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Vivere nell’Antropocene: insicurezza, paura, ansia e stress

Nonostante il continuo miglioramento degli indici di sviluppo umano, secondo l’Undp, all’alba della pandemia sei persone su sette si sentivano insicure. C’è disconnessione tra benessere e sicurezza.

di Tommaso Tautonico

Il mondo aveva raggiunto livelli senza precedenti nell'Indice di sviluppo umano (Hdi - Human development index). Le persone vivevano vite più sane, migliori e più a lungo. Ciò nonostante, all’alba della pandemia sei persone su sette in tutto il mondo soffrivano di insicurezza., Il Covid-19 ha fatto diminuire drasticamente gli indicatori, sconvolgendo le nostre vite, uccidendo milioni di persone in tutto il mondo. Non è difficile capire come la pandemia da Covid-19 abbia fatto sentire le persone più insicure. Ma che cosa spiega la disconnessione tra il miglioramento del benessere e il declino nella percezione della sicurezza da parte delle persone? È la domanda a cui il rapporto “New threats to human securityin the Anthropocene–Demanding greater solidarity” del Programma di sviluppo delle Nazioni unite (Unpd) ha cercato di rispondere.

L’era dell’Antropocene. L’Antropocene, così è chiamata l'era dove gli esseri umani si intromettono nei processi naturali planetari, è contraddistinto da un approccio dove lo sviluppo presta maggiore attenzione alla crescita economica e meno ad uno sviluppo umano più equo, producendo forti disuguaglianze e un clima destabilizzante. La ricerca della crescita, sottolinea il documento, ha trascurato il rapporto con la natura, favorendo nuove minacce per la salute, maggiore insicurezza alimentare e disastri più frequenti. Occorre rivedere i nostri modelli di sviluppo, rivisitare il concetto di sicurezza umana e capire che cosa implica l'Antropocene.

Le minacce della nuova era. Nuove tecnologie, conflitti armati violenti, disuguaglianze e crisi dei sistemi sanitari sono alcune delle criticità che dobbiamo affrontare. La pandemia da Covid-19 ha smascherato la fragilità del progresso, coinvolgendo quasi tutti sul pianeta. La fame nel mondo è aumentata, raggiungendo circa 800 milioni di persone nel 2020. Nel mondo circa 2,4 miliardi di persone soffrono di insicurezza alimentare. Il cambiamento climatico continuerà a influenzare la vita di milioni di persone. Anche in uno scenario moderato, circa 40 milioni di persone nel mondo potrebbero morire, per lo più nei Paesi in via di sviluppo, a causa dell’aumento delle temperature entro la fine del secolo.Il numero di sfollati è raddoppiato nell'ultimo decennio, raggiungendo un record di 82,4 milioni nel 2020. Le nuove tecnologie possono aiutare a fronteggiare molte delle sfide imposte dall'Antropocene, ma il rapido ritmo dell'espansione digitale comporta nuove minacce come la criminalità informatica. Il numero delle persone colpite dai conflitti armati sta raggiungendo livelli record: oggi circa 1,2 miliardi di persone vivono in aree colpite da conflitti, di cui 560 milioni al di fuori dei contesti territoriali  già noti per i conflitti bellici. La violenza contro donne e ragazze continua ad essere una piaga della nostra società. Nel 2020, 47mila donne e ragazze sono state intenzionalmente uccise dal loro partner o da componenti del nucleo famigliare, una media di un’uccisione ogni 11 minuti. Le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e i membri di altre minoranze sessuali corrono rischi particolari legati alla propria incolumità, soprattutto nelle società dove la diversità non è tollerata. Nell'87% dei 193 Paesi Onu, le persone Lgbti non hanno il diritto al riconoscimento della propria identità. Il divario dei sistemi sanitari è ampio e in crescita, tra Paesi con indice di sviluppo umano molto alto e basso. I Paesi con sistemi sanitari più deboli e meno universali affrontano le maggiori sfide per la salute.

Introdurre la solidarietà. Il Rapporto sostiene che occorre ampliare il quadro della sicurezza umana di fronte a questa nuova generazione di minacce. È necessario aggiungere solidarietà alle strategie di protezione e responsabilizzazione della sicurezza umana, che nell'Antropocene deve andare oltre la protezione degli individui e delle loro comunità, e deve considerare l'interdipendenza tra tutte le persone e tra le persone e il pianeta. Affinché ognuno di noi possa vivere libero dal bisogno, dalla paura e dall'umiliazione, devono essere implementate strategie di protezione, empowerment e solidarietà. Al centro di questo quadro c'è l'Agency, ovvero la capacità di mantenere valori e prendere impegni, indipendentemente dal fatto che favoriscano il proprio benessere, e di agire di conseguenza nel fare le proprie scelte o nel partecipare al processo decisionale collettivo.
L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, continua il Rapporto, fornisce un insieme ambizioso di obiettivi multidimensionali, capaci di mobilitare la comunità internazionale. Ma gli sforzi rimangono compartimentali: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, conflitti, migrazione, rifugiati, pandemie e protezione dei dati vengono affrontati separatamente. Questi sforzi dovrebbero essere rafforzati e armonizzati. È necessario superare le iniziative frammentate e riaffermare i principi dei documenti istitutivi delle Nazioni unite, come la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la Carta delle Nazioni unite, al centro del concetto di sicurezza umana.

di Tommaso Tautonico

lunedì 21 febbraio 2022