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Rapporto Randstad: le 47 professioni sanitarie che trasformeranno la medicina in Italia

Dal chirurgo da remoto all’advanced practice nurse, dall’esperto di diagnostica con l’AI a quello di protesi mioelettriche: il settore sanitario nazionale ha bisogno di un rinnovamento. Non basta aumentare i medici se mancano le competenze.

giovedì 5 giugno 2025
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Tutto il mondo si sta adeguando al grande cambiamento tecnologico in atto, ed è arrivato il momento anche per il settore sanitario di compiere questo passo. È una delle considerazioni che emerge dal rapporto “Il futuro delle professioni mediche e infermieristiche in Italia”, pubblicato a fine maggio da Randstad Research, il centro di ricerca di Randstad, e realizzato nell’ambito dell’iniziativa Ecosistema Futuro. “Il sistema sanitario italiano offre ancora servizi complessivamente di qualità con picchi di assoluta eccellenza a livello internazionale”, si legge nell’introduzione. “Tuttavia le criticità non mancano, soprattutto in chiave prospettica ed è importante analizzarle, come primo passo per individuare possibili azioni correttive”.

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L’iniziativa porterà i “futuri” e il pensiero a lungo termine al centro del dibattito pubblico. Trenta realtà coinvolte, tra università, centri di ricerca, aziende, società civile e media. Giovannini: “Governare il cambiamento senza paura”. 

Di quali criticità stiamo parlando? Ce ne sono di due tipi: quantitative (un numero insufficiente di medici e infermieri, nonostante si parli di 1,67 milioni di occupati, il 7% del totale nazionale) e qualitative, che riguardano le competenze richieste alle professioni mediche in futuro (dalla digitalizzazione alla robotica nelle sale operatorie, dall’intelligenza artificiale come supporto alle diagnosi alla telemedicina). In un mondo sempre più complesso e multiculturale, sarà necessario anche sviluppare competenze trasversali e comunicative: riuscire a dialogare, organizzare, progettare con cura e in maniera efficiente diventerà importante tanto quanto incrementare la quantità di professionisti. “In fin dei conti, se anche ci fossero tutti i medici di cui abbiamo bisogno, ma se questi non avessero le nuove competenze che il mercato del lavoro richiede, la qualità del servizio ne risentirebbe notevolmente”.

Randstad ha perciò individuato 47 professioni sanitarie del futuro, organizzandole in cinque ambiti. Si parte dalle occupazioni mediche e infermieristiche avanzate, che includono profili come l’infermiere esperto in rischio infettivo, lo specialista in gestione del dolore o l’advanced practice nurse, figura di infermiere generalista o specializzato che ha conseguito almeno un master ed è in grado di prendere decisioni cliniche complesse e fornire cure di alto livello. Cruciali anche ruoli come il chirurgo da remoto – che esegue interventi chirurgici a distanza grazie a robot avanzati – o il medico specializzato in intelligenza artificiale per la prevenzione. Il secondo ambito si concentra sulla tecnologia applicata alla sanità: qui spiccano gli sviluppatori di AI per la diagnosi oncologica o gli ingegneri di chirurgia robotica. Altro settore importante è quello della gestione economica e sanitaria, dove si dovranno consolidare profili come il clinical project manager – professionista che gestisce progetti clinici complessi, come sperimentazioni di farmaci o nuovi protocolli medici, assicurando il rispetto di norme e tempistiche – o il patient journey manager, che supervisiona l’intero percorso del paziente, coordinando team multidisciplinari e garantendo un trattamento uniforme e continuo.

Senza ricerca però non c’è progresso, e per questo il quarto ambito dello studio Randstad si concentra su professionalità legate al mondo della biochimica, nanotecnologia e linguistica computazionale. Saranno richieste infine professioni più trasversali, come gli specialisti della care economy (settore economico che comprende tutte le attività legate a cura, assistenza e supporto alle persone, sia retribuite che non retribuite), i produttori di solette intelligenti che monitorano lo stato di salute, quelli di plastiche 100% naturali per il settore biomedicale o di protesi mioelettriche – protesi avanzate controllate dai segnali elettrici del sistema nervoso, che migliorano il recupero funzionale degli arti amputati.

La svolta tecnologica dovrà però portare anche a un rinnovamento generazionale. Il settore sanitario – per il 66,8% a trazione femminile – conta tra le sue fila soprattutto persone tra 45 e 54 anni (26%) e 35-44 (23,5%), mentre solo il 2,5% ha meno di 25 anni e il 4,9% oltre i 65. Professionisti più giovani con competenze aggiornate: un ottimo modo per prepararsi al futuro.

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