Un quinto dell’elettricità nel 2022 in Europa da eolico e solare, “scongiurato il ritorno al carbone”
Nonostante la “triplice crisi” energetica, le rinnovabili procedono a ritmi record, secondo il think tank Ember. La produzione elettrica da fonti fossili potrebbe crollare del 20% nel 2023. Timmermans: “I numeri sono impressionanti”.
di Flavio Natale
"L'Europa ha evitato lo scenario peggiore della crisi energetica. Gli shock del 2022 hanno causato solo una piccola increspatura nell'energia da carbone e un'enorme ondata di sostegno alle rinnovabili. Qualsiasi timore di una ripresa del carbone è ormai morto". Queste le dichiarazioni di Dave Jones, head of data insights di Ember, think tank impegnato nello studio e promozione dei processi di transizione energetica, in occasione della pubblicazione dell'European electricity review 2023, documento che fa il punto sul consumo e produzione di energia elettrica a livello europeo. I dati che escono fuori dal documento sono particolarmente rilevanti: l'energia eolica e solare hanno generato un quinto (22%) dell'elettricità europea nel 2022, superando per la prima volta il gas (20%). Inoltre, la quota di energia prodotta con il carbone è aumentata solamente dell’1,5% (arrivando a generare il 16% dell’elettricità nel 2022), un dato che permette di affermare che “l’Europa ha scongiurato il temuto ritorno al carbone”.
Secondo il think tank, l’Ue ha dovuto affrontare una triplice crisi nel settore elettrico: se da una parte si è ritrovata a dover fare a meno del principale distributore di gas fossile, dall’altra si è ritrovata con i livelli più bassi di energia idroelettrica e nucleare registrati negli ultimi due decenni. Il risultato? Un deficit pari al 7% della domanda totale di elettricità dell’Europa nel 2022. La crescita record del solare e dell’eolico ha però contribuito ad attenuare la minore produzione idroelettrica e nucleare. Il solare ha registrato un’impennata di 39 TWh (+24%) nel 2022, contribuendo a evitare, secondo il think tank, dieci miliardi di euro di costi del gas.
"Stiamo assistendo a una notevole accelerazione delle rinnovabili. Soprattutto per quanto riguarda l'eolico offshore e l'energia solare sui tetti, i numeri sono impressionanti” ha dichiarato Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, in un intervento richiamato dal rapporto Ember. “È chiaro che i cittadini europei vogliono beneficiare di energia pulita e a basso costo. Questo dimostra che il nostro obiettivo del 45% di energie rinnovabili entro il 2030 è ambizioso ma del tutto fattibile. Gli europei sanno che dobbiamo abbandonare i combustibili fossili”.
Anche il calo della domanda di elettricità ha contribuito a ridurre il deficit, registrando una diminuzione del 7,9% nell’ultimo trimestre del 2022 (rispetto al 2021) e avvicinandosi al calo del -9,6% registrato nel secondo trimestre del 2020 (in pieno lockdown). Tra i fattori che hanno contribuito a questo risultato si possono annoverare, secondo Ember, un clima più mite e le pressioni legate ai costi dell’energia.
Altro dato significativo: solo un sesto del deficit nucleare e idroelettrico è stato coperto dal carbone, aumentato del 7% rispetto al 2021, con un incremento delle emissioni del 3,9%. Nonostante la crescita, da Ember avvertono che la combinazione di eolico, solare e calo della domanda di elettricità hanno impedito un ritorno molto più ingente di quello registrato.
La generazione da gas è invece rimasta quasi invariata (+ 0,8%) rispetto ai livelli del 2021, nonostante i prezzi elevati: questa risorsa ha generato il 20% dell’elettricità a livello europeo nel 2022 (nel 2021 era al 19%). Questa tendenza, avvertono da Ember, “cambierà drasticamente nel prossimo anno”. Secondo il think tank, la transizione dell’Europa verso eolico e solare accelererà in risposta alla crisi energetica, e l’idroelettrico e il nucleare registreranno una fase di rialzo. Ember stima quindi che la produzione di energia elettrica legata alle fonti fossili potrebbe crollare del 20% nel 2023, percentuale che doppierebbe il precedente record del 2020. Nello specifico, il carbone diminuirà, ma sarà il gas (dati i costi elevati) a registrare il crollo più rapido.
"La transizione energetica dell'Europa emerge da questa crisi più forte che mai", ha concluso Jones. "Non solo i Paesi europei sono ancora impegnati a eliminare gradualmente il carbone, ma ora si stanno sforzano anche di eliminare gradualmente il gas. […] L'Europa sta correndo verso un'economia pulita ed elettrificata, e questo sarà pienamente visibile nel 2023. Il cambiamento sta arrivando velocemente e tutti devono essere pronti".