Aperte tutto il giorno e a basso consumo: così le nuove scuole in Italia
Secondo le linee guida presentate al Miur da architetti ed educatori, i progetti finanziati con i fondi del Pnrr presuppongono un modo diverso di vivere le strutture dell’istruzione. Ecco le proposte.
di Andrea De Tommasi
Una scuola sostenibile, aperta, integrata nel territorio che serva come punto di riferimento anche nel pomeriggio. Perché “un nuovo modo di concepire gli edifici scolastici porta con sé un nuovo modo di fare scuola”, ha dichiarato il 2 maggio il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi presentando le Linee guida per gli ambienti di apprendimento e la didattica, che saranno alla base del concorso di progettazione delle 216 nuove scuole previste dal Pnrr, con uno stanziamento di un miliardi e 189 milioni di euro. Le linee guida sono state realizzate da un gruppo di lavoro composto da architetti, tra cui Renzo Piano e Stefano Boeri, e pedagogisti, come Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli e co-coordinatore del Gruppo di lavoro 4 dell’ASviS, Raffaella Valente della Fondazione Agnelli, Franco Lorenzoni. Un decalogo, intitolato “Progettare, costruire e abitare la scuola”, che definisce le caratteristiche principali della scuola del futuro: non solo un luogo di formazione, ma anche un presidio per la comunità.
Il documento richiama una scuola di qualità, con un’architettura che consenta a tutti di riconoscere il suo ruolo civico nel territorio. La scuola dovrà essere poi a basso consumo, concepita con il più basso impatto ambientale possibile e con contenute necessità di manutenzione. Una scuola sostenibile, costruita con materiali eco-compatibili, di provenienza locale o riciclati. E ancora, una scuola aperta, un luogo permeabile con spazi accoglienti per la comunità anche oltre l’orario scolastico. Una scuola “fra dentro e fuori”, in cui gli spazi esterni, come cortili, terrazze, giardini pensili, siano anch’essi ambienti di formazione. Una scuola per apprendere meglio, in cui l’aula sia il fulcro di un sistema flessibile in grado di ospitare diverse configurazioni e allargarsi agli spazi limitrofi, a seconda dell’esigenze della didattica. Una scuola per chi ci lavora, in cui gli ambienti per il personale siano ripensati come risorse dell’azione educativa e favoriscano la co-progettazione. Una scuola per i cinque sensi, per favorire un apprendimento che coinvolga intenzionalmente corporeità e movimento, efficace e inclusivo. Una scuola attrezzata, in cui gli arredi possano essere resi funzionali in base alle esigenze di volta in volta diverse. Infine, una scuola connessa, con nuove tecnologie in tutti gli ambienti, stabili, veloci, sicure, protette e capillari.
“Le scuole sono destinate a durare a lungo, talvolta decenni. Perciò vanno pensate per accompagnare e adattarsi nel tempo all’evoluzione di come si insegna e di come si impara”, ha affermato Andrea Gavosto in occasione della presentazione delle Linee guida avvenuta alla Triennale di Milano. Secondo le graduatorie pubblicate recentemente sul sito del ministero dell'Istruzione, saranno sei i nuovi istituti scolastici in Abruzzo, 6 in Basilicata, 16 in Calabria, 35 in Campania, 23 in Emilia-Romagna, 9 in Friuli-Venezia-Giulia, 12 nel Lazio, 3 in Liguria, 15 in Lombardia, 9 nelle Marche, 2 in Molise, 9 in Piemonte, 12 in Puglia, 7 in Sardegna, 14 in Sicilia, 16 in Toscana, 2 in Trentino-Alto Adige, 6 in Umbria, 2 in Valle d’Aosta e 12 in Veneto. Al Mezzogiorno sarà destinato il 42,4% dei fondi. Prossimo passo il concorso per individuare i progetti, che si ispireranno al documento degli esperti.