Dopo la pandemia le città si riscattano puntando su cultura e infrastrutture sostenibili
La classifica del The Economist intelligence unit documenta il lento ritorno alla normalità dei centri urbani, tra riaperture e nuove opportunità di intrattenimento, con lo spettro dell’inflazione. È Vienna la città più vivibile del mondo.
di Milos Skakal
Ogni anno The Economist intelligence unit (Eiu), l’unità di ricerca e analisi del settimanale The Economist, pubblica il Global liveability index, un indice di vivibilità di 173 città classificate in base a cinque fattori: stabilità, salute, cultura e ambiente, educazione e infrastrutture. Il rapporto 2022 afferma che, dopo lo shock provocato dalla pandemia da Covid-19, che ha fatto retrocedere nel ranking molte città del mondo, la qualità della vita nei centri urbani sta generalmente migliorando, anche le restrizioni sono state revocate in molti Paesi. Rispetto al 2021, il valore nominale medio è aumentato di quattro punti, raggiungendo quest’anno il punteggio di 73,7 su 100. Il quadro che emerge è sostanzialmente positivo: stabilità e valide infrastrutture sono il principale elemento di attrazione per i cittadini, supportati da una buona assistenza sanitaria e da numerose opportunità di cultura e divertimento.
La classifica. Vienna è la città più vivibile del mondo, con un punteggio di 99,1, secondo gli esperti dell’Eiu. A seguire, Copenhagen (98,0) e Zurigo (96,3), ma è l’Europa in generale a dominare la top ten con sei città tra le prime dieci. Per trovare, però, una città italiana bisogna scendere fino alla 49esima posizione, dove si piazza Milano. Il Canada è rappresentato da ben tre città: Calgary (96,3), Vancouver (96,1) e Toronto (95,4). In fondo alla lista, la città meno vivibile è Damasco, capitale siriana, con un punteggio di 30,7, seguita da Lagos (32,3) in Nigeria, e Tripoli (34,2) in Libia. Le guerre e il terrorismo pesano sulle condizioni di vivibilità di questi territori.
Prospettive future. Ma nonostante la fine della fase più acuta della pandemia, l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa rappresenta una seria minaccia per la vivibilità delle città. Impossibile avere dati aggiornati su Kiev, mentre Mosca ha perso 15 posizioni nell’indice, San Pietroburgo 13, per via delle sanzioni occidentali che hanno provocato la fuga di centinaia di aziende e della censura di Stato. Dall’altro lato, anche alcune città dell’Europa dell’Est, come Varsavia e Budapest sono retrocesse a causa delle tensioni geopolitiche causate dalla guerra, che incidono pesantemente sul fattore “stabilità”. Il trend positivo che si è registrato in questi ultimi due anni potrebbe entrare in stallo o addirittura retrocedere a causa dell’aggressione russa in Ucraina, avverte il Rapporto, e il forte aumento dell’inflazione metterà a rischio la qualità della vita in molte città. Alcune attività di fondamentale importanza per l’offerta turistica, compresi hotel e ristoranti già indeboliti dalla pandemia, potrebbero non sopravvivere.