La ricchezza mondiale aumenterà del 38% nei prossimi cinque anni
A livello globale si riducono le disuguaglianze economiche. In Italia si rafforzano le disparità, inferiori peraltro a quelle di molti Paesi industrializzati. L’analisi del Global wealth report.
di Maddalena Binda
Per la prima volta dal 2008, anno della crisi finanziaria, la ricchezza globale è diminuita, ma aumenterà del 38% nei prossimi cinque anni grazie alla crescita dei Paesi a basso e medio reddito. È quanto emerge dalla 14esima edizione del Global wealth report, realizzata da Credit Suisse e Ubs. La ricerca analizza come la ricchezza si crea, si evolve, si trasforma e passa di generazione in generazione.
Risultati principali
Nel 2022 la ricchezza globale è diminuita del 2,4% rispetto all’anno precedente. Sono stati i Paesi del Nord del mondo, come Stati uniti, Canada e Unione europea a registrare il calo maggiore.
La disparità nella distribuzione della ricchezza si è ridotta a livello globale: nel 2022 l’1% della popolazione deteneva il 44,5% della ricchezza, percentuale che nel 2021 era pari al 45,6%. Come sottolinea il report, le disuguaglianze economiche tra i Paesi sono diminuite grazie alla crescita di Paesi emergenti come la Cina e l’India. La crescita cinese ha anche consentito di registrare una crescita mediana della ricchezza del 3%, a fronte di un calo della ricchezza media del 3,6%. Ricordiamo che la mediana esprime il valore relativo alla persona che si colloca nel mezzo nella scala di distribuzione della ricchezza, mentre la media esprime il totale diviso per il numero delle persone. In questo caso, la discrepanza tra media e mediana indica che a fronte di un miglioramento per molti, si è verificato comunque un calo della ricchezza per una consistente parte della popolazione.
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Le differenze territoriali rimangono ampie: l’America del Nord e l’Europa ricevono il 56% del reddito famigliare totale, pur rappresentando solo il 16% della popolazione globale adulta.
Un futuro più roseo
Secondo le proiezioni del report la ricchezza globale aumenterà del 38% nei prossimi cinque anni, grazie ai Paesi a basso e medio reddito che cresceranno rispettivamente dell’11,8% e 10,7% all’anno. Per i Paesi ad alto reddito la crescita prevista è del 4,5% annuo.
Nel 2027 il 47% della popolazione adulta possiederà una ricchezza minore di 10mila dollari, percentuale pari al 53% nel 2022 e all’81% a inizio del secolo. Anche il numero dei milionari aumenterà, passando da 59 milioni nel 2022 a 86 milioni nel 2027.
E in Italia?
Dopo le conseguenze della pandemia sull’economia italiana, dal 2021 il Pil è tornato a crescere. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale nel 2023 dovrebbe aumentare dell’1,6%. Con un patrimonio medio per adulto di 221.370 dollari, l’Italia risulta essere un Paese ricco, sebbene non rientri tra i primi 20 della classifica globale.
Si rafforzano le disuguaglianze economiche. Va rilevato anche che la ricchezza mediana è solo di 107.315 dollari: dunque una parte consistente della popolazione adulta si colloca ben al disotto della media. L’indice di Gini, che misura la disparità di distribuzione della ricchezza e del reddito fra gli individui di una popolazione, è passato da 60,4 nel 2000 a 67,8 nel 2022. L’indice può varia tra 0 e 100, dove 0 implica una equa distribuzione e 100 la massima disparità. L’indicatore italiano è comunque inferiore a quello di quasi tutti i Paesi industrializzati: Usa 83, Francia 70,3, Germania 77,2. Anche la percentuale di patrimonio totale posseduto dall’1% più ricco della popolazione italiana è aumentata negli ultimi anni, dal 22% del 2000 al 23,1% del 2023.