emergenza ci arriva in casa, sul nostro territorio. Questo è quello che ci salverà la vita. 

Il Dipartimento ha insistito molto su questo tema anche nel fumetto L’Attimo decisivo, disponibile online e distribuito anche nelle scuole medie italiane.

L’Attimo Decisivo oltre al titolo è stato anche il tema del fumetto. La distribuzione nelle scuole è stata accompagnata anche da una sorta di manuale rivolto ai docenti, che dovranno poi confrontarsi sull’argomento, e che proprio il 13 ottobre, nella Giornata Internazionale per la Riduzione del Rischio da Disastro, hanno tenuto delle lezioni in tutte le scuole sul fumetto, con varie iniziative e chiacchierate in classe con gli studenti. L’importanza è proprio questa: arrivare ai più giovani, arrivarci con uno strumento che sia alla loro portata, di semplice fruibilità, diffondendo proprio l’importanza dell’attimo decisivo, cioè del momento in cui bisogna saper fare la cosa giusta. Anche in questo caso siamo molto contenti della risposta, molte scuole dopo la distribuzione del fumetto stanno chiedendo di venire a visitare il Dipartimento, come hanno fatto tante famiglie in occasione dell’Open Day che ha aperto le porte del Dipartimento, allargando la comunicazione anche ai cittadini. Anche molte sedi territoriali hanno aperto le loro porte ai cittadini, per mostrare anche che protezione civile non è solo gestione dell’emergenza. Protezione civile vuol dire anche previsione, prevenzione e diffusione della cultura del rischio. Per noi è importante non parlare di queste cose solo durante l’emergenza, ma farlo anche in quello che noi chiamiamo tempo di pace, perché dobbiamo preoccuparcene sempre - anche nel senso di pre-occuparcene, cioè occuparcene prima.