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Il summit di Biden: i Paesi democratici possono vincere la sfida?

I messaggi del “Summit for democracy”voluto da Biden per fronteggiare la crescente minaccia delle autocrazie.  Gli interventi di Draghi, del polacco Duda e della ministra Tang di Taiwan.

di Maddalena Binda

“È da tanto tempo che penso a questo incontro per una ragione molto semplice: alla luce delle sfide sostenute e allarmanti per la democrazia e per i diritti umani universali, la democrazia ha bisogno di campioni. E ho voluto organizzare questo summit perché qui, negli Stati Uniti, sappiamo, come tutti, che rinnovare le nostre democrazie e rafforzare le nostre istituzioni richiede uno sforzo continuo.” Con queste parole il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha aperto il Summit for democracy svoltosi virtualmente tra il 9 e il 10 dicembre, a cui hanno partecipato i rappresentanti di oltre 110 Paesi, attivisti ed esponenti di organizzazioni internazionali e aziende.

Nel discorso di apertura Biden ha ricordato che la “democrazia non nasce per caso” e che è necessario “rinnovarla di generazione in generazione”. Ha anche espresso preoccupazione per i trend osservati negli ultimi anni che rivelano un peggioramento delle libertà e delle democrazie nel mondo. “Queste tendenze sono esacerbate da sfide globali complesse che richiedono un impegno comune per essere affrontate.” Le pressioni da parte delle autocrazie e dei loro modelli repressivi e i movimenti che creano polarizzazioni sociali e politiche e alimentano una crescente insoddisfazione verso le istituzioni democratiche sono le sfide globali individuate da Biden.

Al Summit è intervenuto anche il premier Mario Draghi con un videomessaggio: “La pandemia rappresenta una delle principali sfide per le democrazie nel mondo. Abbiamo dovuto bilanciare le libertà individuali con la sicurezza collettiva e garantire prosperità in un periodo di difficoltà. Finora ci siamo dimostrati all’altezza del compito. Le istituzioni sono rimaste forti ed efficienti, abbiamo preservato lo stato di diritto. Le nostre economie si stanno riprendendo velocemente grazie al supporto senza precedenti da parte dei governi e delle banche centrali. L’esperienza dell’Unione europea è un esempio della resilienza della democrazia.”

“Nei prossimi cinque anni l’Italia spenderà oltre 235 miliardi di euro per investire nelle energie rinnovabili, rinnovare il sistema dei trasporti, costruire servizi migliori per i cittadini italiani, dalla sanità all’educazione.” ha proseguito Draghi “In questo modo abbiamo dimostrato che le democrazie possono pianificare in anticipo per il futuro, agire velocemente e innescare cambiamenti significativi.”

“Quest’anno l’Italia ha ricoperto la presidenza del G20, abbiamo raggiunto forme efficaci di multilateralismo e cooperazione in diverse aree, dalla lotta ai cambiamenti climatici alla tassazione equa delle multinazionali”, ha concluso Draghi, “In quanto democrazie abbiamo il dovere di impegnarci per garantire libertà, equità e prosperità per tutti.”

Andrzej Duda, presidente della Repubblica polacca, nel suo videomessaggio si è rivolto alla Bielorussia, ricordando le violazioni dei diritti umani, la mancanza di libere elezioni e le attuali tensioni al confine fra i due Paesi e ha dichiarato: “La Polonia è consapevole che supportare la democrazia ha un prezzo. E il prezzo lo stiamo pagando oggi, mentre le guardie di frontiera, la polizia e l’esercito difendono i confini dell’Unione europea dalla vendetta di un dittatore, dalla tirannia e dal disprezzo per l’essere umano.”

Ha preso parte al Summit, in rappresentanza di Taiwan, Audrey Tang, digital minister, che ha sottolineato come, durante la crisi sanitaria, alcuni regimi autoritari giustifichino “le proprie misure repressive e le violazioni dei diritti umani nel nome della sicurezza pubblica e del bene comune.” La ministra Tang non ha evitato riferimenti diretti alla Cina, contrapponendola alla libertà di stampa di Taiwan: “il nostro governo appoggia la presenza di giornalisti internazionali e ong. Negli ultimi due anni ha accreditato oltre 50 giornalisti, inclusi alcuni di testate statunitensi che hanno dovuto lasciare la Cina sotto pressione di Pechino.”

Nel discorso di chiusura del summit, il presidente Biden ha sottolineato: “Le autocrazie non potranno mai spegnere la passione per la libertà che brucia in ogni parte del mondo. Non conosce frontiere. Parla tutte le lingue. Vive in ogni attivista che lotta contro la corruzione e difende i diritti umani, nei giornalisti, nei dimostranti pacifici in tutto il mondo. Vive nei consigli comunali, nelle elezioni sindacali, in tutti quei gesti quotidiani che si verificano quando le persone si uniscono per risolvere problemi e superare le differenze e in tutti i modi in cui la società civile garantisce il potere agli individui di esprimersi su temi che riguardano le loro vite. Difendere le democrazie richiede uno sforzo di tutta la società, di tutti noi.”

di Maddalena Binda

Sul Summit for Democracy e il conflitto tra democrazia e autoritarismo vedi anche “Alta Sostenibilità”, la trasmissione dell’ASviS su Radio radicale.

mercoledì 15 dicembre 2021