Dieci casi di innovazione nelle scuole: la raccolta “Next Generation Schools”
Rinnovamento degli spazi di apprendimento e capacità degli insegnanti di usarli al meglio: queste le linee guida che hanno portato al racconto delle esperienze scolastiche nella rubrica di FUTURAnetwork, ora anche in un unico documento.
di Maria Chiara Pettenati e Marco Gioannini
Presentata, in occasione dell’evento nazionale del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023 “Tra povertà e ricchezza educativa: le scuole al centro di alleanze territoriali”, organizzato dal Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 4 (Istruzione di qualità) e patrocinato dal Comune di Napoli, la raccolta “Next Generation Schools”. Un documento, realizzato con la partecipazione di rappresentanti di numerosi enti aderenti all’Alleanza, che riunisce una “prima selezione” di casi esemplari discussi, da gennaio 2023 e ogni settimana, nel blog omonimo di FUTURAnetwork.
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Qui di seguito Maria Chiara Pettenati e Marco Gioannini, co-coordinatori Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 4, ci spiegano di cosa si tratta.
“È un blog per parlare di innovazione nella scuola italiana partendo dai nuovi ambienti di apprendimento. Un blog per presentare e discutere una selezione di esperienze significative nelle scuole italiane, fra le quali alcune assai interessanti dal punto di vista dell’Agenda 2030. Un blog anche per offrire spunti ai dirigenti scolastici e ai docenti che oggi si trovano nell’urgenza di riuscire a presentare progetti per i fondi del Pnrr, in primo luogo quelli per "Scuole 4.0: scuole innovative e laboratori", e magari sono alla ricerca di idee per cambiare gli spazi della propria scuola (e non solo riempirli di nuove tecnologie).
Questi sono gli obiettivi del blog Next Generation Schools, di cui la presente raccolta propone i primi dieci casi e che, da maggio 2023, sarà aperto sul sito di FUTURAnetwork anche a contributi di esterni.
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Il Pnrr prevede per l’edilizia scolastica interventi per quasi 13 miliardi di euro. Poco più di un miliardo si trova nella Missione due (Rivoluzione verde e transizione ecologica) per costruire con criteri innovativi 212 scuole che in tutto il Paese andranno a sostituirne altrettante di vecchie. Tutto il resto, oltre 11 miliardi, si trova nella Missione quattro (Istruzione e ricerca) con interventi importanti per i nidi e le scuole dell’infanzia (4,6 miliardi), per la messa in sicurezza e la riqualificazione di edifici già esistenti (3,9 miliardi), per mense e palestre (circa un miliardo) e infine per le scuole innovative, con interventi sulle aule didattiche e i laboratori (2,1 miliardi).
Sono risorse importanti che non possiamo permetterci di impiegare male e senza una visione lungimirante di come rinnovare il nostro patrimonio di edilizia scolastica, come imparare a usarlo una volta rinnovato e, eventualmente, come realizzare questo rinnovamento con la partecipazione attiva dalle figure professionali che ne faranno uso. Una visione che tenga insieme le esigenze della qualità strutturale e della sicurezza degli edifici, della sostenibilità ambientale ed energetica, ma anche quelle dell’innovazione pedagogica e didattica.
In questi anni in Italia si è consolidata la convinzione, sostenuta da ricerca ed esperienze anche internazionali, che l’innovazione nella scuola – nella didattica, nella sua organizzazione quotidiana, nel benessere di chi vi lavora e studia, nel suo aprirsi al territorio – passa necessariamente dal rinnovamento degli ambienti di apprendimento e da una visione dello spazio educativo come dinamico, aperto e interconnesso, dove il lavoro individuale e di gruppo, la sperimentazione, l’approfondimento delle discipline, le pratiche per la piena inclusione dei più fragili, come pure l’educazione alla cittadinanza e allo sviluppo sostenibile, diventano esperienze realizzabili in tutto l’edificio e non solo nell’aula tradizionale. Questa è oggi spesso insufficiente alle esigenze formative, che troverebbero risposta più adeguata in una molteplicità di spazi diversificati e complementari, concepiti per formare un ambiente integrato, a sostegno di una didattica attiva e moderna, con elevati standard di qualità pedagogica, sostenibilità, vivibilità e benessere.
Per riassumere in poche parole chiave: condividiamo l’idea che gli spazi della scuola Italiana di domani (e per quanto possibile già di oggi) siano: aperti (alla comunità e al territorio, alle collaborazioni con soggetti esterni), sostenibili (grazie a interventi sull’efficientamento energetico e attraverso attività che insegnino a vivere responsabilmente il pianeta), flessibili e diffusi (sia interni che esterni, per un’offerta didattica più differenziata e personalizzata), accessibili (concretamente adeguati a soddisfare i bisogni educativi di tutti gli allievi, anche dei più fragili) e accoglienti (dove innanzitutto si sta bene).
Tutto ciò richiede anche di interrogarsi in quale misura il tema dei nuovi spazi di apprendimento sia già presente nella formazione formale e informale del personale della scuola in Italia e – dal punto di vista dell’ASviS – se un’appropriata formazione delle figure chiave della scuola su questi temi possa generare un impatto positivo a sostegno della visione dell’Agenda 2030.
In ogni puntata del blog è stato presentato – in un formato snello e sintetico – un caso tratto da una selezione di esperienze significative di nuovi ambienti di apprendimento realizzate nelle scuole pubbliche italiane di ogni area del Paese e in ogni grado scolastico. Sono esperienze che sono state segnalate e analizzate (anche promosse e realizzate, talvolta) da enti che aderiscono all'ASviS. Sono stati presi in esame casi di scala progettuale e impegno economico diversi: interventi che hanno trasformato radicalmente un intero edificio scolastico, ma anche azioni di minore magnitudine, limitate a specifici spazi scolastici, all’interno e all’esterno della scuola. Tutti, però, hanno inciso sul cambiamento didattico nella loro scuola e hanno dedicato specifica attenzione al tema della formazione dei docenti e alla capacità dei docenti stessi di creare community impegnate a lavorare sull’innovazione scolastica, magari in sinergia con altre reti e scuole.
Ma non abbiamo voluto fermarci qui, alla discussione dei casi da noi selezionati. Il blog per noi sarà un successo se saprà stimolare la raccolta di nuove storie ed estendere la nostra conoscenza di quel che si muove – e sappiamo che è tanto – nel campo dell’innovazione scolastica in Italia”.