Il futuro dell’agricoltura: sostenibilità, nuove competenze e imprese più grandi
Secondo l’Eu agricultural outlook, nei prossimi dieci anni il valore della superficie forestale dell’Ue continuerà a crescere. I consumatori saranno più attenti agli aspetti ambientali e all’origine dei prodotti.
di Tommaso Tautonico
L’agricoltura dei prossimi dieci anni sarà più attenta alla sostenibilità e all’origine dei prodotti. Lo dichiara il rapporto “Eu agricultural outlook 2021-2031” della Commissione europea, che fornisce una descrizione di vari comparti agricoli e analizzare le prospettive future. Il documento inserisce queste proiezioni globali nel contesto dei più recenti dati economici e di mercato, al netto della nuova Pac e delle strategie Farm to fork e Biodiversità che non sono state incluse in questa analisi. A livello macroeconomico l'economia globale è in ripresa e si stabilizzerà a un livello di crescita medio annuo del 2,7% entro il 2031. Dopo diversi anni in cui l’inflazione è rimasta su livelli accettabili, la ripresa dell'attività economica è stata accompagnata da un aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto dell'energia, che ha portato ad un picco dei livelli di inflazione, lo scorso novembre, del 4,9% nell'area euro. Le prospettive future presuppongono che l'inflazione dell'Ue si stabilizzerà attorno all'1,9 % all'anno entro il 2025.
L’agricoltura nei prossimi dieci anni. La superficie forestale dell'Ue continuerà a crescere, anche grazie al riconoscimento del ruolo delle foreste nello stoccaggio del carbonio. Contemporaneamente la superficie agricola totale diminuirà leggermente, spinta dalla riduzione della superficie coltivata a seminativi. In assenza di misure di supporto dalla nuova Pac o iniziative legate al Green Deal europeo, l'area dedicata alla produzione biologica dovrebbe raggiungere, entro il 2031, il 15% dei terreni agricoli. Dato che conferma il trend positivo della domanda di questo tipo di produzione.
Le preoccupazioni dei consumatori per l'ambiente e il cambiamento climatico si tradurranno in una maggiore attenzione dedicata al processo di produzione e all'origine dei prodotti, soprattutto lattiero caseari e della carne. Gli obiettivi di sostenibilità potrebbero tradursi in un rallentamento della crescita annua della produzione lattiera dell'Ue, che raggiungerà i 162 milioni di tonnellate entro il 2031. È probabile che la filiera di settore migliorerà le pratiche agricole, concentrandosi sull’efficienza e su standard ambientali più elevati, contribuendo ad aggiungere valore al prodotto finale. In crescita la produzione di latte biologico, che dovrebbe raggiungere l'8% nel 2031.
Cresce la richiesta di carne, ma non in Ue. Nonostante la consapevolezza del suo impatto sull’ambiente, nei prossimi dieci anni il consumo mondiale di carne crescerà dell'1,4% all'anno. Crescita dovuta principalmente all'aumento della popolazione e all'aumento dei redditi nei Paesi in via di sviluppo. Per colmare il divario tra consumo interno e produzione, a livello globale sarà necessario importare ulteriori 3,4 milioni di tonnellate di carne. In Europa, la maggiore consapevolezza dei consumatori porterà ad una leggera diminuzione del consumo pro capite, che scenderà a 67 kg entro il 2031.
Frutta e verdura. Entro il 2031 si prevede che il consumo di frutta e verdura fresca nell'Ue aumenterà, spinto da una crescente consapevolezza dei consumatori sui vantaggi dell'adozione di una dieta ricca di questi nutrienti, nonché da iniziative pubbliche per promuoverne il consumo. Tuttavia, rimarranno differenze significative tra i settori e tra i Paesi dell'Unione europea.
Reddito e lavoro agricolo. Il primo dovrebbe aumentare leggermente, con il valore della produzione agricola che a livello Ue aumenterà dello 0,7% all'anno per i prossimi dieci anni. Di contro, l'aumento dei costi dovrebbe rallentare, passando dall'1,8% all'anno registrato nel decennio 2011-21 allo 0,7% dei prossimi dieci anni, anche se si prevede che i costi dell'energia e dei fertilizzanti aumenteranno notevolmente. In controtendenza il lavoro agricolo, che si prevede diminuirà dell'1,3% all'anno entro il 2031. Un calo dovuto principalmente alla concentrazione delle aziende agricole, ossia l’emergere di meno imprese agricole ma più grandi, e alla sempre maggiore meccanizzazione del settore. Nel corso del decennio saranno sempre più necessarie nuove competenze, per produrre di più con meno lavoratori e un minore impatto sull’ambiente, e strumenti più sofisticati. Un’altra previsione riguarda la crescita stimata del numero di aziende gestite da agricoltori under 44, che rappresenta un’opportunità per modellare la formazione degli operatori del settore alle nuove sfide.
di Tommaso Tautonico