La popolazione mondiale si redistribuisce e cambia gli equilibri geopolitici
Il Rapporto Onu presenta stime e proiezioni demografiche del nostro pianeta: rallentano i ritmi di crescita, ma saremo sempre più vecchi e meno fertili. E in continuo movimento.
di Monica Sozzi
L’11 luglio, in occasione della Giornata mondiale della popolazione, il segretario generale Onu António Guterres ha presentato le previsioni demografiche e gli scenari economici e sociali dell'ultimo rapporto Onu appena diffuso, The 2022 Revision of world population prospects, curato dal dipartimento degli Affari sociali ed economici delle Nazione Unite (Un/Desa).
Il report presenta stime della popolazione dal 1950 a oggi per 237 Paesi o aree, sostenute da analisi delle tendenze demografiche storiche. La revisione del 2022 presenta anche proiezioni della popolazione per l'anno 2100, che riflettono una serie di risultati plausibili a livello globale, regionale e nazionale.
Ci sono voluti centinaia di migliaia di anni prima che la popolazione mondiale crescesse fino a un miliardo – poi, in 200 anni circa, è cresciuta di sette volte. Nel 2011, aveva raggiunto la soglia dei sette miliardi, e si è attestata a quasi 7,9 miliardi nel 2021, ma stando alla previsione del Un/Desa, sta crescendo al ritmo più lento dal 1950.
Il 15 novembre 2022, dovremmo raggiungere gli otto miliardi, gli 8,5 miliardi nel 2030 e 9,7 miliardi nel 2050, con un picco di circa 10,4 miliardi di persone negli anni ’80 del 2000, stabilizzandosi a questo livello fino al 2100.
Più longevi e meno fertili. La crescita della popolazione è causata in parte dal calo dei livelli di mortalità. A livello globale, l'aspettativa di vita ha raggiunto i 72,8 anni nel 2019, con un aumento di quasi nove anni dal 1990. Si prevede che ulteriori riduzioni della mortalità si tradurranno in una longevità media di circa 77,2 anni a livello globale nel 2050. L'aspettativa di vita per le donne ha superato quella degli uomini di 5,4 anni a livello globale (73,8 anni per le donne e 68,4 per gli uomini).
Oggi gli over 65 rappresentano circa il 10% della popolazione mondiale: nel 2050 saranno il 16% del totale, il doppio dei bambini minori di cinque anni e circa lo stesso numero degli under 12.
La fertilità media della popolazione mondiale era circa cinque nascite per donna nel 1950, di 2,3 nel 2021; la previsione per il 2050 è di 2,1 nascite per donna. Alzano la media globale i Paesi più poveri, dove nel 2021 la quota di figli per madre si aggirava attorno ai 4,6 (comunque in brusco calo rispetto agli anni ’90, quando era a 6,5), mentre nei Paesi più ricchi le donne hanno in media 1,5 figli (con l'Italia sotto la media, a quota 1,28).
Paesi con popolazione in crescita. I 46 paesi meno sviluppati sono tra quelli in più rapida crescita al mondo. Si prevede che molti raddoppieranno la popolazione tra il 2022 e il 2050, esercitando una pressione aggiuntiva sulle risorse e ponendo sfide significative al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. (SDGs).
Nel 2021, i due Paesi più popolosi al mondo sono stati la Cina (al primo posto con 1,43 miliardi di abitanti) e l’India (al secondo posto con 1,41 miliardi). Nel 2023, però, l’India supererà la Cina, raggiungendo poi nel 2060 il picco con 1,7 miliardi di persone, per poi iniziare a decrescere. La popolazione cinese, invece, inizierà a decrescere già nei prossimi anni, con notevoli conseguenze geopolitiche, in particolare per quanto riguarda la supremazia del mercato mondiale.
L'America resterà il terzo paese più popolato nel 2050, con 375 milioni di abitanti.
La fertilità in Africa, la regione più giovane del mondo, è quasi tre volte superiore a quella europea, ed entro il 2050, il 25% della popolazione mondiale sarà di origine africana. Oltre la metà dell’aumento previsto della popolazione mondiale nei prossimi decenni sarà concentrato in Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania.
La Nigeria raggiungerà il quadruplo della popolazione americana, in un territorio grande quasi quanto l'America, prendendo il posto dell'Indonesia come quarto Paese più popoloso.
Paesi che si spopolano. D’altro canto, alcuni Paesi contribuiranno invece a un livellamento della popolazione della Terra. Le previsioni indicano che nel 2022 saranno 41 i Paesi e territori che perderanno più persone di quante ne guadagneranno da nascite e immigrazione.
La popolazione ucraina, devastata da guerra, si ridurrà di circa sette milioni.
La popolazione europea, con un'età media di 42 anni, ha iniziato a ridursi nel 2020 dopo aver raggiunto il picco di 747 milioni. Le previsioni indicano una contrazione della popolazione di altri 40 milioni entro il 2050. Noi italiani passeremo dai quasi 60 milioni di ora a poco più di 37 milioni a fine secolo. Fa eccezione il Regno Unito, che si stima passerà dai 68 milioni attuali ai 71 di fine secolo.
Dato il calo della natalità, la popolazione dei Paesi più sviluppati aumenterà soprattutto rispetto ai fenomeni migratori che caratterizzeranno i loro territori: tra il 2000 e il 2020, il contributo della migrazione internazionale alla crescita della popolazione (afflusso netto di 80,5 milioni) ha superato il saldo tra nascita e morte (66,2 milioni). Diversa la situazione dei Paesi poveri dove, almeno per il futuro prossimo, il principale motore dell'aumento della popolazione saranno ancora le nascite, superiori rispetto alle morti.
fonte dell'immagine di copertina: feodora52/123Rf