Future 2043: addio auto di proprietà e sviluppo delle discipline Stem
Nel rapporto Springwise un’istantanea di ciò che potremo vedere nei prossimi decenni, dai nuovi lavori nel metaverso alle fonti alimentari alternative. Ma peggioramento della salute per buona parte della popolazione.
di Andrea De Tommasi
Come sarà il mondo tra 20 anni? Springwise, piattaforma globale di trend forecasting, ha chiesto ad alcuni tra i maggiori futuristi del mondo di esaminare le innovazioni e i cambiamenti che potremmo sperimentare entro il 2043. Le domande spaziano dal metaverso al trasporto autonomo, all'energia rinnovabile decentralizzata. E se alcuni scenari sembrano decisamente futuristici, altri sono già alle porte.
La velocità dei progressi nella robotica e nell’intelligenza artificiale (Ai) spingono gli analisti a prevedere che in futuro molti lavori scompariranno, ma il lavoro umano non se ne andrà: le macchine tenderanno ad occuparsi di compiti ripetitivi e monotoni, mentre saranno contendibili i lavori che richiedono una profonda creatività, competenza e ascolto dei clienti. La chiave per gestire la transizione verso questa nuova società “post Ai”, sostiene Rohit Talwar, amministratore delegato di Fast Future, sarà una qualche forma di regime di reddito di base garantito, idea che un numero crescente di governi sta già valutando.
Il metaverso non solo non fallirà (sull’onda delle difficoltà di Meta qualcuno ha iniziato a sostenere che sia già morto), ma aprirà un “caleidoscopio di opportunità” per avvocati (specialmente i divorzisti), agenti immobiliari virtuali, specialisti di contenuti educativi, ed esperti di etica del metaverso stesso.
Un altro capitolo è dedicato al cibo del futuro. Entro il 2043, dice il futurista Tony Hunter, avremo una gamma di nuove proteine e altri prodotti alimentari diversa da qualsiasi cosa abbiamo mai visto prima. A partire dalla carne vegetale. Ma non è detto che le proteine alternative abbiano una diffusione così ampia. Sostiene Christophe Pelletier, fondatore di The Food Futurist, che a meno che non avvenga un profondo cambiamento in tre aree (prezzo, capacità dell’azienda di controllare i costi e capacità gestionali), il meglio che questi mercati otterranno è sviluppare nicchie – alcune delle quali di successo – e forse più nel mercato dei mangimi per l'allevamento che dei beni di consumo.
Il concetto di trasporto pubblico potrebbe cambiare significativamente. La proprietà dell’automobile probabilmente diminuirà man mano che i micronoleggi e i veicoli condivisi diventeranno la norma. Autobus, tram e treni si convertiranno completamente in motori elettrici o a idrogeno. E non è escluso che sulle strade arrivino tricicli a energia solare, che utilizzano molta meno energia per funzionare. Diffusi saranno i vertiporti, ossia gli aeroporti degli aerotaxi. Le auto a guida autonoma, afferma il tecnologo Jude Pullen, potrebbero affermarsi definitivamente superando le difficoltà attuali.
Nel 2043 la minaccia di un’altra pandemia probabilmente continuerà a incombere. Mentre i progressi della medicina aiuteranno nell'identificazione precoce delle minacce pandemiche, è probabile che molti dei problemi che le società hanno riscontrato con il Covid-19 persistano. Questi includono la disuguaglianza nella distribuzione di vaccini e trattamenti, nonché la diffusione della disinformazione. Secondo la biofuturista Melissa Sterry, il fattore principale che accrescerà la minaccia di nuove pandemie sarà un declino generale della salute della popolazione, principalmente per la scarsità di cibo e malnutrizione, l’inquinamento atmosferico e la diffusione di microplastiche nell'aria, negli oceani e nelle bevande. C’è anche una prospettiva positiva: entro due decenni potremmo aver eliminato, o ridotto al minimo, i rischi associati ad alcune delle malattie più devastanti di oggi, tra cui il morbo di Parkinson, l'Alzheimer, l'Hiv, il diabete di tipo 2 e una serie di forme tumorali. Questa la previsione di Bertalan Meskó, futurista e fondatore del The Medical Futurist Institute.
Come saranno le città? “Oggi si parla molto di città intelligenti”, afferma l’imprenditore e futurista Richard David Hames, “ma nel 2043 la città davvero ‘intelligente’ sarà quella a misura di umano, molto diversa da come la immagina attualmente una élite tecnocratica che ha appunto la tecnologia come cornice dominante”. Non basterà dunque avere centri digitalmente sviluppati: la tecnologia che avrà il maggiore impatto sulle città "intelligenti" del 2043, aggiunge Hames, è l'immaginazione umana. Alcune startup stanno sviluppando soluzioni innovative per affrontare le minacce ambientali delle città, dalle “pensiline vegetali” per affrontare le ondate di calore alle piattaforme per aiutare i decisori politici a monitorare le emissioni nocive.
La transizione energetica, con la definitiva scomparsa dei combustibili fossili, è una prospettiva da cui i Paesi sviluppati non potranno tirarsi indietro. In questo contesto Fabienne Goux-Baudiment, responsabile dell’agenzia proGective, prevede, accanto alla diffusione su larga scala dell’energia solare e delle pompe di calore, gli inizi della fusione nucleare per uso industriale. Nei Paesi in via di sviluppo, “sistemi di energia solare e decentralizzati diventeranno dominanti”. Un sistema decentralizzato di gestione dell'energia è costituito da impianti di produzione di energia relativamente più piccoli e più vicini ai consumatori.
Nel campo dell’istruzione si assisterà a una significativa espansione delle discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica), soprattutto perché ogni campo accoglierà delle innovazioni: dalle nanotecnologie alla modifica dei genomi, dai progetti innovativi nei trasporti alle nuove intelligenze artificiali.