Come l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare l’ammissione ai college statunitensi
Un articolo del New York Times analizza l’impatto dell’utilizzo dell’Ai nella stesura dei saggi di ammissione all’università, tra rischi di plagio e democratizzazione del processo di selezione.
di Maddalena Binda
“La larga disponibilità di chatbox di intelligenza artificiale, come ChatGpt, che possono produrre testi simili a quelli scritti da un essere umano dietro brevi indicazioni dell’utente, è pronta a stravolgere il tradizionale processo di domande di ammissioni ai college selettivi, dando il via a un’era di plagio automatizzato o di democratizzazione dell’accesso all’aiuto per la scrittura dei saggi. O magari a entrambi” scrive il New York Times.
L’anno scolastico appena iniziato è il primo in cui gli strumenti di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati per compilare le domande di ammissione e scrivere il saggio di presentazione per i college. Con quali effetti?
Il saggio di ammissione è utilizzato nel processo di selezione universitario per valutare il carattere, le potenzialità e le abilità di chi avanza la domanda di ammissione, un “tormento per generazioni di studenti delle scuole superiori” sottolinea il New York Times.
L’utilizzo dei chatbot di intelligenza artificiale potrebbe ridurre l’autenticità e l’individualità dei saggi di ammissione e compromettere la capacità degli studenti di sviluppare il pensiero critico e le competenze narrative ed espositive.
D’altra parte, potrebbe rendere maggiormente democratico il processo di selezione. “Gli studenti più ricchi possono avere accesso a risorse, come genitori, amici di famiglia o insegnanti di scrittura, che li aiutino a raccogliere idee, scrivere la bozza e correggere i saggi di ammissione” spiega il giornale statunitense riportando l’opinione di alcuni educatori “ChatGpt potrebbe giocare un ruolo simile per chi è privo di queste risorse, soprattutto per chi frequenta scuole superiori molto grandi dove i consulenti scolastici hanno troppo lavoro per incontri personalizzati”.
Finora sono pochi college che hanno pubblicato un regolamento sull’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale. Le linee guida della scuola di legge dell’Università del Michigan, ad esempio, vietano agli studenti di ricorrere a ChatGpt e altri chatbox per scrivere la bozza, ma consentono di consultarsi con i genitori, gli amici e altre persone.
Al contrario, la facoltà di legge Sandra Day O’ Connor all’Università dell’Arizona permette di ricorrere all’intelligenza artificiale purché sia utilizzata in maniera responsabile e le informazioni inviate siano vere.
L’Istituto di tecnologia della Georgia ha condiviso alcune linee guida incoraggiando gli studenti a servirsi dell’intelligenza artificiale e avvertendoli di non limitarsi a copiare e incollare i contenuti nella domanda di ammissione.
E gli studenti? Data l’ambiguità e l’assenza di regole condivise, molte studentesse e studenti non si serviranno dell’intelligenza artificiale per scrivere il proprio saggio di ammissione. Una studentessa ha riferito al New York Times di aver provato a chiedere a ChatGpt alcune idee, ma di aver ritenuto le risposte “troppo generali e impersonali”, e di sentire ancora di più la pressione per trovare un tema unico e interessante “perché uno semplice può essere prodotto semplicemente da ChatGpt”.