Insicurezza alimentare, lavoro, empowerment: per le donne ci sono pochi progressi
Senza investimenti e politiche adeguate, nel 2030 340 milioni di donne vivranno in povertà estrema e 110 milioni rimarranno escluse dai sistemi scolastici, denuncia Un women.
di Maddalena Binda
“A metà strada verso il 2030, il mondo sta deludendo le donne e le ragazze” denuncia il Global gender snapshot 2023, pubblicato a settembre dall’Un Women e da Un Desa (Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni unite). Mancano 360 miliardi di dollari di investimenti all’anno per poter realizzare il Goal 5 “Parità di genere” dell’Agenda 2030. Il documento dell'Onu analizza i fattori di genere nei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, offrendo una panoramica su progressi e sfide per annullare le disparità di genere a livello globale.
Continuando così, nel 2030, circa l’8% della popolazione femminile, pari a 340 milioni di donne e ragazze, vivrà in povertà estrema. Oggi a vivere con meno di 2,15 dollari è il 10,3%. Le conseguenze dei cambiamenti climatici peggioreranno la situazione. Nello scenario climatico più negativo, entro la metà del secolo, l’impatto della crisi climatica potrebbe spingere in povertà 158,3 milioni di donne e ragazze in più.
L’insicurezza alimentare, moderata o severa, colpirà quasi una donna su quattro (il 23,5%) entro il 2030, con una situazione particolarmente grava in Africa Sub-sahariana dove a soffrire la fame sarà il 48,6% delle donne e delle ragazze.
Nel 2030 continueranno a rimanere escluse da scuola circa 110 milioni di ragazze, in leggera diminuzione rispetto ai 129 milioni del 2023. Le barriere sociali ed economiche che ostacolano l’accesso delle donne all’educazione ne compromettono anche l’ingresso nel mondo del lavoro: a livello globale il 32,1% delle giovani tra i 15 e i 24 anni non studia, non lavora o non è inserita un percorso di formazione (Neet), in confronto al 15,4% dei giovani uomini.
Le differenze sono evidenti anche nella popolazione in età lavorativa. Solo il 61,4% delle donne tra i 25 e i 54 anni lavora, percentuale che sale al 90,6% per gli uomini. Rimane profondo il divario salariale: nel 2019, per ogni dollaro guadagnato dagli uomini le donne hanno ottenuto solo 51 centesimi.
A influenzare le opportunità professionali delle donne è anche il carico di lavoro domestico e di cura: a livello globale le donne ogni giorno impiegano 2,8 ore in più rispetto agli uomini per svolgere lavori domestici non retribuiti. Nel 2050 la situazione potrebbe migliorare solo leggermente e la quantità di tempo trascorso in più dalle donne scendere a 2,3 ore al giorno.
Persiste il divario di genere nelle posizioni di leadership e di potere. Le donne occupano solo il 26,7% dei seggi parlamentari e il 28,2% delle cariche dirigenziali nelle aziende. Continuando così, nel 2050 solo il 30% delle cariche dirigenziali sarà occupato da donne. Occorrono politiche concrete, come l’introduzione delle quote di genere, la diffusione di programmi di leadership femminile e l’accesso ai servizi per l’infanzia.
Leggi specifiche sono necessarie anche per contrastare la violenza di genere e offrire supporto alle vittime. Ogni anno 250 milioni di donne e ragazze di età superiore ai 15 anni, sposate o in una relazione, subiscono violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner.
“In questo momento cruciale per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il report di quest’anno è una forte chiamata all’azione. Dobbiamo agire collettivamente e intenzionalmente per correggere la rotta e assicurare un mondo in cui ogni donna e ragazza abbia pari diritti, opportunità e rappresentazione. Per ottenere questo obiettivo abbiamo bisogno di un impegno deciso, di soluzioni innovative e di collaborazione fra tutti i settori e gli attori coinvolti”, ha dichiarato Sarah Hendriks, vicedirettrice esecutiva di Un women.
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