Il futuro del lavoro passa anche per la settimana corta
I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno condotto il più grande esperimento al mondo sui quattro giorni di lavoro. Meno stress, più tempo libero e maggiore produttività per i dipendenti. Il 92% delle aziende non vuole più tornare indietro.
di Flavio Natale
Si chiama “The results are in: the Uk’s four-day week pilot” lo studio sulla settimana lavorativa corta prodotto dall’Università di Cambridge in collaborazione con il Boston College e il think tank Autonomy: hanno preso parte alla ricerca, condotta da giugno a dicembre 2022 e pubblicata lo scorso 20 febbraio, 61 aziende del Regno Unito, per circa 2.900 dipendenti totali, rappresentanti i settori più disparati, dai rivenditori online ai fornitori di servizi finanziari, dall’Information technology alla cura della pelle, fino agli studi di animazione.
I risultati suggeriscono che una settimana di quattro giorni (senza alcuna riduzione dei salari) diminuisce significativamente lo stress e le malattie nella forza lavoro. Circa il 71% dei dipendenti ha infatti dichiarato livelli inferiori di "esaurimento" e il 39% di essere “meno stressato” rispetto all'inizio del processo. I ricercatori hanno riscontrato inoltre una riduzione del 65% dei giorni di malattia e un calo del 57% del numero di dipendenti che hanno abbandonato le aziende (rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).
I ricavi delle imprese, si legge nello studio, sono cambiati poco durante il periodo di prova, e anzi sono aumentati marginalmente dell’1,4% (in media) per le 23 organizzazioni in grado di fornire dati. Il 92% delle aziende (56 su 61) che ha preso parte al programma pilota ha dichiarato di voler continuare con la settimana lavorativa corta, e 18 di queste hanno confermato il cambiamento come permanente.
Meno lavoro, più produttività
I ricercatori hanno inoltre notato che, con la riduzione di ansia e affaticamento e con una maggiore possibilità di conciliare impegni familiari e sociali, i dipendenti si sono dimostrati più efficienti. “Prima del processo, molti si chiedevano se avremmo visto un aumento della produttività per compensare la riduzione dell'orario di lavoro, ed è esattamente ciò che abbiamo scoperto", ha detto il sociologo Brendan Burchell, che ha guidato la ricerca dell'Università di Cambridge. "I lavoratori erano molto meno inclini ad ammazzare il tempo, e cercavano sistemi e tecnologie per migliorare il proprio rendimento".
Le aziende che hanno ridotto l'orario lavorativo, rileva lo studio, lo hanno fatto senza scendere a compromessi sugli obiettivi. Come? Attraverso riunioni più brevi e ordini del giorno chiari, introducendo "periodi di concentrazione" (lavoro senza interruzioni) per i dipendenti, riducendo le lunghe catene di posta elettronica, stabilendo obiettivi di fine giornata e preavvisi per il giorno successivo. “Una persona ci ha raccontato come il suo 'terrore della domenica' fosse scomparso”, si legge nello studio.
Tuttavia, diversi dipendenti di una grande impresa hanno lamentato il carico di lavoro eccessivo, mentre alcuni impiegati di aziende creative hanno espresso inquietudine per la riduzione della convivialità (a favore dei “periodi di concentrazione”), sostenendo che i momenti di incontro non strutturati possono essere fucine di nuove idee.
Cosa si fa durante il giorno libero
Ai dipendenti è stato anche chiesto come stessero impiegando la giornata a disposizione, e la risposta più diffusa è stata “sto gestendo la mia vita”. Attività come la spesa e le faccende domestiche, prima relegate al sabato e alla domenica, sono state spostate al giorno libero, permettendo così alle persone di prendersi un’autentica pausa durante il weekend. Per i genitori di bambini piccoli, un giorno libero infrasettimanale ha significato risparmiare sulle spese per l’assistenza all’infanzia. Molti hanno riferito di avere più tempo da dedicare agli hobby: dallo sport alla cucina, dalla musica al volontariato. Alcuni hanno sviluppato nuovi interessi, mentre altri hanno ottenuto nuove qualifiche professionali.
“Quando ti rendi conto che quel giorno in più ti ha permesso di sentirti rilassato e riposato, e pronto a impegnarti negli altri quattro giorni”, ha dichiarato l'amministratore delegato di un'organizzazione di consulenza coinvolta nel processo, “inizi a capire che tornare a lavorare di venerdì ti sembrerebbe sbagliato, stupido in realtà”.
fonte dell'immagine di copertina: Israel Andrade/unsplash