I cavalli geneticamente modificati potrebbero rivoluzionare gli sport ippici
Per il gioco del polo un’azienda argentina ha creato animali più potenti e veloci. La federazione sportiva ha messo un veto sulla modifica del Dna, ma nel Paese sudamericano la clonazione è accettata, con molte implicazioni per gli allevatori.
L’Argentina è considerata la capitale mondiale del polo. Da lì vengono molti dei giocatori e cavalli più famosi al mondo, che dominano competizioni prestigiose come la Queen's Cup in Inghilterra e l'Argentina Open. Ed è proprio nello Stato sudamericano che, come segnala Luca De Biase nella sua newsletter Recommended Networks, si sta combattendo una battaglia su una questione cruciale per il futuro dello sport e forse delle competizioni ippiche in generale: accettare o no cavalli geneticamente modificati.
Cinque cavalli di dieci mesi stanno attualmente pascolando in Argentina e sono i primi dotati di Dna modificato al mondo. Copie clonate di un cavallo pluripremiato chiamato Polo Pureza, la loro genetica è stata mutata utilizzando la tecnologia Crispr per renderli più veloci e fisicamente esplosivi.
I cavalli clonati sono accettati già da anni nel polo – Adolfo Cambiaso, il più grande giocatore al mondo di questo sport, li utilizza da tempo con la sua squadra – ma l’editing genetico è tutta un’altra storia. Vissuto più come un potenziamento che come una clonazione, potrebbe portare i cavalli a superare pericolosamente i loro limiti.

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Gli Enhanced games, senza limiti di doping, stanno muovendo grandi interessi economici e tante critiche. La campagna per il superamento dei limiti biologici riguarda però anche longevità, editing genetico e impianti neurali.
Kheiron Biotech, l'azienda argentina che ha creato i cavalli, afferma che l'editing genetico ha il potenziale per rivoluzionare l'allevamento equino. Kheiron ha utilizzato la tecnica Crispr – una sorta di forbici genetiche per tagliare e personalizzare Dna – per ridurre l'espressione del gene della miostatina, che limita la crescita muscolare. Aumentando le fibre muscolari, i cavalli possono compiere falcate più potenti e veloci. L’obiettivo dell’azienda era vendere questi cavalli per i tornei, ma l’Associazione argentina di polo (Aap) ha risposto con un sonoro divieto.
“Non vorrei che giocassero a polo”, ha detto alla Reuters Benjamin Araya, presidente dell'associazione. “Questo toglie il fascino, toglie la magia dell'allevamento. Mi piace scegliere una cavalla, scegliere uno stallone, incrociarli e sperare che il risultato sia ottimo”.
Kheiron Biotech si è detta fiduciosa che la comunità alla fine si convincerà. “La verità è che non sono così preoccupato”, ha dichiarato Gabriel Vichera, direttore scientifico dell'azienda. “Credo che sia questo che dobbiamo continuare a fare”.
Il fatto è che il divieto imposto dall’Associazione argentina polo sarà difficile da far rispettare: non esiste infatti alcuna distinzione nel regolamento tra cavalli clonati, geneticamente modificati o allevati in modo convenzionale. Quindi o si aggiorneranno le regole o si accetterà questa nuova deriva.
Alcuni allevatori hanno affermato che, mentre riconoscono che i cloni possono contribuire a preservare le linee di sangue, l'editing genetico va troppo oltre e potrebbe mettere a repentaglio le loro attività. “Rovina gli allevatori”, ha detto Marcos Heguy, allevatore ed ex giocatore di polo professionista. “È come dipingere un quadro con l'intelligenza artificiale. L'artista è finito”.
Ted Kalbfleisch, genetista del Gluck equine research center dell'Università del Kentucky, ha dichiarato alla Reuters che l'inserimento di una sequenza di Dna naturale da parte di Kheiron ha semplicemente accelerato evoluzioni che possono richiedere diverse generazioni per compiersi. “Il problema si fa più spinoso quando si cerca di apportare modifiche azzardate”, ha aggiunto. Ma con la miostatina, gli scienziati hanno perfezionato “un gene che sappiamo essere presente nei cavalli sani. Quando lo prendono e lo modificano in un clone, a patto che lo facciano fedelmente... dovrebbe funzionare”.
I cinque cavalli geneticamente modificati hanno comunque molta strada da fare prima di arrivare sul campo. A due anni inizieranno a montare con una sella e al terzo o quarto a imparare il polo. Per ora Daniel Sammartino, co-fondatore di Kheiron Biotech, ha ammesso che i piani per commercializzare il loro servizio di editing genetico sono sospesi finché le autorità del polo non saranno d'accordo. Nonostante abbia già ricevuto numerose offerte di acquisto.
Copertina: Francisco Deane/unsplash