“Futuro sospeso 2022”: proposta strategica basata sulla riapertura di 1200 km di ferrovie
Rapporto sulle 38 linee da ripristinare per favorire la mobilità dolce. I fondi stanziati a livello ministeriale segnano un cambio di passo, ma alcuni obiettivi sono ancora lontani.
di Flavio Natale
“Con questo dossier abbiamo aggiornato lo stato della situazione sulle 38 linee ferroviarie da riaprire. Ci sono interessanti novità che vanno nella giusta direzione – la verifica in corso nella Regione Piemonte, i fondi Pnrr per alcune linee, il decreto sulle 26 linee ferroviarie turistiche, ma nel complesso siamo ancora lontani dalla riapertura di molte linee utili per servire i residenti delle aree interne e per offrire treni turistici in territori di grande bellezza”. Anna Donati, portavoce dell’Alleanza mobilità dolce (Amodo) e responsabile mobilità per il Kyoto Club, commenta così l’uscita del dossier Futuro sospeso 2022, uno studio, giunto alla sua seconda edizione, che fa il punto sullo stato di salute dei trasporti ferroviari in Italia. Il dossier, realizzato da Legambiente, Utp AssoUtenti, Federazione italiana ferrovie turistiche e museali (Fiftm), Kyoto Club e Fondazione Cesare Pozzo, è stato presentato il 19 maggio nel corso di un webinar.
Il documento esamina la condizione di 1200 chilometri di linee ferroviarie da riaprire al trasporto locale, e trasmette alcuni dati particolarmente interessanti. Diviso per regioni, prende in considerazione, nello specifico, 38 linee che potrebbero essere riaperte: “Si tratta di una proposta strategica per il Paese”, si legge sul dossier, necessaria a “rispondere al bisogno di mobilità sostenibile dettata dal nuovo scenario internazionale e dalla transizione ecologica”.
Rispetto alla classifica delle regioni con più linee soppresse, la situazione rispetto al 2021 è rimasta più o meno invariata. Il Piemonte guida sempre il gruppo, con 13 linee sospese, sulle quali è stata però avviata recentemente una verifica della Commissione trasporti del Consiglio regionale sui costi e benefici della riapertura, “un primo passo e un segnale positivo”. Amodo ha evidenziato quanto le valutazioni, in questo caso come in altri, non debbano essere “puramente ‘economicistiche’”, ma prendere in considerazione “il valore che il servizio su ferro ha per i territori e per i residenti, il valore ambientale contro le emissioni di gas serra e per la qualità dell’aria, il valore turistico di borghi e paesaggi straordinari serviti dal treno”.
A livello nazionale, la situazione sembra invece mutata rispetto al 2021: fondamentale l’intesa Stato-Regioni per 26 linee ferroviarie turistiche e la destinazione di investimenti del Piano di ripresa e resilienza sulle tratte turistiche e locali. Anche Ferrovie dello Stato si sta muovendo per ripristinare le linee in disuso, come è accaduto per la ferrovia Fabriano-Pergola, riaperta a settembre 2021.
Sempre a livello nazionale, le politiche per stimolare il futuro delle ferrovie sono molteplici. La Conferenza Stato-Regioni ha infatti dato il via libera al decreto del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, concordato con i ministeri dell’Economia e delle finanze, della Cultura e del Turismo. A questo proposito, è stata definita una lista di 26 tratte ferroviarie a uso turistico gestite dalla Rete ferroviaria italiana (Rfi) o da ferrovie regionali, che potranno tornare in servizio grazie ai fondi del Piano complementare al Pnrr. Questi fondi, che ammonteranno a 435 milioni di euro, verranno stanziati dal ministero della Cultura, e usati per recuperare le linee di interesse artistico e culturale, come la Noto – Pachino, l’Alcantara – Randazzo e la Rocchetta – Gioia del Colle.
Amodo ha sottolineato l’importanza dei fondi (1,55 miliardi di euro) che il decreto del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha assegnato alle Regioni, l’81% al Sud, per il potenziamento delle ferrovie regionali e il rafforzamento del collegamento con la rete nazionale ad alta velocità. Nel dossier, Amodo ha infine rimarcato quanto sia importante che si prosegua, nei prossimi anni, su questa strada, sostenendo le ferrovie locali con “investimenti contenuti ma dal forte effetto moltiplicatore”.