I giovani per l’Unesco: “un manifesto per la scuola sostenibile”
Il testo presenta quattro temi cruciali per promuovere la sostenibilità nei prossimi anni con particolare attenzione a scuola e cultura.
di William Valentini
“Non esiste Paese in cui alti livelli di sostenibilità ambientale non si accompagnino ad alti tassi di istruzione e a politiche sociali molto efficaci, anche in favore dei più giovani." Per questa ragione “transizione ecologica e questione generazionale vanno di pari passo”. Lo spiega nella sua introduzione al “Manifesto Next generation you", realizzato dall’Associazione italiana giovani per l’Unesco (Aigu), Antoni Libonati, presidente dimissionario dell’organizzazione giovanile che ha redatto il documento. Le proposte del Manifesto Next generation you, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, saranno portate all’attenzione del Governo italiano come contributo concreto al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il manifesto
Da gennaio a marzo 2021 i soci dell’Associazione hanno organizzato una serie di appuntamenti interni per discutere intorno alle quattro questioni individuate come centrali nella lotta per un futuro più inclusivo: Nutrire il futuro, La scuola di tutti, Il new deal della cultura e Sei la mia città. Ogni tema è stato oggetto di un vero e proprio tavolo di lavoro che ha visto il coinvolgimento attivo di soci ed esperti esterni, con l’obiettivo comune di realizzare una checklist di proposte. Alla fine, queste sono state composte nel manifesto Next generation you. “Un monito e una carta di intenti da sottoporre al governo e che noi giovani ci impegniamo a perseguire”, spiegano i responsabili dell’associazione.
Il primo tema, Nutrire il futuro, parte dalla consapevolezza che il benessere del nostro Pianeta e delle persone che lo abitano è legato in maniera indissolubile alle nostre scelte in campo alimentare. "Il cibo è salute, cultura, ambiente e convivialità” hanno scritto i ricercatori. Per preservarlo occorre puntare a formare una “cittadinanza alimentare” in grado di compiere scelte di consumo ragionate. Un cambio di mentalità che passa necessariamente attraverso l’educazione alimentare nelle scuole e una dieta equilibrata nelle mense scolastiche, altri punti proposti nel Manifesto. L’associazione di giovani spiega, infatti, che è necessario creare una nuova “alleanza per il cibo”, che coinvolga direttamente i più giovani. Per riuscirci il Manifesto propone di istituire borse di studio per neodiplomati che desiderino confrontarsi con l’agricoltura e di introdurre un “servizio civile universitario agricolo”.
La scuola di tutti. Per mettere in campo una riforma così ambiziosa occorre intervenire sull’istituzione scolastica che, come scrivono gli autori della ricerca “vive delle difficoltà dovute alla crisi economica del 2008 e all’attuale pandemia”. Occorre, dunque, rilanciare il reclutamento e la preparazione di docenti giovani, che siano in grado di trasmettere le conoscenze relative alla nuova materia “Educazione della cittadinanza globale”, introdotta da poco. In questo senso, appare necessario rinforzare le strutture di sostengo, non solo didattico ma anche psicologico, oltre che arricchire l’esperienza didattica per alunni e alunne. Un esempio: rendere la filosofia materia curricolare anche negli Istituti tecnici secondari.
Il new deal della cultura. Terzo tema trattato dall’analisi è la cultura, che da più di un anno è stata costretta allo stop a causa del Covid. Occorre adesso un cambio di prospettiva. In particolare, i giovani dell’Aigu nutrono l’ambizione di cambiare il modo di fare e di intendere la cultura: propongono di cambiare la narrazione del patrimonio storico-artistico del nostro Paese, coinvolgendo anche i professionisti che vi operano e ampliando gli strumenti a disposizione. Per questo il Manifesto parla di promuovere la “RipARTenza” della cultura attraverso una più attenta tutela e conservazione dei beni storico-artistici e il coinvolgimento di tutti i settori della società. Un passaggio possibile solo con l’aumento dei finanziamenti. Infatti, così come l’innovazione della scuola passa necessariamente per un rilancio delle assunzioni dei docenti, anche la cultura non può prescindere da un piano di assunzioni dei lavoratori e dal sostegno a tutti coloro che, lavorando nel settore, sono stati colpiti dalla pandemia.
Sei la mia città. Infine, è necessario sviluppare una nuova realtà urbana, che adotti una strategia di rigenerazione culture-led. All’interno di piani di riforme complessivi, che dovrebbero toccare tutte le questioni macroscopiche che affliggono le città, dai piani di viabilità alla gestione dei rifiuti, il Manifesto individua la cultura come principale filo conduttore. Imprese culturali creative dovrebbero allora promuovere iniziative come manifestazioni artistiche, mostre tematiche, rappresentazioni fotografiche e concorsi di idee, realizzando al tempo stesso una piattaforma condivisa tra i diversi attori, che agisca come un database utile per divulgare iniziative e temi, messi in rete grazie allo sviluppo di micro report sintetici di facile accesso alla collettività.
Il paracadute
Racconta ancora il report: un film francese degli anni Novanta iniziava con un monologo che recitava così: “Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. A mano a mano che, cadendo, passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”. Davanti alle prospettive nefaste che i cambiamenti climatici ci prospettano, fino a oggi l’umanità si è comportata come quell’uomo e solo una chiara presa di coscienza dei problemi, unita alla volontà di affrontarli e di educare i più giovani a questi temi possono essere il nostro paracadute.
di William Valentini