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Gen Z e Millenials non aspettano la vecchiaia per smettere di lavorare

Il mini-retirement, ovvero le pause dalla carriera che assomigliano a “mini-pensionamenti”, si sta diffondendo sempre di più tra le giovani generazioni, mostrando una nuova etica del lavoro. Ma bisogna avere i mezzi per farlo.

lunedì 14 aprile 2025
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Alcuni anni fa, il gruppo musicale “Lo Stato sociale” aveva fatto uscire una hit che per un’estate si è guadagnata le vette delle classifiche italiane. “Un vita in vacanza” si chiamava la canzone, un inno che invitava tutte e tutti a liberarsi dal lavoro - ripetitivo, noioso e usurante - per poter finalmente viversi la vita.

A grandi linee, la prospettiva descritta dalla band in questa canzone sembra essere diventata in effetti lo stile di vita di alcuni giovani adulti di classe medio-alta, soprattutto negli Stati uniti. È quello che viene chiamato il fenomeno dei mini-retirement, ovvero i mini-pensionamenti, analizzato da un articolo del New York Times pubblicato il 13 aprile.

La questione è molto semplice: perché aspettare la vecchiaia per godersi i propri risparmi? Perché non lasciare il lavoro e spendere subito una parte dei soldi messi da parte per fare l’esperienza che ci cambierà la vita?

Possibili confusioni lessicali

Il termine mini-retirement potrebbe però risultare fuorviante per il pubblico italiano, e in generale europeo continentale. Da una parte, c’è una questione sollevata anche nell’articolo da Christopher Myers, professore di Management alla Hopkins Carey Business School: “Gli europei hanno dei mini-pensionamenti ogni anno, che chiamano vacanze estive”. Una tradizione non così diffusa nel mondo anglosassone, che però evidenzia una grossa differenza nell’approccio al mondo del lavoro.

Dall’altra parte, l'espressione può confondere chi è abituato al sistema previdenziale europeo continentale, che considera la pensione come un “patto sociale generazionale”, dove gli attivi, più giovani, pagano la pensione degli anziani, che hanno lavorato tutta la vita. Ma il concetto di mini-pensionamento ha una logica ben più chiara nei sistemi pensionistici anglosassoni, basati essenzialmente sul risparmio individuale accumulato nei fondi pensionistici. In questo caso il tema è appunto più semplice: se ho dei soldi da parte, perché non spenderli subito?

Fuga dal lavoro?

Secondo il New York Times la questione è molto legata all’indisponibilità da parte di Gen Z e Millenials a essere “macinati” dal lavoro, come recita il titolo dell’articolo, una sfaccettatura del fenomeno delle “Grandi dimissioni” che si è verificato dopo la pandemia da Covid-19. Il quotidiano statunitense riporta le storie di tre ragazze intorno ai 30 anni che hanno deciso di mettere in sospeso la loro a carriera a tempo indefinito, con una pianificazione approssimativa, per potersi dedicare a viaggi o hobby.

Il mini-retirement è raccontato anche come un periodo necessario per capire cosa si vuole davvero fare nella vita, e scegliere liberamente il sentiero che prenderà la propria esistenza senza le pressioni dell’ambiente di lavoro. Quindi non una fuoriuscita vera e propria, ma una pausa indefinita.

Secondo Kira Schambram, professoressa associata dell’Università di Washington e studiosa di questi fenomeni, “un ‘mini-pensionamento’ può assumere molte forme: prendersi più tempo dopo essere stati licenziati per considerare altri percorsi, chiedere un congedo non retribuito (e non necessariamente con una garanzia di un ritorno) o prendersi una lunga pausa dopo aver lasciato volontariamente un lavoro”.

Il presupposto è però purtroppo banale e scontato: per mettere in pausa il lavoro serve avere dei soldi da parte, o una rendita, non proprio due condizioni alla portata di tutti. Ma Schambram è convinta che per le persone economicamente stabili questo tipo di scelta, in futuro, sarà sempre più frequente.

Lavorare meno, lavorare meglio?

Il mini-retirement non è però un concetto nuovo, anzi. Lo ha coniato Timothy Ferriss, scrittore, imprenditore e guru del life-style, che nel 2007 ha pubblicato il saggio The 4-Hour Workweek, un best-seller che insegna come vivere la vita. L’idea è di pianificare dei periodi di tempo in cui non si è produttivi per poter sopportare meglio lo stress connesso alla carriera lavorativa.

In una intervista, Ferriss ha spiegato che periodicamente prende dei momenti di pausa di 3-4 settimane, chiamati appunto mini-retirement, in cui “stacca” completamente dal lavoro per dedicarsi alle sue passioni, in particolare progetti di conservazione ambientale in sud America. L’importante, ha aggiunto, è impostare bene i propri affari e non perdere i contatti lavorativi, per poi poter tornare produttivi appena terminato il periodo di pausa.

Insomma, l’inventore del concetto di mini-retirement lo vede a tutti gli effetti come uno schema comportamentale che permette di essere più produttivi grazie a un buon bilanciamento vita-lavoro, e non per forza come uno sfogo.

 

Foto di Антон Гарустович: https://www.pexels.com/it-it/foto/inst-violoncelle-by-29974045/