Ue: l’innovazione continua a migliorare, ma si amplia il divario con gli Usa
I risultati dello European innovation scoreboard 2023: bene l’Europa sulle tecnologie legate all’ambiente e la quota di occupati nel settore Ict. Luci e ombre per l’Italia.
di Andrea De Tommasi
La Commissione europea ha pubblicato il 7 luglio la nuova edizione dello European innovation scoreboard, che dal 2011 fornisce aggiornamenti annuali sul panorama dell'innovazione in Europa. Il Rapporto evidenzia in linea generale un miglioramento delle performance dell’innovazione di circa l’8,5% dal 2016, confermando l’impegno dell’Ue a promuovere politiche e azioni innovative.
Durante questo periodo le prestazioni sono migliorate in 25 Paesi, anche se a un ritmo più lento negli ultimi anni. Positivi i dati relativi al 2022: ben 20 Stati membri su 27 hanno registrato un aumento significativo della loro capacità di innovazione.
In base ai punteggi, i Paesi dell'Ue si possono dividere in quattro gruppi:
- “leader dell'innovazione”, le cui prestazioni si attestano oltre il 125% della media europea, che equivale al 100%. In questo gruppo si collocano la Danimarca, che per la prima volta è il Paese con la migliore performance, la Svezia, la Finlandia, i Paesi Bassi e il Belgio;
- “innovatori forti”, quali Austria, Germania, Lussemburgo, Irlanda, Cipro e Francia, le cui performance si muovono tra il 100% e il 125% della media europea;
- “innovatori moderati”, quali Italia, Estonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Spagna, Malta, Portogallo, Lituania, Grecia e Ungheria, le cui prestazioni sono comprese tra il 70% e il 100% della media europea.
- “innovatori emergenti”, con prestazioni inferiori al 70% della media europea. In questo gruppo si posizionano la Croazia, la Slovacchia, la Polonia, la Lettonia, la Bulgaria e la Romania.
In questo quadro, la performance italiana fotografata dall’Eis presenta luci e ombre. Da una parte il nostro Paese registra una leggera diminuzione rispetto ai risultati del 2022. D’altra parte, con un valore che si attesta al 90,3% della media europea, il punteggio italiano è uno dei più alti tra gli “innovatori moderati”, il gruppo di Paesi in cui l’Italia è stata inserita. Inoltre, le prestazioni in materia di innovazione sono in aumento a un tasso superiore rispetto a quello Ue, rendendo prevedibile una costante riduzione del divario di prestazioni del nostro Paese rispetto all’Unione europea.
Andando più nel dettaglio, l'Italia raggiunge buoni risultati per quanto riguarda i cambiamenti climatici, i materiali di scarto riciclati, le soluzioni per la riduzione delle emissioni di gas serra e l'innovazione ambientale. Le debolezze per il nostro Paese risiedono, invece, nella poca disponibilità di capitali e risorse in ricerca e nella bassa quota di laureati.
Per quanto riguarda il posizionamento globale, i risultati dell'Ue sono rimasti relativamente stabili rispetto all'anno precedente. Come mostra la figura sopra, il punteggio europeo è più alto rispetto a Giappone, Cina, Brasile, Cile, Sud Africa, India, Messico, ma si è ampliato il divario con Corea del Sud, Canada, Stati Uniti e Australia. Le buone notizie per l’Ue provengono, in particolare, dai seguenti indicatori: tecnologie legate all’ambiente, occupazione nel settore Ict e pubblicazioni scientifiche internazionali.