Negli Usa sempre più lavoratori qualificati stanno lasciando le città costiere
La ricchezza è concentrata in metropoli “superstar” come New York e San Francisco, che però stanno diventando troppo costose. Anche chi ha un’istruzione universitaria si sposta verso piccoli centri urbanizzati.
di Andrea De Tommasi
Le città costiere sempre più costose stanno mettendo in ginocchio sia i lavoratori a basso reddito che i lavoratori con istruzione universitaria, secondo un articolo di Emily Badger, Robert Gebeloff e Josh Katz pubblicato il 16 maggio sul New York Times. “Questo modello è sorprendente in retrospettiva. Le principali aree metropolitane costiere sono state hub dei lavoratori più istruiti e più ambiti dai datori di lavoro. Questi centri urbani sono diventati una categoria a sé stante - "città superstar" - con un impatto enorme sull'economia americana. Ma dai dati sulla migrazione interna emerge che, anni dopo che i residenti con salari più bassi sono stati esclusi dalle costose aree metropolitane costiere, anche i lavoratori più pagati si stanno allontanando da loro”.
Anche prima della pandemia, gli adulti in età lavorativa con istruzione universitaria lasciavano città come San Francisco e New York in numero crscente ogni anno. Il grafico qui sotto mostra che solo a San Francisco si è passati da un guadagno medio annuo di circa 10mila persone prima della pandemia a una perdita di 25mia persone nel 2021. Insomma, questi deflussi crescenti da metropoli costose sono iniziati in alcuni casi circa un decennio fa. Ora, l’ulteriore aumento dei costi sta ampiamente erodendo lo spettro del reddito nelle aree metropolitane più costose del Paese. “Poiché queste regioni sono diventate più ricche, ciò ha, tra le altre cose, contribuito ad alimentare l'aumento dei prezzi delle loro case”, rileva l’analisi. I lavoratori che lasciano queste città stanno migrando verso altre aree metropolitane meno costose ma ancora fiorenti come Phoenix, Atlanta e Houston. Anche perché a una buona fetta di quei lavoratori è appena stata offerta un'ottima alternativa: il lavoro a distanza.
Il giornale americano ha raccolto numerose testimonianze dirette di chi ha lasciato le grandi città costiere. Alcuni lavoratori motivano la scelta con i costi elevati della vita, da quelli per gli alloggi allo svago. Altri nelle interviste hanno fatto considerazioni su una migliore qualità della vita. Da non sottovalutare anche il fatto che molte città più piccole siano diventate sempre più attrattive e ricche di servizi, abbiano centri urbani vitali e siano competitive sul piano dell’offerta turistica.
La migrazione di residenti con istruzione universitaria solleva certamente alcune domande, ma i ricercatori che studiano le disuguaglianze, interpellati dal New York Times, affermano che sarebbe una buona cosa se i laureati (e il loro potere di spesa) fossero meno raggruppati sulle coste. “C'è un'incredibile concentrazione di ricchezza in queste città superstar che è malsana", ha detto David Autor, un’economista del Mit.