Dall’Occidente unito all’Europa che guarda a Oriente: gli scenari nelle relazioni Usa-Ue-Cina
Uno studio Luiss-Istituto di diritto cinese esplora i rapporti tra le potenze globali nel prossimo decennio: nuove tensioni in vista o spazio per un multilateralismo rinnovato?
Un avvicinamento tra Unione europea e Cina, una rinnovata alleanza tra Stati uniti ed Europa, una continuazione delle tensioni tra le tre potenze o un “mondo rinnovato”, dove viene raggiunto un equilibrio internazionale tramite un multilateralismo restaurato. Queste sono le possibili alternative riguardo al panorama geopolitico globale nel prossimo decennio secondo lo studio “Friends or foes. Four scenarios for the next decade of the Eu-Prc-Usa relations”. Il documento, pubblicato il 18 luglio, è stato realizzato da Ivan Cardillo, Raffaele Marchetti, Silvia Menegazzi e Manfredi Valeriani per il Center of international and strategic studies dell’Università Luiss-Guido Carli e l’Istituto di diritto cinese. La prefazione del testo è curata da Renato Loiero, consigliere economico della presidente del Consiglio. Gli autori applicano la tecnica di costruzione degli scenari: piuttosto che voler predire ciò che realmente succederà nel futuro, intendono fornire elementi per leggere le linee strategiche che guideranno le decisioni e le relazioni delle tre potenze rispetto ai futuri rischi e opportunità globali.
Scenario 1 – Un mondo impantanato
È la continuazione di quello che sta già accadendo, ovvero di un intreccio di relazioni tra potenze che non riesce a essere sbrogliato. Gli Stati uniti continuano nel loro lento e inarrestabile declino, rimanendo comunque per molto tempo la maggior potenza globale. Dall’altra parte la Cina continua a crescere, sia dal punto di vista economico che di influenza militare, mentre l’Unione europea diventa sempre più marginale nello scacchiere internazionale. Pochi investimenti, innovazione insufficiente, inverno demografico e spesa pubblica elevata contribuiscono a peggiorare le prospettive economiche del Vecchio continente. Nell’insieme questo scenario si riassume con l’idea di un “pantano”, dove ogni polo di influenza mantiene le sue posizioni evitando di scendere a compromessi e pensando unicamente ai propri interessi, senza però riuscire a egemonizzare o dominare gli altri. In questo quadro continuano i conflitti militari periferici o a bassa intensità, con il rischio latente e concreto di un confronto bellico aperto che potrebbe portare a una guerra mondiale.
Scenario 2 – L’Europa guarda a Oriente
L’Unione europea decide di avvicinarsi alla sfera di influenza cinese, mentre i legami transatlantici tradizionali con gli Stati uniti svaniscono gradualmente, a causa della riluttanza degli Usa a venire incontro agli interessi del Vecchio continente. Una combinazione di eventi innesca questo cambiamento. Il primo è il nuovo corso di politica economica internazionale inaugurato dalla seconda presidenza di Donald Trump, con un giro di dazi che potrebbero spingere Bruxelles a cercare mercati alternativi. Nel frattempo gli Stati uniti continuano a far prevalere unilateralmente i propri interessi economici e industriali con politiche protezioniste. Un punto focale riguarderebbe la questione degli asset tecnologici: da una parte gli Usa che spingono per un “de-coupling” (disaccoppiamento) tra i propri sistemi informatici e quelli cinesi; dall’altra l’Ue alla ricerca di una strategia di “de-risking” (minor rischio) volta a diversificare il più possibile il proprio sistema di rifornimenti e i suoi sbocchi sul mercato internazionale, cosciente della sua crescente marginalità nell’insieme delle catene di valore globali. La Cina acquisterebbe in questo scenario un ruolo fondamentale nella transizione ecologica europea, fornendo macchinari (pannelli solari, turbine eoliche…) e investimenti necessari per costruire un sistema economico slegato dal carbonio.
Scenario 3 – Occidente unito, Cina isolata
Le relazioni tra Stati uniti ed Unione europea si rafforzano creando una distanza con gli interessi cinesi. L’Europa viene meno ai suoi tentativi di creare una politica internazionale indipendente per allinearsi con gli obiettivi del suo partner storico, rimanendo legata alla sua sfera d’influenza: si crea una maggiore polarizzazione del panorama globale in blocchi contrapposti. I punti di forza su cui si basa questo possibile riconsolidamento del polo “occidentale” sono la cooperazione in politica estera e del settore della difesa, soprattutto rispetto all’evoluzione della guerra in Ucraina. Nonostante ciò l’interdipendenza tra Cina ed Europa, soprattutto rispetto agli scambi commerciali, rimane forte, ma non legata ai settori vulnerabili come tecnologie e materie prime. Dal canto suo la Cina risponde rafforzando le sue relazioni con gli altri Paesi del Sud globale e mantenendo legami sempre più stretti con la Russia.
Scenario 4 – Rinnovato ordine multilaterale
Il mondo assiste un evento inaspettato: un nuovo riequilibrio globale basato su un rinnovato ruolo dell’Organizzazione internazionale del commercio (Wto) come arbitro delle controversie. Lungi dall’eliminare concretamente le tensioni tra gli interessi divergenti dei Paesi, il commercio fornisce però gli strumenti per risolvere in modo pacifico le controversie internazionali e creare un quadro di regole comuni per evitare confronti muscolari ed escalation. Le potenze riconoscono così la necessità di un “quadro multilaterale minimo”, inteso come comune, per potere confrontare le diverse necessità. In questo contesto l’Europa gioca il ruolo di guida a livello diplomatico, come “potenza regolatoria di ponte”, per riunire intorno al Wto la Cina, gli Stati uniti e le più importanti economie emergenti, come Cina, India, Brasile e Sud Africa, nonché i Paesi dell’Asean e quelli africani.
Pensare al futuro dell’Europa
Mantenendo la sua visione globale e al di sopra delle parti, il documento è anche una lente per leggere quale sarà il futuro giocato dall’Unione europea nei prossimi cambiamenti globali. “Questo report è un invito a pensare in modo critico a creativo al posto che ricopre l’Europa nel mondo multipolare a venire”, scrive Renato Loiero nella prefazione. “Sottolinea l’importanza del mantenimento della coesione europea, che deve investire nelle sue capacità industriali e tecnologiche, e costruire relazioni che rispettino i propri valori mantenendo prioritari i propri interessi”. Un commento importante per provare a capire quali sono i prossimi passi che deve fare il nostro continente in un mondo dove le tensioni continuano a crescere.