Apre il Museum of the future di Dubai: ecco cosa c’è dentro
Il futuro dei viaggi e della vita nello spazio, del cambiamento climatico e dell'ecologia nella nuova megastruttura degli Emirati Arabi Uniti.
di Andrea De Tommasi
Un mosaico di elementi, dal fisico al virtuale. Il Museum of the future di Dubai ha aperto le porte ai visitatori con una cerimonia di inaugurazione avvenuta il 22 febbraio. Estesa su un’area di 30mila metri quadrati, la struttura a sette piani è alta 77 metri. Il design futuristico a forma di toro (una figura geometrica simile a una ciambella) è simbolico. La forma circolare rappresenta l'umanità, la collina verde su cui poggia indica la terra e il vuoto rappresenta il futuro sconosciuto.
Nato da un’idea della Dubai Future Foundation e realizzato dallo studio di architettura Killa Design, il Museum of the future vuole essere una interpretazione del motto della Fondazione: immagina, progetta ed esegui. “L'edificio più bello della Terra”, ha twittato Shaikh Mohammed, primo ministro degli Emirati Arabi Uniti e sultano di Dubai, annunciando l'inaugurazione del museo. La rivista National Geographic lo ha inserito tra i 14 musei più belli del pianeta, per la sua architettura e le sofisticate innovazioni tecnologiche. Ma che cosa c’è all’interno?
Il museo accompagna i visitatori fino all’anno 2071 e crea scenari di come potrà essere il futuro in argomenti come lo sviluppo delle risorse spaziali, gli ecosistemi e la bioingegneria, la salute, il benessere e la spiritualità. Dal sito web del museo si legge che ogni piano è come un “set cinematografico di un futuro che puoi abitare, esplorare e con cui interagire”. Ci vogliono dalle due alle tre ore per viverlo completamente, hanno detto i funzionari.
Una delle mostre a tema spaziale si chiama New Moon e illustra come la Luna potrebbe essere trasformata in una fonte di energia rinnovabile per la Terra. Un altro percorso accompagna i visitatori all’interno della foresta pluviale amazzonica, permettendo di osservare nei dettagli l’interazione di centinaia di specie viventi. Trovano posto poi la biblioteca del Dna di migliaia di specie dove “esplorare, raccogliere e contribuire alle meraviglie della natura” e un’area in cui partecipare a uno sforzo globale per riparare i danni del cambiamento climatico. L'ultimo piano è dedicato ai bambini per esplorare e risolvere le sfide per diventare i nostri “futuri eroi”.
Alcuni dei futuri immaginati presentati nel museo, fanno sapere dalla Fondazione, sono scenari di speranza, ma riconoscono e riflettono i pericoli presenti e tentano di affrontarli.
di Andrea De Tommasi
*Fonte dell'immagine di copertina: Museum of the Future