Donne, pace e diritti nella prima conferenza sulla parità di genere del G20
Il vertice ministeriale ha posto al centro dell’attenzione lavoro e istruzione. Forte impegno per donne e ragazze afgane.
di Andrea De Tommasi
Un’autorità indipendente da attivare in sede internazionale per monitorare lo status delle donne e delle ragazze afgane. È la richiesta avanzata dalla delegazione del Women20 intervenuta il 26 agosto, a Santa Margherita Ligure, alla prima conferenza G20 sull’empowerment delle donne. Nella sala congressi dell’hotel Miramare, si sono riuniti i ministri responsabili per le pari opportunità, i rappresentanti delle istituzioni, le delegazioni delle principali organizzazioni internazionali, così come i rappresentanti di alto livello degli engagement group ufficiali del G20. Il W20 ha espresso “profonda preoccupazione” per i recenti eventi in Afghanistan che violano i diritti fondamentali della popolazione, in particolare delle donne, chiedendo di porre immediatamente fine al ritorno forzato in Afghanistan dei migranti e di fornire aiuti umanitari a donne e ragazze. “Chi ha più diritti deve sostenere i diritti di tutti. I ministri del G20 per l’uguaglianza di genere prendano posizione e condividano azioni congiunte per l’Afghanistan”, ha dichiarato Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat e chair del W20 a presidenza italiana, partecipando a una tavola rotonda con Elisabeth Moreno, ministra francese dell’Égalité, e I Gusti Ayu Bintang Darmawati, ministra indonesiana dell’empowerment femminile. Proprio l’Indonesia, prossima presidente di turno, si è impegnata a confermare la conferenza ministeriale il prossimo anno.
Sulla protezione dei diritti umani delle donne afgane si è espresso, nel corso dell’evento, anche il presidente del consiglio Mario Draghi: “Le ragazze e le donne afghane sono sul punto di perdere libertà e dignità. Rischiano di diventare ancora una volta vittime di violenza e di discriminazioni sistemiche, solo per il fatto di essere donne”. Timori condivisi dalla ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, che ha presieduto il vertice, nelle conclusioni finali: “Si è assistito in questi ultimi giorni a un rapido deterioramento delle condizioni della popolazione afgana la cui incolumità richiede ora un impegno rafforzato dell’intera comunità internazionale e dei membri del G20”.
Si è discusso anche di lavoro, opportunità economiche, finanza, ambiente e sostenibilità, istruzione e materie Stem. I partecipanti hanno riconosciuto l’urgenza di promuovere i diritti delle donne attraverso una strategia che coinvolga tutti i settori della società civile, istituzioni, mondo della cultura e del lavoro. Per misurare i progressi sul tema dell’empowerment femminile, è stata sottolineata l’importanza di strumenti di monitoraggio e valutazione dei processi basati su indicatori. La tabella di marcia si propone di “raggiungere e superare l’obiettivo fissato a Brisbane, che prevede di ridurre entro il 2025 i divari di genere nel tasso di partecipazione al lavoro nei Paesi del G20”. Una. risposta coordinata tra i Paesi del G20 è necessaria, anche alla luce degli effetti derivanti dalla pandemia di Covid-19, che ha colpito in modo sproporzionato le donne. “Come dichiarato nel nostro documento intitolato Dall’inclusione all’empowerment”, ha chiosato Linda Laura Sabbadini, “le donne sono la metà del mondo. È fondamentale investire nella loro occupazione e nella lotta attiva agli stereotipi”.
di Andrea De Tommasi