World happiness report 2023: un guida per una “rivoluzione del benessere”
La Finlandia è ancora il Paese più felice al mondo. L’Italia scende dal 31esimo al 33esimo posto. Occorre garantire il rispetto dei diritti umani e l’attuazione dell’Agenda 2030 per la felicità della società attuale e futura.
di Maddalena Binda
Una popolazione felice e soddisfatta della propria vita dovrebbe essere l’obiettivo dell’azione politica. Ma quali sono le misure necessarie per assicurare benessere alla società? Il World happiness report 2023, pubblicazione annuale del Sustainable development network che analizza il livello individuale di felicità nel mondo, quest’anno presenta i punti chiave per un’agenda politica che nei prossimi dieci anni metta al centro della propria azione il benessere della società.
La strada per la felicità. Oltre alle condizioni materiali favorevoli, come un’occupazione soddisfacente e una buona salute, anche una società collaborativa e istituzioni efficaci sono requisiti fondamentali per la felicità individuale. Per promuovere il benessere i governi dovranno essere garanti del rispetto dei diritti umani e delle libertà personali e perseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, anche per assicurare il benessere delle future generazioni.
Tra le misure da intraprendere il Rapporto individua l’aumento degli investimenti sociali perché le “spese sociali portano a un livello maggiore di felicità, in particolare nei Paesi i cui governi sono efficaci e fidati”. Oltre a investire in campo sanitario e di salute mentale, le istituzioni dovranno creare condizioni socio-ambientali che incoraggino cittadine e cittadini ad adottare stili di vita salutari. Compito affidato anche alle scuole e alle aziende che dovranno diventare promotrici di salute e benessere tra gli studenti, i lavoratori, i fornitori e i clienti. Anche la protezione della natura e il contrasto al cambiamento climatico dovranno essere una priorità per i governi: il contatto con la natura e con le aree verdi può infatti influenzare positivamente il benessere individuale.
La classifica. La Finlandia si posiziona al primo posto per il sesto anno consecutivo, seguita dalla Danimarca e dall’Islanda. L’Italia passa dalla 31esima posizione alla 33esima. Libano e Afghanistan sono agli ultimi posti. Il Rapporto sottolinea come il divario registrato tra le prime dieci posizioni sia minore di quello che emerge tra le ultime dieci: tra il primo e il decimo Paese ci sono 0,7 punti di differenza, mentre gli ultimi dieci Stati presentano variazioni fino a 2,1 punti.
Il Rapporto analizza anche le disuguaglianze nel livello di soddisfazione tra la metà più felice della popolazione e la metà più triste di ogni Paese. L’Afghanistan presenta il gap minore nella distribuzione della felicità, causato tuttavia da un diffuso livello di insoddisfazione in tutta la popolazione. Seguono i Paesi Bassi e la Finlandia. L’Italia si posiziona al 15esimo posto per divario tra la metà della popolazione più felice e quella più triste.
I social media. L’utilizzo sempre più diffuso dei social media può costituire una fonte fondamentale di dati sul livello di felicità di una società. Il Rapporto sottolinea come, attraverso l’analisi del linguaggio e dei contenuti postati online, si possano ottenere informazioni per monitorare l’efficacia delle politiche adottate ed effettuare le modifiche necessarie per aumentare il benessere della popolazione.
La ricerca. “Per completare la rivoluzione del benessere avremo bisogno di molte più conoscenze” si legge nel Rapporto. Tra i campi da approfondire ci sono la relazione tra i valori e la felicità individuale, la misurazione dell’efficacia delle politiche e l’impatto del benessere su altri aspetti, come la produttività e la longevità. Positivo è il crescente interesse della ricerca, delle istituzioni e della popolazione per la felicità. Lo dimostra anche il quinto World happiness summit che ogni anno riunisce esperte ed esperti per discutere di come la scienza possa contribuire alla realizzazione di una società più felice. Tema dell’edizione del summit di quest’anno, che si è svolto dal 24 al 26 marzo a Como, è stato il ruolo delle connessioni e della rete relazionale.