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Oltre il Pil: le indicazioni di Guterres su nuove metriche per l’Agenda 2030

Dalla distribuzione della ricchezza alla valutazione dell’utilizzo delle risorse naturali: nuovi indicatori per misurare lo sviluppo umano nel nuovo policy brief presentato dal segretario generale dell’Onu in vista del Summit sul futuro.

di Maddalena Binda

Il modello economico attuale non tiene conto degli aspetti che contribuiscono al benessere umano: è un “anacronismo dannoso nel cuore del policy making globale”. Per questo “un cambiamento fondamentale nel modo in cui misuriamo il progresso è urgente”, come sottolinea il quarto della serie di policy brief proposti da António Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, in vista del Summit sul futuro intitolato “Valuing what counts: framework to progress beyond Gross domestic product”. Nel policy brief si mette in relazione, per la prima volta, la necessità di andare oltre al Prodotto interno lordo con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il Pil può essere considerato “una storia di successo” perché ha permesso ai Paesi di produrre resoconti affidabili e comparabile. Con un grosso limite. Il Pil, infatti, non tiene conto non tiene conto degli effetti negativi sul Pianeta e sulle persone. Considerando solo l’impatto sul Pil, attività come la deforestazione, la pesca eccessiva o l’utilizzo dei combustibili fossili possono essere considerate positive in quanto contribuiscono a un aumento della ricchezza. Per questo da anni si discute della possibilità di trovare nuovi indicatori per misurare lo sviluppo umano.

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Il legame con l’Agenda 2030

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda costituiscono un passaggio fondamentale nel dibattito sull’andare “oltre il Pil”. Il Target 17.19 prevede di “costruire, entro il 2030, sulle base delle iniziative esistenti, sistemi di misurazione dell’avanzamento verso lo sviluppo sostenibile che siano complementari alla misurazione del Pil e sostenere la creazione di capacità statistiche nei Paesi in via di sviluppo”.

Come evidenzia il policy brief, l’adozione di altri indicatori oltre al Pil avrebbe un impatto sul raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030. In particolare, occorrerà:

  • considerare l’impatto distribuzionale della ricchezza e rispettare il principio di “non lasciare indietro nessuno” (Goal 1 “Sconfiggere la povertà”);
  • trovare soluzioni comuni alla fame e all’insicurezza alimentare che costituiscono un rischio per il benessere delle persone e i livelli di indebitamento (Goal 2 “Sconfiggere la fame”);
  • mettere al centro il benessere e la salute delle persone e promuovere la loro partecipazione, valorizzando l’impatto sociale del lavoro di cura, alla salute e al benessere, ancora largamente sottovalutato (Goal 3 “Salute e benessere”);
  • considerare l’accesso all’educazione come un investimento nel capitale umano e un punto chiave per la capacità produttiva (Goal 4 “Istruzione di qualità”);
  • prendere atto del lavoro non retribuito delle donne, non conteggiato dal Pil, e valutare gli indicatori specifici per il genere (Goal 5 “Parità di genere”);
  • adottare nuove metriche per descrivere le disuguaglianze nell’accesso all’acqua potabile (Goal 6 “Acqua e servizi igienico sanitari”);
  • garantire energia pulita e accessibile attraverso l’efficientamento energetico e l’innovazione nelle tecnologie verdi (Goal 7 “Energia pulita e accessibile”);
  • valutare ka qualità della crescita, aspetto non valutato dal Pil, considerando il ruolo dell’economia nell’assicurare opportunità eque per la crescita personale e per l’equità dei salari e valutando anche l’apporto dell’economia informale (Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”);
  • individuare nuovi indicatori per regolamentare l’innovazione tecnologica, incluso lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale, e costruire infrastrutture resilienti, ottimizzare la produzione alimentare e ridurre le emissioni (Goal 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture sostenibili”);
  • stabilire nuove metriche per indirizzare l’impegno verso la riduzione delle disuguaglianze sotto ogni forma (Goal 10 “Ridurre le disuguaglianze”);
  • raccogliere dati più robusti e disaggregati sulle aree rurali e urbane e sulle comunità locali per una pianificazione urbana e regionale che migliori le vulnerabilità, l’inquinamento e la gestione dei rifiuti (Goal 11 “Città e comunità sostenibili”);
  • identificare forme di misurazione del progresso oltre il Pil con dati di dettaglio che considerino la distribuzione dei redditi, la ricchezza e i consumi per ridurre le disuguaglianze e garantire un uso sostenibile delle risorse naturali (Goal 12 “Consumo e produzione responsabili”);
  • individuare nuove metriche per l’azione climatica e la finanza sostenibile per affrontare le crescenti vulnerabilità del sistema e per sostenere politiche di riduzione del rischio, di mitigazione e di adattamento (Goal 13 “Lotta al cambiamento climatico”);
  • adottare nuove metriche tematiche che valutino aree come l’agricoltura sostenibile, la selvicoltura, l’allevamento ittico, l’energia e l’acqua per affrontare il problema crescente dell’inquinamento marino (Goal 14 “Vita sott’acqua”);
  • includere nelle politiche economiche una valutazione dell’utilizzo delle risorse naturali, del degrado ambientale, della perdita di biodiversità e dell’impatto sulle persone più vulnerabili. Gli strumenti per misurare il progresso dovrebbero riflettere l’attuale costo di produzione e di sviluppo economico (Goal 15 “Vita sulle terra”);
  • focalizzare gli indicatori e le politiche sulla partecipazione attiva e sulla solidità delle istituzioni per assicurare pace e sviluppo (Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide”);
  • rafforzare le capacità statistiche che individuino le metriche adatte per indirizzare il multilateralismo e la solidarietà nella distribuzione di costi e benefici e nella limitazione di pratiche illecite e illegali (Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi”).

Le raccomandazioni per gli Stati

Il policy brief invita gli Stati membri ad assumere esplicitamente l’impegno di “andare oltre al Pil”, creando, prima del Summit sul futuro del 2024, un quadro che si concentri sul benessere delle persone, sul rispetto del Pianeta e sulla riduzione delle disuguaglianze. Sarà necessario, quindi, sviluppare una serie di indicatori multidisciplinari, comparabili e applicabili ai processi decisionali e rafforzare le capacità dei Paesi di raccogliere e analizzare i dati.

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mercoledì 7 giugno 2023