Un Global compact per le malattie non trasmissibili, responsabili di sette morti su dieci
L’Oms ha lanciato un’iniziativa globale: necessario migliorare la prevenzione, garantire l’accesso ai farmaci, lavorare per una copertura sanitaria universale. Obiettivi da raggiungere entro il 2030.
di Flavio Natale
“Le malattie non trasmissibili costituiscono un pesante tributo per le economie globali, e riducono le capacità delle persone nei loro anni più produttivi. Il superamento di questa sfida richiede impegno tecnico, finanziario e soprattutto politico”. Così Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha sottolineato l’importanza del nuovo Global Compact sulle malattie non trasmissibili, lanciato in occasione del Dialogo strategico internazionale sulle malattie non trasmissibili (noncommunicable diseases, NCDs) e gli SDGs, tenutosi ad Accra, in Ghana. Tra queste malattie, in buona parte croniche, si annoverano diabete, malattie dell’apparato circolatorio (e dunque arteriosclerosi, ischemie e infarti), tumori e affezioni polmonari.
Jonas Gahr Støre, primo ministro norvegese, ha aggiunto che investire in sistemi sanitari più strutturati, con migliori servizi di prevenzione e cura delle malattie non trasmissibili, renderebbe le popolazioni più resilienti al Covid-19 e alle future pandemie. “Per questo è vitale promuovere la copertura sanitaria universale”, ha proseguito il primo ministro. “La prevenzione delle malattie non trasmissibili e l'accesso alle cure e ai farmaci devono essere una componente fondamentale negli sforzi per migliorare la preparazione e la risposta alla pandemia”.
Matshidiso Moeti, direttore regionale dell'Oms per l'Africa, ha sottolineato che le malattie non trasmissibili rappresentano quasi un terzo di tutti i decessi nel continente africano, “dove non solo costituiscono una grave minaccia per la salute e il benessere, ma anche un ostacolo allo sviluppo socioeconomico”. L'impegno raggiunto, dichiara Moeti, segna perciò “un passo cruciale per accelerare i progressi contro queste malattie”.
I leader nazionali hanno perciò evidenziato l'urgenza di frenare questa “pandemia di NCDs”, responsabile della morte di sette persone su dieci in tutto il mondo, a causa di fattori come tabacco, alcol, dieta malsana, inattività fisica e inquinamento atmosferico.
Le malattie non trasmissibili sono in gran parte prevenibili e curabili, e “quasi sette milioni di vite potrebbero essere salvate con soli 0,84 dollari a persona all'anno fino al 2030”, si legge sul sito dell'Oms. Questo investimento porterebbe anche a 230 miliardi di dollari in benefici economici e sociali e scongiurerebbe, entro il 2030, quasi 10 milioni di infarti e ictus a livello globale.
Il Global compact si concentrerà su cinque aree chiave:
- Salvare la vita di 50 milioni di persone entro il 2030, implementando le misure di prevenzione riguardo le malattie non trasmissibili.
- Proteggere 1,7 miliardi di persone affette da NCDs, garantendo loro l'accesso ai farmaci e alle cure di cui hanno bisogno.
- Integrare le malattie non trasmissibili all’interno delle misure di assistenza sanitaria primaria e nella copertura sanitaria universale.
- Garantire sorveglianza e monitoraggio globali di questo genere di malattie.
- Coinvolgere le persone che convivono con malattie non trasmissibili e condizioni di salute mentale difficili nel processo decisionale e nella programmazione.
Nana Addo Dankwa Afuko-Addo, presidente del Ghana, ha rimarcato il successo del suo Paese nell'attuazione di misure di riduzione della domanda di tabacco e nell'introduzione di linee guida per la gestione delle malattie non trasmissibili, ma ha anche evidenziato le sfide che i Paesi a basso reddito devono affrontare “per accelerare l'azione in questo senso”.
La prima riunione del Global compact sulle malattie non trasmissibili è prevista per settembre 2022.